Economia

Federcasse, Augusto Dell’Erba è il nuovo presidente

Succede ad Alessandro Azzi che, dopo 25 anni, ha rassegnato le proprie dimissione alla conclusione dell’autoriforma del Credito Cooperativo, «che ha avuto l’obiettivo di traghettarci in modo adeguato nel nuovo e impegnativo scenario dell’Unione Bancaria»

di Redazione

Il Presidente di Federcasse (l’Associazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) Alessandro Azzi – completato il percorso normativo della riforma del Credito Cooperativo italiano – ha rassegnato oggi a Roma, nella riunione del Consiglio Nazionale della Federazione, le proprie dimissioni.

Il Presidente Azzi, nell’ambito del sistema del Credito Cooperativo, resta al vertice della BCC del Garda, della Federazione Lombarda delle BCC e della Fondazione Tertio Millennio – Onlus.

Nella stessa riunione del Consiglio Nazionale è stato eletto nuovo Presidente, all’unanimità, l’avv. Augusto dell’Erba, Presidente della Cassa Rurale di Castellana Grotte, della Federazione Puglia e Basilicata delle BCC, del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo e del Fondo Temporaneo costituito ai sensi della legge di riforma del Credito Cooperativo.

Le dimissioni del Presidente Azzi erano state annunciate – sin dal giugno 2015, in piena fase di scrittura del progetto di “autoriforma” del Credito Cooperativo – come “naturale conseguenza” una volta conclusa la definizione del nuovo quadro normativo. Detto quadro è andato completandosi in due tappe: la legge n. 49 dell’8 aprile 2016 e le Disposizioni di Vigilanza pubblicate il 3 novembre scorso dalla Banca d’Italia.

Il Presidente Azzi era stato eletto al vertice dell’Associazione Nazionale delle BCC e Casse Rurali nel 1991. In venticinque anni, sotto la sua presidenza, il Credito Cooperativo ha conosciuto uno sviluppo costante in termini sia di rilevanza nell’ambito dell’economia italiana, sia di innovazione organizzativa, affermandosi anche come brand conosciuto e riconosciuto nel mercato.

Dall’entrata in vigore del nuovo Testo Unico Bancario (1993) ad oggi, pur essendo diminuito in assoluto il numero delle cooperative bancarie, è aumentato il numero degli sportelli (da 2.226 a 4.315). Il numero dei soci è passato da 350 mila ad oltre 1 milione e 240 mila (+ 257 %); la raccolta diretta da 33,4 miliardi a 158 miliardi (+ 373%); gli impieghi a famiglie ed imprese da 17,5 ad oltre 133 miliardi (+ 660%); il patrimonio di sistema da 6,7 a circa 20 miliardi (+ 198%) con un CET1 medio del 16,6%.

Gli impieghi erogati dalle BCC italiane rappresentano oggi il 22,5% del totale dei crediti alle imprese artigiane, il 18.6% alle imprese del settore agro-industriale, il 18.4% della ristorazione e alloggio, il 13,1% alle imprese e istituzioni del non profit.

Alla Presidenza Azzi si deve anche l’intuizione della costituzione di una società capogruppo del versante d’impresa del Credito Cooperativo (le cui basi furono poste nel Convegno nazionale di Sanremo del 1993) e la definizione di strumenti originali e innovativi di tutela del risparmio resi possibili dalla solidarietà di sistema, come il Fondo di Garanzia dei Depositanti (1997) del Credito Cooperativo (fondo obbligatorio con peculiari connotati in coerenza con le finalità delle BCC) e il Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti (2005) – unico nel suo genere in Italia – e più recentemente il Fondo di Garanzia Istituzionale che, soprattutto negli ultimi anni segnati da una profonda e gravissima crisi economica, hanno consentito con varie modalità di tutelare al meglio soci e clienti delle BCC prevenendo o risolvendo sempre al proprio interno, senza alcun contributo pubblico, situazioni di criticità. E facendo in modo che nessun cliente o depositante di una BCC (anche titolari di obbligazioni subordinate) perdesse una lira o un euro.

«Lascio, come annunciato, alla fine di un percorso riformatore che ha l’obiettivo di traghettare in modo adeguato il Credito Cooperativo italiano nel nuovo, impegnativo scenario dell’Unione Bancaria», ha detto Azzi nel corso del suo intervento in Consiglio Nazionale.

«Abbiamo ottenuto – ha proseguito – una buona riforma, per nulla scontata dato il nuovo contesto regolamentare e istituzionale, che salvaguarda, pur in una maggiore necessaria integrazione a sistema, l’autonomia – modulata in ragione della meritevolezza o del grado di rischio – delle BCC e il loro essere banche mutualistiche nelle quali continueranno a vigere il principio del voto capitario e la destinazione obbligatoria di almeno il 70 per cento degli utili a riserve indivisibili, confermandone la mission di banche “non profit” a vocazione localistica». «Una ricchezza per il Paese, che accanto a grandi banche che hanno forma di società per azioni ha bisogno di piccole e medie banche di comunità caratterizzate da quelle finalità mutualistiche in più passaggi valorizzate dal nuovo TUB e dalle Disposizioni di vigilanza sui Gruppi bancari cooperativi, più vicine alle esigenze dei territori e da ora in poi ancora più solide e più competitive».

Nel merito della presa d’atto, avvenuta nel corso della Assemblea straordinaria del 20 dicembre, della impossibilità di costituire un Gruppo Bancario Cooperativo unico nazionale, il Presidente ha sottolineato: «Mi sono battuto con passione ed energia per una soluzione unitaria che i fatti hanno certificato, al momento, non possibile. È questo certamente un rammarico personale, ma chi guiderà da domani il Credito Cooperativo non dovrà mai perdere di vista l’obiettivo di un’ auspicabile unità basata sul dna cooperativo di tutte le BCC italiane, che sono un incommensurabile patrimonio per il nostro Paese; banche di comunità che non dovranno mai essere in competizione tra loro sciupando l’opportunità – che era ad un passo – di diventare il terzo gruppo bancario italiano e il primo per apporto di capitali interamente italiani. Ma soprattutto, di incidere nello sviluppo del nostro Paese, dando risposte che contribuiscano a ridurre le disuguaglianze e ad accrescere la coesione sociale, a frenare il declino demografico, a creare lavoro dignitoso e di qualità per i giovani che si impegnano, a valorizzare le eccellenze dell’imprenditorialità italiana in un’ottica di sostenibilità».

Il Presidente Augusto dell’Erba, ringraziando il Presidente Azzi per il grande lavoro svolto a favore della crescita del Credito Cooperativo italiano, ha delineato le linee dell’impegno che adesso lo attende. «Il mio mandato – ha detto – sarà contrassegnato dalla ricerca della massima condivisione possibile senza dimenticare la necessità di incidere sulle questioni che affronteremo».

Ringraziando il Consiglio Nazionale per l’unanimità raccolta attorno alla sua nomina, dell’Erba ha concluso ribadendo l’importanza del ruolo di Federcasse, “casa comune” delle banche di comunità anche e soprattutto nella delicata fase di attuazione della riforma del Credito Cooperativo italiano.

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