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Feltri-Boffo, la rissa dei giornali

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di Franco Bomprezzi

E’ stato il tema dell’intero fine settimana, da quando il direttore de IL GIORNALE Vittorio Feltri ha scritto su un editoriale pesantissimo contro Dino Boffo, direttore di AVVENIRE, dando notizia di un suo patteggiamento a Terni per molestie personali, in relazione a una storia a sfondo omosessuale avvenuta nel 2004. Ma ancora oggi i giornali danno ampio risalto al caso, e alle sue implicazioni mediatiche e politiche.

 

 

 

 

Il CORRIERE DELLA SERA titola di taglio centrale in prima: “Ecco la nota anonima contro Boffo – spedita tre mesi fa a tutti i vescovi insieme alla sentenza di Terni”. L’argomento è sviluppato poi da pag. 5 a pag. 8. Si comincia con Roberto Zuccolini: “Il premier: mai parlato col direttore del Giornale”. Impossibile smentire tutte le voci e le insinuazioni di questi giorni, sostiene Berlusconi, ma in ogni caso nessuna conversazione telefonica con Feltri  prima della pubblicazione dell’editoriale contro Boffo. Nel pezzo par di capire che è già in atto una iniziativa diplomatica per ricucire gli strappi degli ultimi giorni con il mondo cattolico, nella convinzione, espressa da Paolo Bonaiuti, che i rapporti con la Santa Sede non cambieranno perché “una cosa è un articolo di giornale, un’altra la politica reale, quella dei fatti”. Due colonne per dar spazio a Matteo Salvini, europarlamentare della Lega: “E la Lega apre al mondo gay. Salvini: da noi sono benvenuti”, ma assai più spazio a una conversazione con il presidente di Mediaset: “Confalonieri: Feltri? Pubblica le notizie, e poi chi la fa l’aspetti”. Ecco che cosa ha detto a Daniele Manca uno degli amici più potenti di Berlusconi: «Sono tre mesi che si parla di “papi” e “D’Addario”, che si continua a diffamarlo, poi arriva un fatto che non lo riguarda e improvvisamente c’è chi sui giornale scopre che non si può andare avanti così. Ma andiamo…”. A pag. 6 Paolo Foschini rivela l’origine dei documenti trovati da Feltri: “Il «mini dossier» che accusa Boffo spedito ai vescovi”.
“La prima notizia – scrive il cronista del CORRIERE – è che quel foglio non è un atto giudiziario bensì una lettera anonima. La seconda è che si tratta dello stesso foglio che praticamente tutti i vescovi d’Italia avevano ricevuto per posta, insieme con la fotocopia assai più stringata dell’effettivo decreto di patteggiamento, addirittura tre mesi fa, e che tutti quanti, a suo tempo, avevano buttato nel cestino”. Da segnalare anche una lunga conversazione di Aldo Cazzullo con il direttore dell’Osservatore Romano: “Vian: rivendico di non aver scritto sulle vicende private del Cavaliere”, un pezzo nel quale esaurita la solidarietà di rito a Dino Boffo, il direttore del quotidiano della Santa Sede prende fortemente le distanze dal quotidiano dei vescovi, rispetto alle recenti prese di posizione, come quelle sull’immigrazione: “Non si è forse rivelato imprudente e esagerato – si chiede Vian – paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito una editorialista del quotidiano cattolico?”. Par di capire che l’Osservatore Romano non ha alcuna intenzione di inserirsi in una polemica fra cattolici e governo, del quale invece si apprezzano le scelte. E infatti l’ultimo pezzo del CORRIERE dedicato al caso Boffo, è un “dietro le quinte” firmato da Gian Guido Vecchi: “La Chiesa mette in campo la «diplomazia segreta»: ora ricucire”.

