Cultura
Ferrero a tutto campo
Dalla Conferenza sull'immigrazione alla missione in Libano, passando per le libertà religiose. Il Ministro della Solidarietà su VITA in edicola a 360 gradi
«La conferenza nazionale sull’immigrazione? Si farà». Parola di ministro. «La faremo non appena avremo lavorato alla riconvocazione della Consulta sull’immigrazione. Ma la proposta mi trova completamente d’accordo». Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, in questa intervista accetta di affrontare a 360 gradi i temi lanciati dalla copertina di Vita in edicola da domani.
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Vita: Ministro cosa pensa, lei che è di Rifondazione e porta sempre sul bavero della giacca la stella della pace, della missione militare italiana in Libano, pur sotto egida Onu? Bisognava proprio andarci o non era meglio chidere, come hanno fatto molti pacifisti, di non inviare truppe, come già in Iraq?
Paolo Ferrero: L?azione svolta dall?Italia e dunque in particolare dalla coppia Prodi-D?Alema ma anche da Parisi, tutti miei colleghi di governo, è stata molto positiva. Con questa spedizione militare diamo sostanza vera e concreta all?ipotesi della tregua, altrimenti inesistente o troppo fragile. Vuol dire, imporre una tregua sostanziale, che non ci sono i morti. Obiettivo di un pacifista, in ogni circostanza. Serviva coinvolgere uno schieramento ampio e solido, e il governo c?è riuscito. La missione è rischiosa, questo è vero, ma ci andiamo con un atteggiamento e argomenti coraggiosi e positivi. Voglio anche far notare che, per la prima volta, la nozione di ?guerra preventiva? va in crisi, grazie alla missione militare di pace sotto egida Onu, e va in crisi in un teatro di guerra endemica come il Medio Oriente. Poi, da ora in poi, discutiamo pure dei mezzi e modi migliori per farla rspettare davvero, la tregua, ma l?inversione di tendenza non solo rispetto all?intervento armato degli Usa in Iraq ma anche a quello della forza multinazionale di pace in Afghanistan è netto, forte. Pere quanto mi riguarda, è un bel risultato. Inoltre, Israele deve accettare l?idea di non aver raggiunto gli obiettivi militari che si prefiggeva. Insomma, ha preso una bella nasata, su quel piano. Certo, il problema palestinese, di uno stato libero e in pace con Israele, resta totalmente aperto ma ? ripeto ? dal punto di vista dell?uso della forza questa missione è una novità positiva e in controtendenza. Non a caso, questa missione e il nostro impegno, come Paese, in essa, ha ed avrà molti nemici, sul piano interno e su quello internazionale. Se funziona, infatti, non ci si potrà più sottrarre, ad un uso diverso e ?pacifico? della forza. Non è il pacifismo puro, me ne rendo conto, ma di questa considerazione ogni pacifista, da quelli della marcia di Assisi in giù, dovrebbe tener conto.
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Vita: Un bilancio sintetico dei primi mesi di ministero?
Ferrero: L’unica nomina che potevo fare, quella del nuovo direttore del Dipartimento per il Servizio civile, l’ho fatta: ho scelto Diego Cipriani, che è bravo, esperto e che viene dalla Caritas, e che sta già lavorando alla piena riqualificazione di questo settore. Abbiamo poi riattivato tutti gli osservatori (immigrazione, droga, volontariato, associazionismo, alcolismo). Infine, abbiamo fatto la Consulta per la disabilità, che non era mai stata fatta prima. Inoltre, faremo presto una nuova legge sulla casa che metta al centro l’offerta pubblica di alloggi, e una per la non autosufficienza.
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