Non profit

Fiat, Montezemolo ora è libero

La presidenza del Lingotto passa al giovane John Elkann. Per Luca si aprono le vie della politica?

di Franco Bomprezzi

La Fiat conquista i titoli di apertura dei quotidiani di oggi (Il Corriere della sera non è uscito per uno sciopero contro la direzione): Luca di Montezemolo lascia la presidenza al rampollo della famiglia Agnelli, il 34enne John Elkann. Ma il vero dominatore al Lingotto sembra sempre più l’amministratore delegato Marchionne. Per Montezemolo, al momento, niente politica, ma solo “libertà di dire ciò che penso”…

“John Elkann presidente della Fiat”. Apre così il SOLE 24 ORE di oggi. La notizia: Il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, lascia il vertice del Lingotto. Al suo posto il vicepresidente John Elkann. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina (ieri, ndr) al Quirinale, Luca Cordero di Montezemolo. Nella visita di cortesia il presidente della Fiat ha comunicato al presidente il cambio al vertice dell’azienda di Torino. Il passaggio di consegne sancisce «la fine della fase di traghettamento. Ho concluso il mio lavoro in Fiat iniziato nel 2004» ha detto Montezemolo ai suoi più stretti collaboratori spiegando la sua decisione. Montezemolo si è detto «sereno, contento e sollevato».  Secondo l’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore John Elkann è destinato a prendere a maggio le redini dell’accomandita di famiglia, la Giovanni Agnelli & C., di cui Elkann è attualmente vicepresidente vicario. Il nipote di Giovanni Agnelli prenderà il posto di Gianluigi Gabetti, che vedrà scadere il mandato triennale. Ad annunciare l’uscita dalla sapaz lo scorso 20 aprile è stato lo stesso Gabetti, al termine delle repliche della difesa sul processo equity swap. “Una staffetta per la sfida globale” è invece il commento di prima pagina firmato da Alberto Orioli: «…La Fiat oggi guarda all’orizzonte con legittimo orgoglio: per ogni stabilimento in Italia ce ne sono due oltreoceano sparsi in tutto il globo; su 10 occupati solo 4 sono italiani (e forse certi campanili prima o poi dovranno farsene una ragione)”. Rispetto alla possibile discesa in campo di Montezemolo nel titolo a pag 4 lo stesso ex presidente dice “«Non entro in politica»” anche se «al centro c’è chi lo sollecita». Fra i commenti in evidenza quella del governatore del Piemonte Cota (“«largo ai giovani che avanzano, ma tutelare i posti in Piemonte»”) e a quello del suo parigrado siciliano Raffaele Lombardo (“«Il rilancio di Termini resti al centro dell’agenda»”). Da segnalare anche le anticipazioni che la testata di Confindustria dà del nuovo piano industriale: «Il piano Fiat indicherà gli obiettivi finanziari e industriali, ma chiarirà anche se la strada che Sergio Marchionne intende imboccare è quella dello scorporo dal gruppo del settore auto per collocarlo in Borsa. Le ipotesi allo studio sono due: quella di creare una società nella quale fare confluire le attività auto di Fiat e Chrysler lasciando nella vecchia società le altre attività industriali (Iveco, Cnh, Teksid, Magneti Marelli, Comau) o togliere dalla Fiat le attività non auto. Oltre alle modalità, se l’operazione sarà varata, bisognerà capire i tempi entro i quali verrà attuata. Ancora incerti i tempi e le modalità delle eventuali operazioni. In prospettiva si potrebbe arrivare a una diluizione della quota di controllo della dinastia torinese che manterrebbe comunque, con la finanziaria Exor, una quota rilevante. Un anno fa John Elkann non ha escluso che, nel caso di un’alleanza, la famiglia possa rinunciare al controllo: «purché sia un buon matrimonio». L’obiettivo è rendere l’Auto un business forte per competere a livello mondiale e quindi in grado di portare valore agli azionisti. Nell’incontro di oggi, lungo almeno sei ore secondo le previsioni della società, si conosceranno nei dettagli anche i numeri sulla produzione Fiat-Chrysler (l’obiettivo è 5,5 milioni di auto da produrre all’anno in tutto il mondo entro il 2014), i nuovi modelli in arrivo (ne sarebbero previsti 16), i mercati sui quali il gruppo sarà presente con un occhio particolare a Russia, Cina, Brasile e Nord America. La presentazione del piano strategico sarà preceduta dal consiglio di amministrazione che esaminerà i dati del primo trimestre 2010, mentre subito dopo Marchionne incontrerà i sindacati metalmeccanici. Le delegazioni di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl seguiranno la presentazione del piano in una saletta del Lingotto». 

