Progettazione
Fiducia, il bando che inaugura una nuova stagione filantropica
Un nuovo modo di intendere la relazione tra erogatore ed enti beneficiari, «non più un rapporto verticistico ma basato sul dare credito». La Fondazione Crc, con il bando Fiducia, apre in Piemonte a una sperimentazione concreta che permette di superare anche i tradizionali iter di rendicontazione

Disruptive, ovvero dirompente, rivoluzionario. Si può associare un aggettivo così forte al bando di un ente filantropico? La risposta è sì: la prima volta che abbiamo sentito parlare del bando Fiducia della Fondazione Crc, la descrizione era proprio questa. Il motivo? Si tratta di uno dei primi interventi esplicitamente trust-based in Italia portati avanti da una Fondazione di origine bancaria.
La premessa
La mettiamo al centro di ogni relazione interpersonale e la tiriamo in ballo quando si parla di lavoro e di scuola. Non si esime dal trend nemmeno l’Istat con le sue statistiche: la fiducia è un elemento essenziale nelle nostre vite. Perché non dovremmo adottarla come strumento utile alla filantropia? Il tema è caldo, anzi, caldissimo. Sono diversi gli studi accademici che, a partire da case studies e ricerche internazionali, mostrano come il paradigma costruito sulla fiducia stia raccogliendo sempre più consensi.
In particolare, il rapporto “Filantropia basata sulla fiducia: promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale investendo sulle relazioni”, scritto da Eleonora Rossero e Franca Maino di Percorsi di secondo welfare, spiega che «a partire dalla crisi sanitaria e sociale che dal 2020 ha imposto una serie di ripensamenti a vari livelli di policy e di governance, si sono moltiplicate le iniziative che cercano di riequilibrare le relazioni tra finanziatori e beneficiari, instaurando relazioni basate sulla fiducia e modalità di lavoro più collaborative prima, durante e dopo l’erogazione dei contributi».
Umiltà, coraggio, relazione, partecipazione e comunità sono le parole chiave individuate dalle autrici per raccontare questo nuovo modo di declinare la progettazione dei bandi: «Le Fondazioni», spiegano, «devono mettersi in discussione e investire sul lavoro relazionale e sulla valorizzazione di tutti i tipi di capitale di cui dispongono. L’auspicio è che sempre più realtà possano raccogliere la sfida e diventare anche nel contesto italiano agenti del cambiamento verso una nuova stagione filantropica».
Una nuova direzione
Non è un caso scuola ma una sperimentazione sul campo quella che la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha presentato ai suoi stakeholders l’11 marzo scorso in un webinar molto partecipato. Un centinaio di referenti di enti del Terzo settore e associazioni si sono collegati per conoscere la via intrapresa da una Fondazione che già nel titolo del piano pluriennale ha inserito una dichiarazione di intenti: “Una nuova direzione”.

«Tra i ruoli che la Fondazione ha deciso di interpretare per le prossime annualità, ci sono quelli di coach per gli enti del territorio e designer del cambiamento», spiegano Saverio Dani, Andrea Alfieri e Camilla Cipriani, il team di tre progettisti del bando Fiducia. «Essere coach, per una Fondazione significa sviluppare la capacità di ascolto e il confronto critico per far emergere possibilità inespresse. È una postura nuova nei confronti di tutti gli interlocutori a cui ci rivolgiamo quotidianamente. Disegnare il cambiamento consiste invece nel definire iniziative che possano portare trasformazioni reali a livello locale e nazionale».
La filantropia basata sulla fiducia è il mezzo che l’ente non profit piemontese ha scelto per attivare un nuovo modo di intendere la relazione tra erogatore ed enti beneficiari. «Non più un rapporto verticistico ma un discorso basato sul dare credito. Questa è una sperimentazione concreta che risponde a una domanda semplice: che cosa possiamo fare per avviare un dialogo basato sulla fiducia?».
Orizzonte internazionale, bisogni locali
Sullo sfondo, ci sono i modelli derivanti da enti filantropici americani e inglesi che hanno già messo in campo da tempo azioni di questo tipo «ma il nostro è un contesto dalle caratteristiche molto diverse sia per budget erogativo sia per enti di riferimento. La provincia di Cuneo conta 250 comuni piccoli in cui le realtà del Terzo settore assumono dinamiche molto distanti dal panorama statunitense. Abbiamo dovuto immaginare un modello cucito su misura».

Per progettare l’impatto serve una mappa dei bisogni di un luogo. Il team del bando Fiducia ne indica in particolare uno: «dalle associazioni e dagli enti del Terzo settore arriva l’esigenza di un accompagnamento di diversa natura e un respiro pluriennale. È una questione non soltanto economica ma anche di metodo. Finora il dialogo con la Fondazione risultava segmentato in richieste annuali: è emersa la necessità di instaurare un dialogo con un orizzonte più lungo, per avere una maggiore capacità di programmare e finanziare. Per attivare uno scambio di questo tipo occorre spostare il piano di comunicazione sulla fiducia».
Quattro punti cardine
Una volta individuato il punto di arrivo, ecco le traiettorie per garantire l’atterraggio. La Fondazione Crc è riuscita nel difficile compito di integrarle nei regolamenti dell’attività istituzionale.
La prima traiettoria consiste nel superamento della logica del finanziamento a servizi e progetti. «Chiediamo agli enti non di candidare un progetto, ma di presentare la propria organizzazione con una relazione sullo stato di fatto. È un esercizio di autoanalisi sui propri punti di forza e debolezza, sulla vision, i destinatari e le partnership. In questa prima fase gli enti individueranno una specifica area di miglioramento, a cui dovrà essere destinato il 20% del budget annuale». L’intento è quello di lavorare insieme alle organizzazioni per accrescerne il potenziale e l’impatto sulla comunità.

