Salute

«Fermate il Programma Operativo Straordinario della Regione Molise»

È l’appello di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato al Ministro della Salute, al Tavolo Tecnico interministeriale di controllo e verifica della spesa sanitaria, e alla Conferenza Stato-Regioni per la chiara «direzione privatistica che la Regione vuole imprimere al proprio Servizio Sanitario»

di Redazione

«Lanciamo un appello al Ministro della Salute, al Tavolo Tecnico interministeriale di controllo e verifica della spesa sanitaria, e alla Conferenza Stato-Regioni affinché il Programma Operativo Straordinario 2015-2018 elaborato dalla struttura Commissariale della Regione Molise così com'è non venga approvato». Così inizia la nota di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato con cui si chiede l'intervento delle istituzioni competenti.

Per l'associazione «è infatti chiara la direzione privatistica che la Regione vuole imprimere al proprio Servizio Sanitario», in quanto:

  • su una riduzione complessiva di 289 posti letto, 237 vengono tagliati alle strutture pubbliche e 52 alle strutture private, le quali gestiranno circa il 40% dei posti letto ospedalieri per acuzie e post acuzie regionali;
  • la dismissione, presso le strutture pubbliche, di reparti basilari quali Oncologia e Cardiologia per essere affidati, in esclusiva, ad una struttura privata confessionale che diverrebbe HUB regionale nelle due branchie specialistiche. L'affidamento in esclusiva ad erogatori privati mai attuato in alcuna regione italiana andrebbe a sovvertire il ruolo di sussidiarietà finora assunto dalle strutture private; inoltre proprio in Molise, nel 2011, il principale erogatore privato ha sospeso la fornitura di trattamenti e terapie oncologiche e l’Ospedale Cardarelli ha dovuto prendere in carico i pazienti gestendo in urgenza tutte le terapie e le cure.
  • il depotenziamento delle strutture pubbliche in favore degli erogatori privati in particolare dell’Ospedale Cardarelli, Presidio regionale e DEA di I livello, dove: vengono chiusi i reparti di Oncologia e Cardiologia per essere affidati all’erogatore privato; vengono dimezzati i posti di ortopedia, che contemporaneamente vengono attivati presso una clinica privata; vengono ridotti i posti di chirurgia mentre in una casa di cura vengono aumentati; viene chiuso il reparto di neurochirurgia, i cui posti letto non vengono però intaccati in un istituto privato.

Ambigua per Cittadinanzattiva «è inoltre l’ipotesi della gestione della Fondazione Giovanni Paolo II, infatti non si comprende come si colloca la gestione pubblica di una Fondazione privata, il cui Consiglio di Amministrazione, pubblico, dovrebbe definirne le linee guida strategiche; nella direzione di quale interesse? Inoltre perché la nomina dei componenti dovrebbe avvenire a cura del Presidente della Regione e non a cura del Consiglio regionale?»

«Inoltre tale ipotesi potrebbe condurre alla paradossale condizione che per i locali della Fondazione, già costruiti in gran parte con investimenti pubblici, si debbano erogare ingenti somme per l’adeguamento ed il trasferimento di parte dell’Ospedale Cardarelli, corrispondere un riconoscimento economico per l’utilizzo, per infine acquistarne la proprietà da parte della struttura pubblica», scrivono dall'associazione.

«Ci preoccupa molto la direzione in cui le scelte ipotizzate dalla Regione Molise conducono la gestione del servizio sanitario, scelte finora mai attuate, e che potrebbero influenzare il futuro assetto del Servizio Sanitario Nazionale», spiega Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva, che prosegue, «il privato può contribuire positivamente se integra e non sostituisce il Servizio Sanitario Regionale Pubblico. Dal Piano elaborato dalla struttura commissariale del Molise non emerge con chiarezza il rapporto di convenienza tra investimento pubblico, e quindi soldi di tutti i cittadini, e miglioramento atteso dei servizi sanitari, che sembrano invece spostarsi verso una premialità per gli erogatori privati» e per questo, conclude Aceti, «ci appelliamo alla Conferenza Stato-Regioni, al Ministro della Salute

e al Tavolo Tecnico Interministeriale di verifica, ai quali abbiamo anche inviato una nota tecnica, affinché il Piano elaborato dalla Regione Molise così com'è non venga approvato e che si apportino le necessario modifiche in grado di tutelare in primis la salute dei cittadini e il Servizio Sanitario Pubblico».

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