Non profit
FESTIVAL DELLA CITTADINANZA. Dove va il terzo settore?
Essere coesi, fare bene e farlo sapere: questa la ricetta dettata al Convegno in Camera di Commercio di Padova per la crescita del Terzo Settore
di Redazione
Ugo Campagnaro Presidente dell’Osservatorio Terzo Settore della Camera di Commercio di Padova, Stefano Valdegamberi assessore alle politiche sociali della Regione Veneto, Maurizio Carrara consigliere delegato di Vita Non Profit, Giorgio Ernesto Simonetto economista e Andrea Olivero Presidente del Forum Nazionale del Terzo Settore sono intervenuti nel convegno di giovedì 2 aprile promosso dalla Camera di Commercio, Osservatorio Terzo Settore, “Dove va il Terzo Settore”. L’incontro, evento di apertura del Festival della Cittadinanza e condotto dal Vice Presidente Ferpi Vecchiato, ha provato ad individuale le cause che portano il mondo delle associazioni ad avere dei vizi di sistema e capire come e cosa può fare il Terzo Settore in un momento di grande crisi come quello attuale.
“Il terzo settore sta vivendo un momento di crisi ma a Padova diamo ancora un grande contributo, siamo ancora vivi”. Queste le parole con cui Ugo Campagnaro ha aperto l’incontro in Camera di Commercio: “Non temiamo il confronto culturale, se riusciremo a stare insieme come società, i nostri mercati potranno riprendersi, accanto alla politica, al mondo imprenditoriale, al mondo agricolo e commerciale”. Gli elementi che portano il Terzo Settore a vivere momenti di difficoltà sono stati identificati nella mancanza di identità, nel collateralismo politico, nell’autoreferenzialismo e nella mancata alleanza strategica con il profit. A questi argomenti il consigliere delegato di Vita Non Profit Maurizio Carrara aggiunge la mancanza di coesione: “Il Non Profit deve ancora capire di essere un corpo unico: non c’è unione, un progetto strategico comune, non riesce ad essere bipartisan per portare avanti le sue attività sindacali”.
Smettere di separare il profit dal no profit e iniziare ad introdurre la competizione tra le associazioni sono le chiavi di svolta che propone Carrara, argomenti ripresi anche da Giorgio Simonetto: “Non mi piace la differenza tra mondo produttivo e mondo associativo, non si può centrare la riflessione sul solo aspetto del profitto ma sulla vita duratura della struttura e proprio per questo le associazioni devono imparare a coalizzarsi tra loro, porsi in modo unito, compatto, facendo capire di essere una delle maggioranze presenti nella società”.
Far capire alla società di essere una realtà importante diventa quindi per il Terzo Settore una questione fondamentale. Il mondo del no profit è infatti caratterizzato da numeri sorprendenti: solo in Europa sono 2 milioni le imprese no profit, il 6% della forza lavoro proviene dal questo mondo e ben il 73% della forza lavorativa totale afferma di voler impegnarsi nel mondo del volontariato una volta raggiunto il momento della pensione. Numeri davvero importanti questi che però non si conoscono e il problema diventa principalmente come farlo sapere. Il Vice Presidente Ferpi Vecchiato afferma: “Diventa inutile fare bene se non lo si fa sapere. Bisogna che le imprese del Terzo Settore imparino a comunicare, ad essere accreditate”. Capire come farsi sentire e farsi conoscere diventa quindi basilare per il mondo associativo come precisa anche Andrea Olivero, Presidente del Forum Nazionale del Terzo Settore: “Dobbiamo migliorare il modo con cui comunichiamo all’esterno, spesso usiamo gli strumenti dei peggiori partiti politici. Siamo troppo statici, poco rispettosi di ciò che siamo. Dobbiamo usare un linguaggio più dinamico, sfruttare la storia che ben ci rappresenta con un obiettivo comunitario finale”.
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