Foto notizia di spalla su LA REPUBBLICA: “La Fiat a John Elkann «Vorrei qui mio nonno»”. I servizi all’interno: da oggi il 34enne Elkann, nipote dell’avvocato Agnelli, è presidente della Fiat: «ringrazio tutti coloro con cui ho lavorato in questi anni e sono orgoglioso della fiducia riposta in me dalla mia famiglia. Penso a mio nonno e a quanto mi avrebbe fatto piacere che fosse qui oggi con noi». Succede a Luca di Montezemolo: «il mio ruolo di traghettatore è finito», dice, implicitamente sottolineando che la fase uno, quella del rilancio dell’impresa, è finita; ora inizia un’altra fase con un’altra cabina di comando. Nega però di voler entrare in politica: «Non intendo cambiare mestiere»). Il quotidiano diretto da Ezio Mauro anticipa il piano industriale che dovrebbe essere presentato oggi e che spiega come sarà la nuova Fiat integrata con la Chrysler (nei prossimi mesi l’azienda italiana dovrebbe conquistare il 35% della società di Detroit). Secondo il piano dovrebbero essere prodotti 2,7 milioni di auto con i marchi Fiat e altrettanti con quelli Chrysler. Il perno della fusione saranno i marchi Lancia e Alfa Romeo. Con il marchio Lancia dovrebbero essere commercializzate in Europa tutte le Chrysler, il contrario dovrebbe avvenire per le Lancia, messe sul mercato americano con il marchio Chrysler. Quanto alla produzione: confermata la chiusura di Termini Imerese (la nuova Y sarà prodotta in Polonia), 250-270mila Panda saranno realizzate  a Pomigliano; Melfi diventerà il principale stabilimento italiano (con il compito di produrre nel 2014 370 nuove Grande Punto); aumento di produzione anche per Cassino (100mila auto in più). I sindacati sono preoccupati per Mirafiori (dove la produzione rimarrà sostanzialmente identica). Secondo gli analisti la scelta della successione accelera lo scorporo del settore auto. Lo sottolinea Salvatore Tropea che ripercorre gli ultimi anni dell’azienda e si concentra sul ruolo di Marchionne: non entra nell’Accomandita ma il suo ruolo crescerà. «Resta però da scoprire quale Fiat governerà Marchionne per conto degli Agnelli e quanto la famiglia possa essere interessata a un’azienda che conservi l’auto come core business» (fatto salvo il radicamento, nelle sue recenti dichiarazioni del neopresidente ha detto: «il mio sogno è una Fiat internazionale ma con il cuore  a Torino).