“Boffo: contro di me un’emerita patacca. Pd: caso in parlamento”, è il titolo in prima pagina su REPUBBLICA di presentazione dei servizi sul caso Boffo che si sviluppano alle pagine 2,3 e 4. Ampio risalto all‘autodifesa del direttore dell’Avvenire comparsa ieri sul quotidiano dei vescovi: «Punto centrale dell’autodifesa di Boffo è che non esistono informative di fascicoli giudiziari o della Polizia di Stato che proverebbero le sue presunte molestie sessuali. Il documento citato come prova dal giornale per incastrare il direttore di Avvenire sarebbe  una “vera sola, come – scrive Boffo – gli ha assicurato anche il ministro degli interni Roberto Maroni “in una inattesa telefonata” nella quale il capo del Viminale “ha voluto manifestare la sua solidarietà e il senso di schifo che gli nasceva dalle cose lette” sul Giornale». Alle pagine 2 e 3 grande spazio è riservato alle posizioni del Pd (“Minniti: situazione da allarme rosso, temo una guerra di dossier illegali” e “Pd: il caso in Parlamento. Il Copasir: vigileremo sui servizi”), ma anche la rivelazione che “La velina anonima arrivò a tutti i vescovi” e che, come recita il sommario del pezzo «il primo a rivelare di aver cestinato la lettera è stato Betori a Firenze». A pag 4 infine REPUBBLICA sull’appello in difesa dell’informazione promosso dal giornale con Eco, Zagrebelsky e Cordero. Allo stesso tema è dedicato anche il fondo di Edmondo Berselli “Dov’è finita l’informazione” a cui viene affiancato l’intervento di Ilvo Diamanti “Il posto della chiesa in tempi pagani”.

Il GIORNALE, per rispondere a chi ha bollato come falsa la notizia di Dino Boffo-direttore di Avvenire nonchè molestatore, pubblica oggi in copertina copia di un certificato del casellario giudiziale dove si legge che «Dino Boffo, figlio di Rino e Cinel Mercedes, è stato condannato per il reato di molestia alla persona art.660 cp commesso nel gennaio 2002 in Terni, ad un’ammenda di 516 euro, pagata nel 2004». Feltri nell’editoriale poi smentisce la notizia pubblicata da Repubblica secondo cui il neo direttore del GIORNALE si sarebbe incontrato con Berlusconi qualche settimana fa per pianificare una strategia mediatica. Scrive Feltri: «Scalfari se fosse stato un giornalista scrupoloso non avrebbe avuto difficoltà a verificare che Palazzo Chigi sono andato  l’ultima volta 4-5 anni fa,  perchè chiunque entri nella sede della presidenza del Consiglio esibisce i documenti e le sue generalità vengono trascritte. Con il Cavaliere ho parlato in un passato non remoto, per un totale di un paio di muniti, non certo sufficienti a elaborare una strategia di killeraggio». Feltri poi commenta il “disgustoso”, aggettivo con cui ieri titolavano quasi tutte le copertine dei quotidiani riportando le parole del cardinal Bagnasco. Feltri scrive: «Il cardinal Bagnasco giudica disgustoso il nostro attacco e non l’episodio che lo ha generato. Che razza di morale è questa? Da quando in qua raccontare un reato è più grave che commetterlo?». IL GIORNALE  sino a pag. 9 sta sulla vicenda Boffo con anche un pezzo dove si ricordano i guai con la giustizia di Ezio Mauro, direttore di Repubblica, per  via di «850mila euro versati in nero per un attico ai Parioli» e  con un’intervista a Mario Adinolfi, esponente del Pd e che ha collaborato per più di tre anni con Avvenire che commenta «le carte su Boffo sono tutte vere».

