Politica

Fiamminghi contro valloni, il Belgio sull’orlo del baratro

Dal federalismo alla secessione?

di Redazione

Che l’avrebbe mai detto che il Belgio fosse capace di mettere nei guai l’Unione Europea e la Lega? Eppure, accettando per l’ennesima volta le dimissioni del primo ministro Leterme, re Alberto II ci apre la porta a una provocazione non del tutto campata per aria. Iniziamo dalla cronaca.
Il Belgio è da anni in preda a scontri feroci tra le due principali comunità del Paese: fiamminghi e valloni, con i primi – nordisti e ricchissimi – che accusano i “terroni” francofoni del Sud di passare il tempo a mangiare i soldi dello Stato. Vi ricorda qualcosa? Bene, i negoziati tra i due “nemici” non hanno portato a un auspicato compromesso su una questione insignificante: il distretto di Bruxelles-Halle-Vilvoorde. I fiamminghi volevano togliere ai francofoni alcune concessioni linguistiche ed elettorali ad Halle e Vilvoorde, “enclave” francofone nelle Fiandre cui è stata data la possibilità di votare liste francofone come avviene a Bruxelles, unica regione bilingue del Paese.
Con lo scioglimento del Parlamento federale, il Belgio rischia di ripiombare in un’instabilità politica che potrebbe sfociare in una secessione delle Fiandre. Un incubo non soltanto per Bruxelles, che ha sempre fatto del Belgio un modello di federalismo europeo e che a giugno dovrebbe assumere la presidenza di turno UE, ma anche per la Lega, che vede nelle Fiandre movimenti politici capaci davvero di passare dalle parole ai fatti. Per fortuna nostra, Bossi & co. frequentano ormai da anni i poteri forti romani e ci hanno preso gusto. Ne sa qualcosa Castelli, umiliato alle ultime regionali proprio nella sua Lecco.


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