Supporto economico, sì, ma anche percorsi di crescita e accompagnamento, e formazione personalizzata in un rapporto uno a uno. Per ogni ente che verrà selezionato, la Fondazione metterà a disposizione un contributo quadriennale massimo di 240mila euro (90mila euro per il 2025, 70mila per il 2026, 50mila per il 2027 e 30mila per il 2028), per un budget complessivo di 1,4 milioni di euro. «Nella prima edizione potranno essere finanziati cinque o sei enti proprio per consentire un’interlocuzione costante tra l’ente o l’associazione sostenuta e il team di lavoro», spiegano i progettisti che, affiancati da un partner tecnico, saranno i coach a cui faranno riferimento i beneficiari del bando.
La rendicontazione è forse uno degli innesti più significativi di innovazione. «Questa nuova logica prevede il superamento dei tradizionali iter di rendicontazione, basati su una formula esclusivamente finanziaria: in alternativa, il bando Fiducia prevede la stipula di un patto, il cosiddetto grant agreement, tra beneficiario e Fondazione Crc, sulla scorta del quale il contributo sarà erogato annualmente al raggiungimento degli indicatori di risultato definiti in fase iniziale, senza più una verifica puntuale delle spese sostenute». La rendicontazione assumerà quindi nuove forme: dal racconto fotografico degli eventi organizzati sul territorio alla rassegna stampa delle uscite sui giornali. «Nel regolamento della Fondazione questo non era previsto. Il Consiglio generale, su impulso del Consiglio di amministrazione, ha concesso una deroga proprio per questo bando». In questo senso, la conoscenza delle realtà del Terzo settore è fondamentale: «Abbiamo posto come unico vincolo quello di essere stati sostenuti almeno una volta dai nostri bandi di ascolto».
Infine, la pluriennalità del bando. Quattro anni sono un orizzonte temporale nuovo per dotarsi di un percorso, tenendo conto che chi riceverà contributo sul bando Fiducia sarà inammissibile per successive richieste di contributo a valere sui bandi di ascolto e attivazione del territorio 2025, 2026, 2027 e 2028. «Il vantaggio», spiegano i progettisti, «consiste nel sapere che un ente come il nostro crede nell’ente e lo supporta. Una consapevolezza che libera le energie: possono essere convogliate al meglio in opportunità di sviluppo, innovazione e, perché no?, anche rischio». A proposito di rischio, c’è un effetto boomerang che la Fondazione ha calcolato: «Le organizzazioni sostenute dal bando potrebbero rischiare di dare per scontato il sostegno e dunque di “adagiarsi”. L’antidoto sta nell’accompagnamento: alla fine del percorso l’ente avrà gambe più robuste per capitalizzare al meglio questa esperienza senza andare in difficoltà».
Un nuovo immaginario
Il tempo dirà se la formula funziona. Quel che è già cambiato è l’immaginario, grazie a una fondazione che osa e a un desiderio inedito di parole nuove. Non più erogatore e beneficiario, ma coach e partner. Non più candidatura ma rapporto di fiducia, inteso come «scambio reciproco con l’interlocutore, partendo dal presupposto che l’ente conosce i propri bisogni e i beneficiari delle attività meglio di chiunque altro. Avere fiducia rispetto alla visione dell’ente significa per la Fondazione prendere coscienza di non possedere le chiavi di risposta a tutti i problemi».

Sulla visione che ha guidato la costruzione di un’impalcatura coraggiosa, interviene il presidente di Fondazione Crc Mauro Gola. «Viviamo in un periodo caratterizzato da complessità e profonde trasformazioni, che richiedono capacità di ascolto e analisi previsionali e di contesto, da cui partire per progettare azioni mirate e di impatto», spiega. «Nel nuovo piano pluriennale presentato a fine gennaio, abbiamo individuato nuovi ruoli che intendiamo interpretare come Fondazione: l’obiettivo è contribuire alla costruzione, insieme alla nostra comunità, di una visione condivisa di futuro, vogliamo costruire un rapporto di collaborazione con gli enti beneficiari che si basa su conoscenza e fiducia reciproche».

Non tutti i luoghi sono così inclini a una tessitura di relazioni “su misura”. Ci sono delle peculiarità del Cuneese che hanno reso possibile l’introduzione di questo approccio. «La nostra provincia può contare su un bacino di enti del Terzo settore e istituzioni particolarmente vivace e maturo. Con loro abbiamo coltivato negli anni una relazione che non è soltanto quella tra un ente erogatore e i beneficiari, ma che sempre più va nella direzione di co-progettare e di costruire insieme iniziative di impatto che possano realmente incidere sullo sviluppo e sulla crescita del nostro territorio. A questa scelta si affianca una propensione diffusa sul territorio a lavorare in rete. Su questo terreno, le risorse importanti che la Fondazione mette a disposizione possono davvero diventare un seme di innovazione e di crescita per tutti».
Il bando scade il 30 aprile 2025. Tutte le informazioni utili (modalità di partecipazione, enti potenzialmente ammissibili, eccetera) a questo link.
Le fotografie sono di Fondazione Crc
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