AVVENIRE di domenica (ricordiamo che il lunedì il quotidiano della Cei non esce) riporta uno strillo in prima pagina: «attacco disgustoso». Sono le parole del cardinale Angelo Bagnasco, pronunciate sabato mattina dopo l’uscita di Feltri. Il quotidiano sceglie di non dedicare molto spazio nelle pagine interne a una querelle che probabilmente ritiene non degna di essere discussa. Tant’è che occupa solo un piede di pagina (“L’arcivescovo Betori: «La spazzatura torni alla spazzatura»”), poche parole ma molto incisive: «Degno del cestino della spazzatura», così monsignor Giuseppe Betori bolla la boutade de il Giornale, così «ogni missiva anonima». Il quotidiano si premura di sottolineare che sono sempre più numerose le manifestazioni di solidarietà che pervengono alla redazione. Fra gli altri, il messaggio di Salvatore Martinez, secondo il quale Dino Boffo «paga il fio della verità e dell’onestà intellettuale subendo un ingiusto impeto vendicativo, che lusinga la coscienza pubblica all’insegna di un volgare e inverosimile “tutti peccatori, tutti zitti”». Tutto il mondo dell’associazionismo cattolico esprime vicinanza al direttore: da Franco Miano, presidente di Azione Cattolica ad Andrea Olivero, presidente Acli, che parla di «volontà intimidatoria»; da Francesco Belletti, presidente del Forum delle famiglie, agli organizzatori del meeting e all’associazione Scienza e Vita. Ma anche l’agenzia d’informazione Sir e la federazione dei settimanali diocesani. Dal mondo politico, l’invito «ad abbassare i toni»  di Renato Schifani e le telefonate di solidarietà di Beppe Pisanu, di Maurizio Sacconi, Fabio Porta, Pierluigi Castagnetti, Luigi Bobba e molti altri. Una solidarietà che viene anche dai lettori, come emerge dalle ultime pagine, quelle del forum, con lettere di ogni genere che arrivano da preti, suore, o semplici fedeli. «Caro direttore, ma non capisce», scrive Elisabetta Cipriani da Agliana (Pt) . «Se tutto fango, niente è fango. Se riescono a dimostrare che siamo tutti moralisti ipocriti; che nessuno vive in coerenza coi valori che professa; che lo steso mondo cattolico è un carnasciale torbido di maschere tartufesche, allora il dissenso diventa impossibile… Totale solidarietà da parte mia, per quello che vale, in questa vicenda orchestrata da vigliacchi prezzolati». Per molti, la campagna diffamatoria de il Giornale è «un atto intimidatorio” di alcuni poteri forti, che tentano manovre diversive per distrarre l’attenzione da altro. Ma c’è anche l’invito a mantenere la lucidità e l’imparzialità di giudizio, pur nel bel mezzo di vergognose e immeritate «bastonate» che rischiano di respingere il direttore «nella direzione politica opposta». C’è chi, da anni lettore de il Giornale, promette di non comprarlo più dopo quella che qualcun altro definisce «barbarie mediatica». C’è poi la risposta ufficiale del direttore, Dino Boffo, che ironizza sulla «traccia contorta e oscura che qualcuno ha confezionato e fatto girare in attesa che un allocco si prestasse al gioco». Sta parlando del documento esibito da Feltri, che lui definisce un «vera sòla», tecnicamente e sostanzialmente implausibile. Insomma, una «patacca che, con un minimo appiglio, monta una situazione fantasiosa», come si è sincerato di appurare Roberto Maroni (che gli telefonato per esprimere anch’egli solidarietà), chiedendo un’immediata verifica nell’apparto di pubblica sicurezza centrale e periferico che da lui dipende: nulla di nulla è emerso. Non solo, sul sito de il Giornale è emerso il giorno dopo l’uscita del quotidiano una lettera di un lettore che spulciando l’articolo annotava «l’incredibile quantità di strafalcioni ed inesattezze giuridiche». Peccato che quel contributo sia stato «prontamente» rimosso dall’online. E poi, Boffo bombarda la leggerezza con cui «talora, (noi giornalisti) impegniamo le nostre truppe in campagne tanto veementi quanto malaccorte… Ma attento», avverte, rivolgendosi a Feltri, «potresti non esserti accorto che si sta restringendo l’area dei lettori che a noi credono sempre e comunque». Segue, con toni civilissimi, l’avviso della querela in arrivo e in chiusura lascia intendere che Feltri è caduto nel gioco di qualcuno che millantava conoscenze dei fatti ma che probabilmente aveva solo in mente di «saldare qualche vecchio conto».

