Responsabilità sociale di impresa

Ferragni, i buoni pandori ci sono davvero

Piccola ricognizione fra le industrie dolciarie dopo la Caporetto della Balocco. C'è chi fa bilanci sociali, chi ha un'attenzione per l'ambiente e chi ha certificato la responsabilità sociale. Informazioni utili per il consumatore

di Veronica Rossi

Non solo pandoro-gate. Abbiamo analizzato i siti di alcune tra le più famose aziende produttrici di dolci natalizi, per capire quali fossero le loro politiche sulla sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – e sulla responsabilità sociale d’impresa. Ecco quello che abbiamo trovato.

Tre Marie divise

Le Tre Marie, ogni anno ai primi posti delle classifiche stilate sui migliori panettoni e pandori, è un marchio condiviso da Galbusera, per la parte panettoni e pandori, e dall’azienda toscana Sammontana per la parte frozen, ossia gelati. Quest’ultima è una società benefit: dovrebbe integrare, quindi, nei suoi obiettivi, oltre al profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. In effetti nel sito della casa madre si può leggere e scaricare il bilancio di sostenibilità – quello del 2022 è il primo – in cui vengono riassunte le principali attività a favore dell’ambiente e delle comunità in cui opera che l’azienda porta avanti. La sostenibilità dell’impresa si fonda – secondo il documento – su tre pilastri principali, “Salute e benessere” (dei consumatori, attraverso una politica di controllo sulla qualità dei prodotti e delle materie prime e la riduzione degli scarti, e dei dipendenti, attraverso attività sulla sicurezza, sulla formazione e sulle pari opportunità), “Filiere sostenibili” e “Ambiente”.

Galbusera ha online una pagina dedicata alla responsabilità sociale e ambientale dell’azienda. In particolare, viene garantito l’impegno nel campo della sicurezza alimentare (no Ogm, no grassi idrogenati, no coloranti e conservanti, per esempio), l’attenzione alle comunità dei territori in cui opera e la promozione di un ambiente di lavoro positivo per i dipendenti.

Bauli punta sulla sostenibilità

Anche Bauli pubblica annualmente un bilancio di sostenibilità; i valori che nel 2023 sono stati identificati (con l’arrivo del nuovo ceo, Fabio di Gianmarco) per guidare lo sviluppo futuro dell’azienda sono stati sei: bontà, passione, collaborazione, coraggio, cura, integrità. Secondo il documento, c’è un particolare interesse per la salute dei consumatori, la sicurezza dei dipendenti, le comunità (c’è stato un progetto a sostegno di una biblioteca veronese) e l’ambiente. In questo senso, nell’ultimo anno, si è registrato un calo delle emissioni e della produzione di rifiuti. Dal 2009 anche il famoso marchio Motta è di proprietà della Bauli, che l’ha acquisito da Nestlé.

Paluani ha il suo codice


Paluani, invece, fa capo a Sperlari, di cui è disponibile online un codice etico, in cui sono enunciati i valori e gli impegni dell’azienda, la cui responsabilità è – secondo quanto si può leggere sul documento – concentrata sul settore sociale, ambientale e di sostenibilità economica. Anche in questo caso, sono ricordati benessere e sicurezza dei lavoratori, nonché la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni. Sul sito dell’impresa è anche disponibile una sezione di “whistleblowing”, in cui si possono segnalare irregolarità, condotte illegittime e violazioni del codice etico. È anche possibile, per i dipendenti, denunciare online eventuali problematiche di disagio sul lavoro o attinenti alle pari opportunità.

Melegatti sensibile all’ambiente

Sul portale online di Melegatti, in cui sono annoverate alcune certificazioni ambientali, sono indicati anche gli impegni dell’azienda in ambito ambientale, come l’acquisto di materie prime controllate e la riduzione e sostenibilità del packaging. In particolare Melegatti sta conducendo un percorso pluriennale a supporto dell’azienda di climate rech 3Bee; ha inaugurato un’oasi della biodiversità, dove ha installato un alberare hi-tech e ha avviato la piantumazione di un bosco nettarifero.

Maina, responsabilità certificata

Maina, invece, come riportato sul sito, è stata la prima azienda dolciaria al mondo e la prima azienda italiana nel settore alimentare a conseguire la certificazione di Responsabilità sociale Sa 8000, che si basa sulle norme internazionali del lavoro contenute nelle convenzioni dell’Organizzazione internazionale dei lavoratori, sulla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Onu e sulla Convenzione Onu dei diritti del bambino

I “contoterzisti”

I panettoni e i pandori dei marchi afferenti alle realtà della grande distribuzione organizzata sono prodotti in stabilimenti di proprietà delle aziende precedentemente annoverate; il panettone Favorina della Lidl, per esempio, viene da un impianto Bauli, mentre i panettoni Le Grazie di Esselunga sono realizzati da Maina.

Foto in apertura di Luigi Innamorati per Agenzia Sintesi.

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