Politica

Figc commissariata? Il calcio è lo specchio di un Paese egoista

Per il presidente del Centro Sportivo Italiano, Vittorio Bosio, «Il personalismo ha prevalso su tutto. Nel calcio come in politica bisogna tornare al bene comune»

di Lorenzo Maria Alvaro

La Figc è commissariata. Manca solo l’ufficialità. La giornata nera del calcio finisce con le schede bianche. Nessun presidente eletto. Nessuno tra Cosimo Sibilia (presidente Lega Nazionale Dilettanti), Gabriele Gravina (Presidente Lega di Serie C) e Damiano Tommasi (presidente Associazione Italiana Calciatori) è riuscito a spuntarla né a mettersi d'accordo per fare alleanza e dare un capo al calcio italiano. Ora la palla passa al presidente del Coni Giovanni Malagò che giovedì deciderà per il commissariamento annunciando presumibilmente anche chi saranno i nomi che prenderanno in mano un caclio italiano sempre più in crisi di identità. Ne abbiamo parlato con il Presidente del Centro Sportivo Italiano, Vittorio Bosio.


Le componenti del calcio italiano non sono riuscite a trovare un accordo, che ne pensa?
Credo che sia un danno per il movimento sportivo in generale. Che non si siano trovati accordi vuol dire che il personalismo prevale su tutto il resto. Mi è sembrato di vedere delle differenze nette e lontananza assoluta, ma non capisco dovute a che cosa. Ce lo stiamo chiedendo.

Ora si dice che si andrà verso un commissariamento. Che segnale è?
Che non ci si sappia dare un governo rispecchia quello che sta succedendo nel Paese a livello politico. Si dice tutto e il contrario di tutto. Ma alla fine per il bene comune chi lavora? Si dovrà arrivare a superare gli interessi di parte per tornare a fare politica vera, anche nello sport. Non è solo un discorso sportivo ma sopratutto sociale. Ce lo siamo già detto quando abbiamo perso i Mondiali. Il problema non è la Nazionale o la Serie A ma il movimento di migliaia di persone che giocano a calcio. I bambini. È quello l’importante.

Quindi lei è contrario ad un commissario del Coni?
No, è di sicuro un’opportunità. Ci sarà modo di riflettere. Ci sarà il tempo per darsi un governo che sia propositivo per il movimento. A questo punto è il minore dei mali e l’unica via possibile. È comunque complicato provare ad andare d’accordo. Se ognuno guarda al suo piccolo mondo il movimento salta. Speriamo che commissariare aiuti a questo, a tenere insieme tutti.

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