“Avvenire, ipotesi di complotto”. LA STAMPA affronta il caso Boffo in una pagina all’interno in cui si limita a riportare gli ultimi fatti di cronaca: gli avvocati del direttore di Avvenire che oggi querelano “Il Giornale”, l’ipotesi poi smentita dal Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti che le accuse siano state fabbricate ad arte, le dichiarazioni di Vittorio Feltri sul documento che prova il patteggiamento per molestie personali. Completa la pagina un pezzo d’appoggio sul premier Silvio Berlusconi che, scrive LA STAMPA, «si chiama fuori» «come se gli attacchi del “Giornale” al direttore dell’ “Avvenire” fossero parte di una normale dialettica tra organi di stampa, e la faccenda non lo sfiorasse».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

GIAPPONE

REPUBBLICA – “Tokyo, svolta storica: trionfo democratico”. A raccontare l’esito della tornata elettorale che dopo 54 anni consegna ai democratici il timone del Paese è l’inviato Giampaolo Visetti: «…Le storiche elezioni per la camera bassa hanno chiuso un’era politica nazionale ed esaurito un modello economico mondiale. Ma prima di tutto hanno espresso la necessità di una nuova identità per un paese che ha deciso di lasciarsi alle spalle tragedie e grandezza del Novecento». Nell’intervista di appoggio parla l’economista Takehito Yamamoto: “Reagiremo alla crisi economica, proprio come dopo Hiroshima”.

IL GIORNALE – Svolta storica in Giappone ” Tramonta il regno della Dc del Sol Levante” è il titolo del GIORNALE  a pag. 19 che spiega che alle elezioni politiche in Giappone il partito d’opposizione travolge i liberaldemocratici che erano alla guida del governo da 54 anni. Livio Caputo commenta: «L’avvenimento è stato paragonato alla caduta del muro di Berlino. Il partito liberaldemocratico ha perso 200 dei 315 seggi che aveva nel Parlamento, che ne conta 480 e – cosa gravissima in Oriente – ha perso anche la faccia. Buona parte dei suoi notabili sono stati sconfitti nei rispettivi collegi da giovani rampanti del partito democratico, nato appena 11 anni fa ma alla quali i giapponesi hanno chiesto di risolvere la crisi che attanaglia il Paese da quasi vent’anni».

LA STAMPA – “Il Giappone cambia dopo 50 anni”. Oltre all’editoriale in prima pagina, LA STAMPA racconta in un primo piano la vittoria dei democratici nel Paese del Sol levante. “Svolta a Tokyo. Dopo 54 anni vince la sinistra” titola il servizio che si apre con la cronaca della vittoria del Partito democratico per poi proseguire con un ritratto del suo leader Yukio Hatoyama e concludersi con un’analisi di Maurizio Molinari da New York sui riflessi che il nuovo corso potrebbe avere sulle relazioni con gli Usa. Gli analisti americani interpellati da LA STAMPA parlano di un terremoto politico che fa temere a Washington un’incrinatura dei rapporti di alleanza. I democratici giapponesi chiedono da tempo un ridimensionamento della presenza delle truppe Usa in Giappone, ma sopratutto la nuova leadeship preme per un nuovo protagonismo del Giappone in Asia (vedi la proposta di creare una “comunità dell’Estremo Oriente” con una moneta comune sul modello Ue) e invoca un riposizionamento di Tokyo fra Usa e Cina. Tra l’altro solo pochi giorni fa Hatoyama ha firmato sul “New York Times” un commento nel quale accusa il «globalismo a guida americana, basato sul modello americano di capitalismo» di essere all’origine della crisi finanziaria che ha investito il Pianeta nell’ultimo anno.

 

PENSIONI

ITALIA OGGI – “Pensioni, l’altra riforma” è il titolo d’apertura seguito dall’editoriale di Marino Longoni in cui viene spiegata la riforma che differenzia il trattamento delle lavoratrici nel pubblico e nel privato. Una manovra infatti che «costringerà 89 mila donne impiegate nella PA a rimanere a lavoro per qualche anno in più nei prossimi 10 anni». Il calcolo è stato fatto dall’Inpdap che oltre ai dati numerici fa emergere un problema «che la Corte di giustizia non ha voluto prendere in considerazione». Il fatto cioè che la realtà lavorativa è svolta in condizioni differenziate (nel pubblico la donna è più tutelata che nel privato) quindi «se nel pubblico un bonus di 5 anni non si poteva più giustificare nel privato potrà durare ancora a lungo».