“Montezemolo lascia, la Fiat si fa in due”, è il titolo in prima de IL GIORNALE, che dedica alla vicenda Fiat la fotonotizia in prima pagina, con commento di Nicola Porro, che scrive: «La Fiat si farà in due: da una parte la sola auto (in cui dovrebbe entrare la società fabbrica motori) e dall’altra il resto: veicoli industriali, camion, automazione, stampa, acciaierie, elettronica e forse Ferrari (la sua collocazione è ancora incerta). La finalità di questo progetto messo in piedi da Marchionne è piuttosto chiara. Far sì che la dimensione dell’auto aumenti. Un primo passo è stato fatto con l’acquisizione (ancora da perfezionare) dell’americana Chrysler. Ma il processo non si potrà arrestare. Insieme i due gruppi fanno 4 milioni di auto: non sufficienti per raggiungere la dimensione ottimale a cui pensa Marchionne. È necessario mettere soldi in cassa o diluire la presenza degli Agnelli. Presto fatto. Separando l’auto da tutto il resto dell’impero, gli Agnelli potranno fare un passo indietro, mantenendo nel contempo il resto del bottino. È un progetto che non dispiace ovviamente alla proprietà, agli Agnelli. Che vedono in tal modo ridurre la propria esposizione nei confronti del difficile mercato delle auto, ma nel contempo possono ancora dire di far parte come azionisti rilevanti di un grande, grandissimo gruppo automobilistico. Ma si tratta anche di un capolavoro di Marchionne. Non esattamente il manager che si è fatto padrone, ma qualcosa di molto simile. Il manager sarà quanto di più simile (se ci passa il paragone) al numero uno di una grande banca americana: comanda per davvero senza avere un titolo in tasca, a parte quelli che gli saranno riconosciuti con dovizia sotto il titolo di stock option. È un inedito per l’Italia».

Due pagine di servizi, la 6 e la 7 e un commento in prima pagina a firma di Loris Campetti. Così IL MANIFESTO tratta il passaggio di testimone al Lingotto. Scrive Campetti in “Montezemolo al centro, operai in panchina”: «…I lavoratori si chiedono se e in che misura il cambio alla presidenza del Lingotto cambierà il loro incertissimo futuro. Difficile dare ora una risposta, ma se è vero che a guidare le scelte della Fiat, dal salvataggio allo sbarco americano, fino agli annunci di chiusura degli stabilimenti, in questi anni non è stato Montezemolo, ma l’irrefrenabile Sergio Marchionne, allora si può dire che per gli operai non cambierà molto». 

Richiamo in prima e servizio a pagina 3 su ITALIA OGGI per la questione Fiat. “Fiat, Luca lascia e non raddoppia – Montezemolo, non più presidente, per ora non entra in politica”. Nel pezzo si riporta l’opinione di Paolo Panerai che sostiene che «l’ingresso in politica non sarà cosa di giorni, né di settimane, né di mesi». «Luca ha molti interessi, conserverà la presidenza della Ferrari e si occuperà dei suoi investimenti personali. Poi potrà togliersi anche quella soddisfazione ma ci sono tante controindicazioni. Non a caso, la sua presidenza di Confindustria ancora gli brucia, perché il suo successore, la Marcegaglia, non lo ama e spesso i collaboratori della presidente lo attaccano». «Sergio Marchionne da oggi, con il deconsolidamento di Fiat auto potrà muoversi con maggiore libertà. Si tratta di un deconsolidamento e non di uno spin off, dal momento che la Fiat auto è già una società a sé», ha precisato Panerai. «L’obiettivo è creare valore per il titolo e lasciare a Marchionne lo spazio e i margini di manovra per operazioni di fusione e nuove alleanze nel settore dell’auto».

“Cambio al volante della Fiat, Elkann al posto di Montezemolo”: così AVVENIRE lancia in prima pagina il passaggio di mano alla presidenza della Fiat, dopo sei anni. «Niente politica all’orizzonte, ha ribadito come un mantra, anche se d’ora in poi potrò dire più liberamente quello che penso». Per AVVENIRE «dietro la curva» Montezemolo ha un impegno defilato nel Lingotto e un’avventura imprenditoriale che viaggia sui binari della Ntv, i treni ad alta velocità. E tuttavia, «gli interventi di Luca sono già un mezzo programma», dove al primo posto sta la meritocrazia.  

