Non profit
Fiaba, è finita la favola della lotteria etica
Il caso. Il Parlamento affossa la riffa "solidale"
Non si ripeterà nel 2008 la favola di Fiaba, l?associazione «per l?abbattimento di tutte le barriere» che quest?anno è stata l?unica beneficiaria di una ricca lotteria nazionale. Per l?anno prossimo il Parlamento (e in particolare la commissione Finanze della Camera, che ha competenza in materia) ha dato il via libera a quattro riffe nazionali, di cui una sola con obiettivi di solidarietà: la lotteria Giornata del bambino africano indetta dal Programma alimentare mondiale dell?Onu e abbinata al Gran Premio di Agnano. Una decisione più saggia, secondo noi, di quella dell?anno scorso, che destinò al Fiaba oltre 230mila euro lordi senza che fosse stata messa in campo un?istruttoria seria su scopi, attività e trasparenza economica dell?ente beneficiario.
Le cose in Italia, in tema di lotterie nazionali, funzionano così: entro il settembre di ogni anno qualunque soggetto può inviare ai Monopoli di Stato una domanda in cui indica una manifestazione, da esso promossa, che potrebbe essere ?abbinata? a una lotteria nazionale; i Monopoli valutano che i candidati abbiano una «certa rilevanza sociale» e inviano le richieste al ministero dell?Economia, che in seguito le trasmette alle commissioni Finanze di Camera e Senato, cui spetta dare un parere.
L?anno scorso la spuntò il Fiaba, la cui attività principale consiste nel sottoscrivere «protocolli di intesa» con varie realtà pubbliche e private (tra cui la Presidenza del Consiglio e vari ministeri) sul tema dell?abbattimento delle barriere architettoniche; organizza inoltre un premio, che è stato abbinato alla lotteria (quest?anno si svolge il 13 dicembre al MotorShow di Bologna), e il Fiabaday, giornata in cui le porte dei palazzi governativi si aprono per fare entrare i disabili che ne fanno richiesta (poche decine, a voler essere ottimisti).
Forte di tanto fervore sociale, il Fiaba riuscì ad aggiudicarsi «la prima riffa etica italiana», come la definirono i promotori, i cui risultati certificati parlano di 312.870 biglietti venduti a 5 euro l?uno, per un ricavo totale pari a 1.564.350 euro, di cui 234.652 lordi a favore del Fiaba. A maggio Vita denunciò la scarsa trasparenza della procedura di assegnazione e la mancanza totale di istruttoria, dubitando dell?opportunità di destinare tanti fondi a un soggetto che quanto ad attività sociale non è certo tra i primi d?Italia, e non è neppure una onlus.
Tempo cinque mesi, e la musica è cambiata. Il ministero dell?Economia ha proposto infatti al Parlamento quattro lotterie nazionali: la classica Lotteria Italia, quella dei Carnevali di Viareggio e Gallipoli, quella del Gran Premio di Merano e quella ?sociale?, abbinata al Gran Premio di Agnano e alla Giornata del bambino africano del Pam.
Tra i bocciati – oltre naturalmente al Fiaba, che visti i risultati 2007 ci ha riprovato – c?è un po? di tutto: organizzazioni serie come l?EpaC, che si occupa di ricerca e assistenza ai malati di epatite C, o la cooperativa Paidos di Lucera, nel foggiano, legata ai padri Giuseppini e attiva nel sostegno ai minori disagiati; accanto a queste, l?associazione Poliziotti italiani, presieduta dal consigliere comunale di Milano Carmine Abagnale (Forza Italia), che proponeva la Lotteria della pace e della buona azione (non ridete, nel 2007 è stata approvata); la Federazione italiana tradizioni popolari di San Giovanni Rotondo, che sponsorizza manifestazioni folk; il Comune di Castelbuono, 9mila anime nel Parco delle Madonie, il cui fiore all?occhiello è la marcia podistica Sicilia al passo.
E il Fiaba? All?indomani della chiusura della ?riffa etica?, 21 giugno, il presidente Giuseppe Trieste aveva promesso l?apertura un bando per l?assegnazione dei fondi ai progetti più meritevoli delle tante associazioni con cui collabora. Una procedura trasparente. Che però a oggi non è ancora partita: «So che il presidente ha in programma una riunione con degli esperti per decidere come destinare gli utili», dichiara Irma Perri del Fiaba, «che comunque non sono ancora arrivati e sono molto inferiori alla cifra lorda». Il ricavo netto sarebbe infatti di 133mila euro, «una cifra con cui non è che si possa fare granché». Già, prendersi il disturbo di organizzare una lotteria per così poco… fatto sta che questi quattrini non hanno ancora trovato una destinazione. Alla faccia della ?riffa etica?.
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