SANATORIA

ITALIA OGGI – A pag. 9 articolo di Daniele Ciroli “Colf e badanti, via alle domande” che spiega i 4 step per mandare le istanze di regolarizzazione a partire da oggi (1 settembre). «Non c’è bisogno di affrettarsi: non ci sono né graduatorie né quote d’ingresso» ma solo verificare la fattibilità della sanatoria. Il possibile schema da seguire è prima di tutto capire se è possibile avvalersi della sanatoria poi è necessario che il lavoro nero sia duraturo, chiarire la posizione di soggiorno del lavoratore che definiurà la procedura da attuare infine che il lavoratore sia in possesso di un regolare documento d’identità e la capacità economica del datore di lavoro (nel caso delle colf) o la non autosufficienza del datore di lavoro (nel caso delle badanti).

SOLE 24 ORE – “Per colf e badanti un aiuto dai Comuni sulle pratiche online”, è il richiamo in prima pagina che Il Sole 24 Ore dedica alla regolarizzazione del lavoro domestico, «la più grande dopo la Bossi-Fini che nel 2002 raccolse 650mila domande». Da domani al 30 settembre sarà possibile presentare le richieste telematiche; la novità è che saranno accolte tutte le pratiche valide. A pagina 5, “Il Comune apre lo sportello colf” sull’accordo di oggi tra Anci e ministero per l’assistenza nelle pratiche di regolarizzazione. Segue una statistica sul profilo dei partecipanti alla regolarizzazione, il candidato tipo è donna e con titolo di studio. Alle pagine 17-24, il dossier del lunedì interamente dedicato alla sanatoria.

 

CLANDESTINI

REPUBBLICA – Il titolo di apertura del giornale di oggi è dedicato al viaggio di Berlusconi in Libia: “Il premier: rigore sui clandestini. Gommone respinto il Libia. «Se vogliamo davvero procedere a una politica vera di integrazione, dobbiamo essere rigorosi per non aprire l’Italia a chiunque», ha detto il presidente del consiglio a Tripoli nel giorno in cui La Finanza ferma e respinge (dopo che la marina maltese gli aveva scortati in acque territoriali italiane) 70 migranti somali ed eritrei, poi riportati a Tripoli.

AVVENIRE – Il tema degli stranieri e della sicurezza ottiene l’apertura del quotidiano, con l’omelia di Angelo Bagnasco per le celebrazioni della festa della Madonna della Guardia. AVVENIRE la riporta per intero: «La vita umana è una realtà intangibile. E va difesa a tutelata sempre. A maggior ragione quando è vita debole e indifesa», come quella di chi lascia la patria spinto «dai morsi dell’oppressione politica e culturale, della persecuzione  religiosa, dell’assoluta incertezza del futuro».

 

NON PROFIT

SOLE 24 ORE – “Le Onlus vanno a caccia di manager”. Il Sole 24 Ore riporta i risultati di un’analisi condotta da Mcs, secondo cui anche il Terzo settore punterebbe sempre più su modelli organizzativi di tipo aziendale. Le figure più richieste, quelle di direttore generale e responsabile del fundraising. Non profit sempre più efficiente quindi, ma anche più telematico, cresce infatti, sempre secondo Il Sole 24 Ore, il ricorso alle modalità online, soprattutto per quanto riguarda agevolazioni fiscali e controlli. Uno sguardo anche alla nuova risoluzione dell’Agenzia delle entrate, che conferma la possibilità di finanziamento da Onlus a altri enti non profit.

 

AMBIENTE

AVVENIRE – “I Comuni italiani con il pollice verde”. Un pezzo dedicato alla rete dei comuni virtuosi, amministrazioni all’vanguardia nell’adozione di pratiche ambientali sostenibili, come Avigliana (To), Carugate (Mi), Vezzano Ligure, ed altri, che hanno assunto regolamenti urbanistici votati al risparmio energetico, in cui gli edifici consumano l’80% in meno della media nazionale per raffreddare/riscaldare e illuminare scuole, sedi istituzionali, impianti sportivi, ospedali, ecc. Comuni che sono all’85% di raccolta differenziata e producono il 30% in meno di rifuti, ecc. «Siamo nati nel 2005, ad oggi, aderiscono all’associazione 27 comuni», racconta Marco Boschini, assessore di Colorno (Parma) e coordinatore della rete, nonché autore insieme a Michele Dotti del libro “L’anticasta, l’Italia che funziona”, un testo che racconta le esperienze virtuose finora messe in campo e risultati ottenuti.

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