Famiglia

Festa della mamma: nei Pvs ne muore una al minuto

Aidos, l'associazione italiana donne per lo sviluppo, impegnata nella campagna "Maternità senza rischi" lancia l'allarme

di Redazione

Alla vigilia della giornata dedicata alla mamma, l’11 maggio, Aidos, l?associazione italiana donne per lo sviluppo, che dal 1981 realizza in 20 paesi progetti in difesa dei diritti umani delle donne e delle bambine del Sud del mondo, attualmente impegnata nella campagna “Maternità senza rischi. Un diritto per tutte le donne” a sostegno dei Centri Aidos per la Salute delle Donne che in Nepal, Giordania, Palestina e Venezuela forniscono assistenza ostetrica, ginecologia, psicologica, cure pre e post parto, lancia con forza l?allarme: Nel Terzo mondo la gravidanza e il parto uccidono una mamma al minuto! Ogni minuto nel Terzo mondo 380 donne restano incinte, 190 affrontano gravidanze indesiderate, 110 soffrono di complicanze legate alla gravidanza, 40 sperimentano aborti a rischio, 1 muore. 45 milioni di donne incinte non ricevono alcuna assistenza e 300 milioni soffrono di postumi dovuti a una gravidanza non assistita, il 47% partorisce senza assistenza ostetrica professionale e il 70% non riceve alcuna cura nelle prime 6 settimane dopo il parto. La maggior parte delle morti avviene durante il parto o subito dopo per mancanza o eccessivo costo dei servizi sanitari, carenza di mezzi di trasporto, condizioni igieniche inadeguate, precario stato di salute. (dati UNFPA e OMS) In Italia sono 11 su 100mila nati vivi le donne che muoiono per cause legate alla gravidanza e al parto. L?Italia è, nel calcolo del rischio riproduttivo, la nazione più sicura del mondo. I paesi che espongono le donne al rischio più alto sono Etiopia, Afghanistan, Angola, Ciad . Ma anche Nepal e Burkina Faso. In Burundi sono 1900 su 100mila nati vivi le donne che muoiono per cause legate alla gravidanza e al parto, in Ruanda 2300, in Etiopia 1800, in Somalia 1600 in Congo 1100, in Angola 1300, in Sudan 1300, in Sierra Leone 2100, in Guinea 1200, in Burkina 1400, in Senegal 1200. E passando all?Asia il primato è dello Yemen, 850 seguito dal Nepal 830 e dall?Afghanistan 820. In Italia nel 1998 il 23 per cento delle coppie usava il preservativo, il 22,8 la pillola, il 5,9 metodi di contraccezione naturali, il 29,2 per cento il coito interrotto, il 10,01 per cento la spirale, il 9 per cento nulla (dati IRP). Oggi è nei paesi dell?Africa Orientale e Centrale che il diritto di scelta delle donne. maggiormente violato, trascurato. In Burundi solo 1 donna su cento può adottare metodi contraccettivi moderni, 2 in Congo e Ciad, 3 in Benin, 4 in Ruanda, in Angola, in Sierra Leone e in Guinea. Passando all?Asia in Afghanistan solo 4 donne su cento decidono quanti figli avere e quando, 10 in Yemen, 35 in Nepal. Nel Sud del mondo i dati raccontano una vera e propria strage invisibile che si consuma nella quotidianità, nella normalità e ancora di più nei conflitti. Nei paesi coinvolti o appena usciti da una situazione di guerra le donne sono esposte a stupri, gravidanze forzate e torture sessuali, costrette ad abbandonare la propria casa ed esposte a tali rischi non hanno alcuna possibilità di accedere a servizi sanitari per la salute riproduttiva dove siano garantite condizioni di parto sicure, forniti anticoncezionali o informazioni e consulti professionali. Investire nello Sviluppo può cambiare il destino di migliaia di donne, dei loro figli, delle loro famiglie, dei loro paesi. Info: www.dirittiumani.donne.aidos.it


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