Sostenibilità

Ferrovie, i prezzi dei biglietti volano ad alta velocità

Caro tariffe

di Redazione

Dopo i primi mesi di tariffa di lancio, il supertreno
costa in media il 10% in più di un viaggio in Eurostar. Rincaro doppio di quel che prevede il Cipepagina a cura di Daniela Verlicchi
Alta velocità, le tariffe corrono più veloci dei treni. Il 14 dicembre scorso dalla stazione di Milano è partito, fiammante, il primo Frecciarossa. Ma i rincari sui biglietti (per i treni veloci e di fascia alta) lo hanno preceduto di circa due anni. «A gennaio 2007, dopo sei anni di tariffe bloccate per decreto dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti, Trenitalia ha unilateralmente deciso di alzare la tariffa media per viaggiare su Intercity ed Eurostar del 9% (dal 3 al 15% a seconda delle tratte)», denuncia Monica Multari, responsabile legale del settore Trasporti del Movimento Consumatori, «l’anno successivo, poi, il rincaro è stato del 15% su tutti i treni di fascia alta, quindi sempre Eurostar, Tbiz, ed Eurostar City». L’alta velocità, dopo i primi mesi di tariffa di lancio, costa in media il 10% in più di un viaggio in Eurostar. Ok, si può obiettare, in questo caso il servizio è migliore: da Milano si raggiunge Bologna in poco più di un’ora. Fantascienza fino a poco tempo fa. «Ma il rincaro non è giustificabile con il risparmio di tempo», obietta Multari, «ed è comunque il doppio di quel che prevede il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) per gli “aumenti a fronte di miglioramento del servizio” che dovrebbero essere del 5%».
La teoria è chiara: se vuoi viaggiare comodo e veloce, devi pagare di più. Ma la pratica, almeno per quel che riguarda Eurostar e Intercity, è diversa: se vuoi viaggiare comodo e veloce, paghi ogni anno di più e i servizi sono gli stessi. È questo che contestano al Movimento Consumatori: «I rincari del 2007 e del 2008 sono stati giustificati con la necessità di ripianare i conti e i costi di un quinquennio di tariffe bloccate», continua la Multari. «Nessuno li ha mai collegati ad un miglioramento del servizio». Invece, secondo due delibere del Cipe, per alzare il costo dei servizi di pubblica utilità come indiscutibilmente sono i trasporti ferroviari, bisognerebbe seguire una procedura che vincola l’aumento all’inflazione e alla verifica (da parte del ministero dei Trasporti) della qualità del servizio. Si tratta di un meccanismo di price-cap che Trenitalia già rispetta per le tratte regolate dal contratto nazionale di servizio: traghetti verso le isole, trasporti locali nelle regioni a statuto speciale e Intercity notte. «Per le altre se ne infischia», chiarisce Multari, «con la scusa della liberalizzazione delle tariffe». Ma Movimento Consumatori non ci sta: nel 2008 l’associazione su questo ha presentato un esposto al ministero, all’Antitrust e al Garante per la sorveglianza dei prezzi. Risultato? Il ministero per lo Sviluppo economico ha diffuso un dossier che attesta che nel periodo considerato (2007-2008) le tariffe del trasporto ferroviario in Italia sono aumentate del doppio che nel resto d’Europa. Mentre Antonio Lirosi, l’allora Mister Prezzi, dopo aver confermato l’analisi del ministero, ha diffidato Trenitalia dall’aumentare ancora i prezzi «consigliandole» di prevedere agevolazioni e sconti per il periodo estivo.
Poi, come abbiamo detto, è arrivata Frecciarossa. E, difficile da credere, la situazione è peggiorata, almeno per chi non viaggia in alta velocità. Chi non vuole o non può prendere il treno scheggia, tipo i pendolari, tra gennaio e febbraio hanno dovuto far i conti con una serie di ritardi dovuti alla condivisione delle linee ad alta velocità e linee “storiche” in determinate tratte (Milano Centrale-Milano Rogoredo e Bologna Lavino-Bologna Centrale) e, in alcune regioni, con uno stravolgimento degli orari di arrivo e partenza dei locali e regionali. Se a questo si aggiunge il sovraffollamento di alcuni convogli, si capisce che l’alta velocità, almeno ai pendolari, costa già molto più del 10% del prezzo del biglietto. La Regione Veneto ha recentemente sanzionato Trenitalia per aver disatteso al contratto di servizio regionale: i treni erano troppo sporchi, affollati e in ritardo. Cinque milioni di euro di multa che, per ora, non hanno sortito l’effetto sperato: «Non è cambiato nulla», spiega Multari. Così MC ha avviato una campagna di risarcimento danni ai pendolari e citerà Trenitalia in giudizio per aumenti illegittimi di tariffe di pubblica utilità.


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