Economia

Federazione Sanità compie un anno

Il bilancio del presidente, Giuseppe Milanese

di Redazione

Roma. È positivo il bilancio del primo anno di attività della Federazione Sanità – Confcooperative tracciato ieri nel corso di un’assemblea dal presidente Giuseppe Milanese che ha sottolineato come il compito della federaziona sia soprattutto quello di «mettere in rete professionalità e know how diversi, ma complementari delle quattro anime della federazione: cooperative di medici, cooperative ad alta specializzazione sanitaria, cooperative farmaceutiche e mutue sanitarie».

All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il vicepresidente vicario nazionale Carlo Mitra; del professor Elio Guzzanti presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Federazione, del segretario generale e del direttore centrale di Confcooperative Vincenzo Mannino e Giuseppe Maggi.

A un anno dalla nascita delle federazione è stato potenziato il network tra i quattro settori arrivando a rappresentare ad aprile 2011, 262 enti aderenti con oltre 55.000 soci, più di 20.000 iscritti a mutue sanitarie e un fatturato aggregato che si attesta a oltre 4 miliardi di Euro.

«Potenziare la rete significa realizzare una cerniera socio – sanitaria che dà vita a un vero e proprio presidio sanitario sul territorio al centro della quale c’è “la persona prima di tutto”» ha spiegato Milanese. Tutto ciò avviene in un momento di riorganizzazione della Sanità e del Welfare che da un lato deve rispondere alle esigenze crescenti di una società complessa, dall’altro deve tenere conto della precario equilibrio dei conti pubblici. «È in questo scenario che il modello a rete cooperativo di FederazioneSanità – ha poi detto Milanese – si realizza nel dare risposte concrete al bisogno di assistenza dei cittadini nelle fasi di cronicità e disabilità attraverso il supporto alle famiglie fuori dall’ospedale e dentro le case. Proprio mentre il sistema ha risorse sempre più limitate e con le famiglie italiane che contribuiscono con proprie risorse per una quota pari al 21,3% della spesa sanitaria nazionale».


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