Economia

Federcasse: sostanzialmente accolta la proposta di autoriforma

Per il presidente Azzi si tratta di un provvedimento che «qualifica anche in Europa l’azione riformatrice del nostro Paese e che non ha mai avuto carattere emergenziale»

di Redazione

Potrà dirsi sostanzialmente accolta l’autoriforma del Credito cooperativo se «l’Aula di Montecitorio e poi l’Assemblea di Palazzo Madama confermeranno le modifiche apportate al Decreto Legge 18/2016 dalla Commissione Finanze della Camera», spiega il presidente di Federcasse Alessandro Azzi, alla fine del convegno di ieri, 21 marzo, organizzato dalla Fondazione “Italianieuropei” dedicata proprio alla riforma del settore, alla luce della normativa europea. Per Azzi si tratta di «un risultato di grande valore, che segna anche l’originalità di un percorso che oggi permette di presentare all’Italia e all’Europa un provvedimento che qualifica in modo inedito l’azione riformatrice del nostro Paese»

Nel corso del convegno il responsabile della Vigilanza della Banca d’Italia Carmelo Barbagallo e dal presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo Roberto Gualtieri e altri partecipanti hanno sottolineato, ricorda ancora Azzi, che la legge di riforma «rappresenta la risposta alle sollecitazioni che erano pervenute al Credito Cooperativo di lavorare ad un processo di integrazione funzionale al miglioramento della qualità della governance delle BCC, di definire strumenti per il rafforzamento patrimoniale delle singole banche, divenire incontro a situazioni di fragilità effetto diretto del perdurare della crisi sull’economia reale, nonché a raccogliere le sollecitazioni della nuova normativa bancaria europea»

Azzi tiene anche a ribadire che la riforma attesa non ha mai avuto carattere emergenziale, di «messa in sicurezza» del sistema Bcc, che oggi ha un aggregato patrimoniale di 20,3 miliardi di euro e certifica un CET1 medio di sistema del 16,6 per cento (a fronte di circa il 12% medio del resto dell'industria bancaria).

«Il dato delle 50 Banche di Credito Cooperativo citato dal Responsabile della Vigilanza della Banca d’Italia Barbagallo con coefficienti di capitale più bassi e tassi di copertura delle sofferenze inferiori a quelli del resto del sistema bancario è inferiore allo stesso dato delle 70 Banche che solo un anno fa lo stesso dr. Barbagallo aveva ricordato intervenendo in un Convegno organizzato dalle Casse Raiffeisen dell’Alto Adige», dice Azzi. «Segno che il sistema è stato – ed è tuttora – in grado di intervenire prontamente laddove si è reso necessario, sempre con strumenti di categoria ispirati ad una logica solidale».

Il presidente di Federcasse aggiunge: «Credo che a questo proposito sia giusto ricordare che in Italia vi sono centinaia di Bcc che hanno lavorato e lavorano ogni giorno con impegno e qualità, e che non meritano di essere catalogate, come purtroppo avvenuto molte volte in un recente passato, come appartenenti ad una componente fragile dell’industria bancaria. Il Gruppo Bancario Cooperativo che si andrà a costituire, ma anche il Fondo temporaneo previsto per la gestione transitoria e agevolare processi di concentrazione – dice ancora Azzi – saranno comunque strumenti fondamentali per rafforzare ulteriormente la cooperazione italiana di credito e intervenire senza alcun onere per i contribuenti e per le banche concorrenti».

Concludendo il suo intervento Azzi ha colto l’occasione per «esprimere la gratitudine del Credito Cooperativo italiano a tutte le autorità, istituzionali, politiche ed economiche con le quali in questo lungo anno di lavoro abbiamo interloquito, a volte in modo dialettico, ma sempre con l’obiettivo di definire una riforma che avesse caratteri di assoluta originalità e salvaguardasse l’essenza mutualistica delle Bcc».

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