Famiglia

Fiat: è morto Umberto Agnelli

Soffriva di un tumore e la notizia della sua malattia, per la prima volta, era stata pubblicata l'8 maggio scorso dal Finalcial Time. I commenti di Giulio Andreotti e Savino Pezzotta

di Paolo Manzo

Si e’ spento nella tarda serata di ieri nella sua casa torinese di La Mandria il presidente della Fiat, Umberto Agnelli. Aveva 69 anni. Il presidente del Lingotto soffriva di un tumore. Accanto a lui la moglie Allegra e i figli Andrea e Anna. L’ultima uscita pubblica di Umberto Agnelli era stata lo scorso 26 aprile quando l’Universita’ di Torino aveva conferito alla moglie una laurea ad honorem in Veterinaria. Il ‘Dottore’, come era soprannominato, nonostante mostrasse gia’ i segni della malattia non aveva voluto mancare alla cerimonia. La notizia della sua malattia per la prima volta era circolata 8 maggio scorso pubblicata dal ‘Finalcial Time’. Tre giorni dopo, l’11 maggio, il presidente della Fiat aveva disertato l’assemblea degli azionisti, ma aveva comunque presieduto in teleconferenza il Cda che aveva approvato il bilancio 2003. Umberto Agnelli aveva assunto la guida della Fiat il 28 febbraio 2003. Un mese prima, il 24 gennaio, giorno della scomparsa del fratello Giovanni, aveva assunto la presidenza della Giovanni Agnelli e C, la societa’ in accomandita, cassaforte della famiglia. La notizia della morte di Umberto Agnelli ha fatto rapidamente il giro del mondo, e appare con un breve ritratto del presidente della Fiat scomparso questa notte e cenni alle vicissitudini della famiglia e dell’azienda sui siti dei principali quotidiani internazionali, da Le Monde, a El Mundo, il New York Times. El Mundo, che definisce gli Agnelli ”I Kennedy d’Italia”, riporta sul sito un’albero genealogico, un ritratto dei principali membri della famiglia e dati sulla Fiat. Un senatore ”esemplare”. Giulio Andreotti ricorda con l’Adnkronos il volto politico di Umberto Agnelli, quello che ha conosciuto piu’ da vicino, assecondando la scelta di candidarlo a Roma nelle fila della Dc dopo l’opposizione di Carlo Donat Catin a una sua candidatura ‘scomoda’ a Torino. ”Ricordo la legislatura a Roma come senatore. Fu esemplare, si occupo’ moltissimo di problemi generali e anche di quelli di Roma, e fece una propaganda elettorale discreta, organizzata molto bene da Luca Cordero di Montezemolo. Ebbe contatti con tutte le categorie sociali. Ma non si affeziono’ alla vita parlamentare in modo da continuare”, rammenta il senatore a vita. Nei componenti della famiglia Agnelli, fa notare Andreotti, ”c’era il desiderio di essere il ‘senatore Agnelli’. Soprattutto dopo l’elezione di Susanna, si era innescata una sorta di ‘nostalgia’ di questo titolo, perche’ era senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat”. Quanto alla Fiat, conclude Andreotti, ”non e’ legata a una persona ma a un grosso impegno sia tecnico che finanziario che va visto sul piano mondiale. Ricordo le dichiarazioni ottimistiche di Umberto Agnelli, spero che continuino sulla stessa strada”. ”Una grave perdita per il Paese e un grave lutto per il sistema industriale ed economico italiano”. Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, commenta con l’Adnkronos la scomparsa di Umberto Agnelli, di ”un esponente di primo piano del mondo industriale, e non solo, soprattutto impegnato per l’innovazione, nell’industria e nella finanza italiana”. Un grande industriale che ha saputo coniugare l’impegno nella Fiat ”con quello civile da senatore della Repubblica”. Si tratta, prosegue il leader della Cisl, di ”una perdita importante per il paese. Lo ricordiamo protagonista di una volonta’ di rilanciare la Fiat quando erano in tanti a non sperare piu’. La sua e’ stata una decisione significativa”. Oggi, secondo Pezzotta, ”il miglior modo per ricordarlo e’ continuare nella sfida per il rilancio di un’azienda fondamentale per il paese”


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