Economia

Femminili e plurali, ecco le cooperative

Legacoop Lombardia: Il X Rapporto delle coop di lavoro

di Benedetta Verrini

Fuori dalle logiche della precarietà, fuori dai pregiudizi che colpiscono le fasce più deboli, in controtendenza rispetto alla pesante stagnazione che ha colpito l?economia italiana: è la felice ?anomalia? delle cooperative di Legacoop Lombardia, che chiuderanno il 2006 con un fatturato in crescita del 4%, un valore aggiunto a +5% e mille nuovi posti di lavoro. Sono i dati del decimo Rapporto Sociale, illustrato a Milano il primo dicembre scorso, insieme ai preconsuntivi 2006 e agli scenari dell?economia nazionale e lombarda per il prossimo biennio. Il report, prima di tutto, traccia l?identikit delle coop di lavoro Legacoop Lombardia: oltre 500 imprese, che nel 2005 hanno prodotto un fatturato pari a 1,4 miliardi di euro e dato lavoro a oltre 27mila addetti, il 90% soci lavoratori e con contratto a tempo indeterminato. Risultati che si riverberano nell?ottima performance del terzo settore, dove il numero delle coop sociali è arrivato a 160 e il fatturato ha raggiunto quota 155 milioni, con oltre 6mila addetti. Oggi per ogni coop che chiude in Lombardia ne nascono 13 nuove. Una vitalità che è stata possibile «grazie alla missione delle cooperative di investire nel core business, non in attività finanziarie e soprattutto non solo sul risparmio dei costi», ha spiegato Felice Romeo, presidente dell?Associazione lombarda cooperative di servizi. I ?motori? di questo sviluppo? Soprattutto giovani e donne, ovvero le fasce più a rischio. Nelle coop lombarde oltre l?80% dei nuovi assunti erano giovani al primo impiego e oltre il 51% degli addetti sono donne (e raggiungono i posti di comando: il 35% sono quadri e dirigenti, 110 sono presidenti di cooperativa). «L?utilizzo intenso e programmato del part time», commenta Romeo, «ha consentito di valorizzare al massimo il contributo femminile allo sviluppo delle coop di lavoro. E certamente i giovani sono consapevoli che, pur con un parziale sacrificio delle ambizioni remunerative, nella cooperativa possono realizzare quel lavoro stabile e di qualità che difficilmente potranno trovare in altri settori». Altro fronte di notevole interesse, per le coop di Legacoop Lombardia, è quello dell?investimento sugli addetti stranieri: gli extracomunitari impiegati rappresentano oltre il 13% della forza lavoro. «La cooperativa è per loro un percorso per essere regolarizzati e stabilizzati», spiega Romeo, «oltre che un luogo strategico di integrazione e socializzazione ». Info: www.lombardia.legacoop.it


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