Politica
Festival di Venezia: il fotografo Tano D’Amico al Lido
L'annientamento e la rapina della memoria.
La conversazione che qui di seguito riporto è avvenuta domenica sera tra una trattoria a basso costo e la strada di fronte alla stazione Santa Lucia di Venezia con l’amico e grande fotografo Tano D’Amico.
Tano D’Amico: come esistono scrittori che da una storia in sé luminosa e nobile tirano fuori una novella o un romanzo che è sordido, che riducono tutto a loro misura; esistono anche, grazie al cielo, esistono scrittori che da storie molto sordide tirano fuori dei capolavori.
E così anche nel cinema, esistono dei registi che con un film annullano e rapinano la memoria di quel periodo, la banalizzano e fanno in modo che la memoria, in modo che il DNA della memoria degli uomini di un paese respinga questo episodio.
(n.d.r:ogni riferimento a film italiani presenti in mostra quest’anno è puramente casuale)
Daniele Segre: Perchè Tano D’Amico al Festival di Venezia?
Tano D’Amico: Io sono venuto per vedere quello che i giovani di oggi fanno in questa città, in questi giorni di fiera, di mercato di questo cinema, e fanno delle cose diverse.
Non sono venuto a documentare, è una brutta parola, sono venuto a viverci insieme per qualche giorno.
I no global hanno occupato un pezzo di spiaggia oramai abbandonata che per una specie di contrappasso erano i bagni della polizia, la polizia andava lì con le famiglie per fare il bagno. Hanno ripulito tutto con un lavoro enorme e sono lì a vivere tutti quanti insieme, per vivere queste giornate parlando fra di loro, hanno avuto anche ospiti del mondo del cinema, ma i loro ospiti più cari sono appunto delle persone che vivono delle condizioni sempre più diffuse.
Sono persone che non hanno un posto dove vivere, perchè vengono cacciate, come a Treviso il 26 agosto dove sono state sgomberate dalla polizia, sto parlando di persone che hanno un lavoro, ma che nessuno vuole affitare loro una casa.
Ci sono solo due forze in Italia che sono rimaste: la chiesa cattolica e i no global che ricordano che esistono dei diritti che tutti gli uomini hanno, cioè chi ha fame deve mangiare, in regola o no, e chi non ha un posto per stendersi deve avere un posto per dormire.
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