LA STAMPA titola “Elkann alla presidenza Fiat”. Apertura in grande per il quotidiano di Torino sul cambio di vertice Fiat. In prima pagina il direttore Mario Calabresi lancia l’intervista con Luca Cordero di Montezemolo. «Prima di volare a Torino è stato a Roma a dare la notizia al presidente Napolitano, al governatore Draghi e a Gianni Letta, poi ha parlato al telefono con Silvio Berlusconi. Con loro ha ragionato degli obiettivi raggiunti» scrive Calabresi. Tra le domande al presidente uscente ce ne è una sulla possibilità di entrare in politica. Montezemolo risponde che non è nelle sue intenzioni, anche se: «quello che è certo è che il fatto di non essere più il presidente della Fiat mi permetterà di esprimere le mie opinioni con maggiore libertà». Calabresi gli chiede se si impegnerà di più con la sua Fondazione: «Continuerò a farlo come ho fatto fino a oggi e mi impegnerò come esponente della società civile, per il bene comune del nostro Paese». Alla fine del servizio su Fiat, a pagina 5 LA STAMPA dà conto dei contraccolpi in Borsa scrivendo che il cambio al vertice di Fiat Group, più l’attesa per la presentazione del piano di sviluppo del 2014, con l’ipotesi di uno scorporo dell’Auto, «fanno volare il titolo del Lingotto, che chiude a +9,28%» e «trascina Piazza Affari». Positiva anche la reazione dei sindacati, che parlano del successo dell’era Montezemolo e fanno gli auguri a Elkann «perché possa gestire prestigiosamente la presidenza Fiat esattamente come ha fatto Montezemolo», ha detto Bonanni della Cisl. La nomina è «un segnale positivo per il Gruppo, per l’Italia e per i lavoratori» si augura l’Ugl.

E inoltre sui giornali di oggi:

AFFIDO CONDIVISO
SOLE 24 ORE– Spiega il quotidiano a pag. 33: «Parte la riforma dell’affido condiviso. Oggi la commissione Giustizia al Senato inizierà la discussione sul disegno di legge che interviene a modificare alcuni aspetti della disciplina approvata nel 2006». L’obiettivo della riforma è il contrasto alla «proliferazione di sentenze in cui a un formale riconoscimento di affidamento condiviso  si accompagnano invece modalità e contenuti di fatto identici a un affidamento esclusivo». 

FIGLI
LA REPUBBLICA –  “Italia 2020, rivoluzione in famiglia «Un figlio su due fuori dalle nozze»”. Questo avverrà secondo una proiezione statistica elaborata da Alessandro Rosina, docente della Cattolica, che dice: «sono il primo a essere rimasto sorpreso quando ho calcolato l’attuale curva di crescita delle nascita extranuziali e l’ho proiettata nei prossimi dieci anni… Il cambiamento sarà all’inizio più evidente nelle regioni del Nord, ma entro il 2025 sarà totale anche al Sud», «le nozze arrivano quando la coppia si sente salda», cioè i giovani si sposano dopo aver avuto dei figli.

STATI VEGETATIVI
AVVENIRE – Ricordate l’equipe belga che nei mesi scorsi aveva ribaltato tante diagnosi sbagliate sugli stati vegetativi semplicemente usando un test osservazionale diverso? Tre famiglie milanesi con figli in stato vegetativo li hanno chiamati in Italia, per visitare i propri cari. Due medici dell’equipe (peraltro italiani) sono venuti gratuitamente da Liegi, hanno visitato i tre e li hanno sottoposti alla Coma Recovery Scale e per uno dei tre casi hanno scoperto, davanti a genitori attoniti, che non si tratta di uno stato vegetativo. Luca per loro è irraggiungibile da 14 anni, dopo una caduta in motorino: ieri invece ha alzato un dito quando il medico che gli chiedeva se sua mamma si chiama Luciana, e non lo ha mosso per altri nomi. 

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