Ho incontrato Eva qualche anno fa e lei mi ha raccontato le sue storie. Eva non fa la fotografa, Eva è una fotografa. In Messico, in Chiapas, la chiamano “Dottoressa Fotografa” perché lì ha accompagnato dei medici per aiutare persone che un medico o un ospedale non lo hanno mai visto. Eva di storie di raccontare ne ha tante e però a me interessava sapere qual’è stata la foto, che ha scattato, che le ha cambiato la vita e lei mi ha raccontato questa storia.
Ci sono due facce del Natale: una più luminosa e una più scura. C’era questo signore per strada, a Buenos Aires, che cercava cibo nell’immondizia del Natale luminoso di qualcun altro.
Eva era lì: “Quella scena è stata proprio orribile. Io l’ho visto: lui ha alzato la testa e mi ha guardato”. Eva ha chiesto al signore: “ti posso fare una fotografia?”. Il signore si è alzato, si è sistemato la camicia e ha detto: “Scatta”. Quando ha iniziato a cercare di mettere a fuoco, a Eva sembrava di mettere a fuoco la tristezza di questo signore. Poi ha fatto click.
Eva dice che in quel momento il signore ha capito che anche lei non era nella faccia luminosa del Natale. L’ha guardata e le ha detto: “Ti posso dare un abbraccio?”. Eva ha detto: “Si”. E mentre si stavano abbracciando, questo signore ha detto a Eva, nell’orecchio: “Feliz Navidad”. Buon Natale.
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