Politica

Festival di Venezia:l’ultima sera al lido.

Ehi tu dove vai se il computer non ce l'hai?

di Daniele Segre

VENEZIA (Lido)

Praticamente mi sono sganciato da Festival e fra poco sarò sul Vaporetto per ritornare a Venezia alla Locanda dove VITA in questi 8 giorni mi ha ospitato per poter svolgere al meglio il mio lavoro d’inviato speciale alla 61° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Sono molto grato a VITA per l’importante esperienza che mi permesso di vivere la mia prima volta in qualità di giornalista.
Grazie a tutti, a Teresa per le sue telefonate tra una galleria e l’altra dell’autostrada, a Riccardo per le sue telefonate d’agosto, a Giuseppe per la sua fiducia, all’altro Riccardo per i suoi blog e le parole chiave per comunicare con tutti voi lettori.
Sono stati giorni di battaglia questi per conquistare il computer per scrivere
i pezzi, ehi tu dove vai se il computer non ce l’hai?
All’inizio sono andato al centro stampa e mi sono reso conto, con grande imbarazzo per il festival, della grande coda di colleghi giornalisti, sfigati come me, in attesa per poter trasmettere il proprio servizio; attesa che mediamente era di c.a. 40’/60′, un imbarazzo vergognoso perchè un festival internazionale come quello di Venezia che vuole posizionarsi tra:
i “mejo, better, meilleur, groten, gadol, bolscioij, mejor, bolji, paremp, különb, mai bun, gwell, melhor, lepszy, pli bona, megghiu, melhor del mondo intero; nell’interesse degli Sponsor, nell’interesse della Biennale, nell’interesse del Ministro dei Beni Culturali dovrebbe essere attrezzato in modo funzionale agli obiettivi strategici del progetto Biennale/Mostra del Cinema che nei giornalisti vedono il tramite naturale affinchè la notizia raggiunga il più velocemente possibile i vari destinatari, chiunque essi siano. Parlo soprattutto per quei giornalisti ?poveri? che collaborano per testate che non hanno la ?grandeur? dei giornali nazionali, servono anche loro, i piccoli giornali, le riviste, per la vera globalizzazione della notizia; accidenti se servono e debbono essere messi in condizione di poter lavorare al meglio per un festival internazionale che si qualifica tra i più importanti al mondo. Alla faccia del dromedario con la cravatta del ministro!
(n.d.r: leggere in viaggio per il Lido)
Certo siamo nel mondo del cinema, ma un centro stampa di cartapesta oramai non si vede più, siamo nell?era del digitale, nell?era del digitale!!!
Così ho capito che non potevo permettermi di passare il mio tempo nella sala stampa di questo festival, e così sono riuscito a trovare un altro luogo, nello stand di una nota birra dove erano stati allestiti, nel centro stampa, quattro o cinque computer per uso pubblico.
E? così che, nel rispetto della turnazione con le altre persone approdate in quell?isola, ho potuto mettere on line i miei articoli per VITA on line.

E? stato un po? faticoso, ma molto divertente ed ho anche pensato che io in fondo partivo avvantaggiato poiché arrivando dal cinema indipendente ero più resistente.Mi sono sentito davvero fortunato!
Domattina si riprende il treno per Torino e poi il lavoro sull?intervista a Gianni Amelio che per il numero di VITA in edicola ho realizzato insieme ad altri colleghi giornalisti stamattina dalle 11.15 alle 11.45 nella stanza 119 dell?Excelsior.
So già che domani, in treno avrò voglia di rimettermi a scrivere, magari un articolo dal titolo ?in viaggio per Torino?, ma ve lo risparmierò.
Spero a presto.

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