Economia

Fiaschi: si valorizzi l’economia cooperativa per lo sviluppo occupazionale

La presidente del Gruppo Cooperativo CGM, la più grande rete di cooperative sociali in Italia, elenca le priorità per il Terzo Settore

di Redazione

«È urgente che la PA sblocchi i pagamenti per quelle tante cooperative che pur avendo i conti in ordine rischiano di chiudere a causa di mancanza di liquidità. In secondo luogo è necessario tutelare le imprese sociali dal punto di vista fiscale, escludendo ogni ipotesi di aumento IVA e rivedendo l'attuale regime IMU per le onlus». Sono queste le priorità per il rafforzamento del Terzo Settore come strumento per il rilancio economico del Paese indicate da Claudia Fiaschi, presidente del Gruppo Cooperativo Nazionale CGM, la più grande rete di cooperative sociali in Italia.  

«La politica», continua il presidente, «deve comprendere che nel settore in cui opera la cooperazione sociale non ci sono fattori di produzione ulteriormente comprimibili. Si tratta, infatti, di attività svolte nella forma dell’economia non profit, che non dovendo remunerare il capitale e distribuire dividendi, operano con margini operativi lordi quasi inesistenti. Oneri finanziari, aggravamento della pressione fiscale e politiche di revisione della spesa pubblica basate esclusivamente su tagli lineari di tipo quantitativo costituiscono oggi la minaccia occupazionale più rilevante in questo settore. Ogni innalzamento dei costi di produzione, quindi, mette a rischio un numero elevato di lavoratori o l’offerta dei servizi stessi alle famiglie, non essendo possibile elevarne il costo né verso le famiglie né verso le Pubbliche Amministrazioni».

«C’è bisogno di miglioramento della flessibilità in entrata, politiche di incentivi all’occupazione giovanile  e femminile, investimenti su politiche e servizi di conciliazione famiglia», lavoro, ma anche scuola, «lavoro: sono tutte misure che restituirebbero la dinamicità al mercato del lavoro e sosterrebbero la fiducia di quelle imprese e cooperative che anche oggi stanno misurandosi con strategie aziendali di sviluppo e crescita».

«Per il lungo periodo», conclude Fiaschi, «c'è bisogno di una politica strutturale anche con un piano di azione dedicato, che valorizzi il ruolo dell'economia cooperativa nel rilancio del Paese rispetto alle sue sfide cruciali. L’economia cooperativa è strumento di rilancio occupazionale, efficace per sviluppare i mercati emergenti ad alta intensità occupazionale (agricoltura, la green economy e il settore delle utility, servizi idrici, energetici, trasporto pubblico) consolidando sviluppo locale, ma anche per rigenerare le professionalità fuoriuscite dal mercato del lavoro e far fronte così ai problemi delle aziende in crisi, rilanciandone l'attività sul territorio».

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