Welfare
Feder: «Se per Saviano lo Stato deve fare lo spacciatore…»
L’intervento durissimo di Simone Feder, psicologo della Casa del Giovane di Pavia, sulla proposta dello scrittore campano che immaginava la legalizzazione della cocaina per combattere la mafia. «È ora di finirla con queste parole in libertà. Prima di parlare bisogna avere riferimenti e cultura. Il problema non è l’uso di cocaina ma il perché i ragazzi ne fanno uso»
Roberto Saviano, presentando al Festival del Cinema di Venezia Zerozerozero, la serie tv kolossal tratta dal suo romanzo-inchiesta uscito nel 2013, ha rilasciato dichiarazioni che hanno sollevato un vespaio. «La cocaina», ha detto lo scrittore, «andrebbe legalizzata, solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali. La legalizzazione trasformerebbe l’economia mondiale». Una proposta che ha visto subito la levata di scudi del mondo che di dipendenze si occupa. Ma per Simone Feder, psicologo della Casa del Giovane di Pavia, non si tratta solo di «dichiarazioni ridicole di qualcuno che non ha idea di cosa stia parlando. In quelle parole c’è un retroterra culturale pericoloso». L’intervista
Cosa ha pensato quando ha sentito le dichiarazioni di Roberto Saviano?
Che è l’ennesimo che parla senza sapere. Che nonostante non abbia competenza e conoscenza dà fiato alla bocca. Lo vada a raccontare alle famiglie e ai ragazzi che ho incontrato stamattina come sarebbe meglio se fosse lo Stato a distribuire loro le sostanze
Perché l’idea di uno Stato che estromette dal proprio core business le mafie è una proposta irricevibile?
Perché risponde alla stessa logica che ho già incontrato occupandomi di ludopatia. Anche lì si è pensato che, a fronte di un mercato illegale, la soluzione fosse lo Stato biscazziere. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma che Stato è quello che si sostituisce al malaffare? Oggi a Rogoredo si vende l’eroina a 5 euro per dose. Saviano davvero pensa che lo Stato potrebbe fare meglio? Vendere a prezzi più vantaggiosi? Non è così e solo qualcuno che non conosce l’argomento può pensare che sia un discorso sensato. Poi che differenza ci sarebbe tra un dipendente da cocaina che compra dal pusher rispetto a uno che riceve la sostanza dal sistema sanitario nazionale? Ma il cuore della questione non è questo. Questa è solo una boutade stupida
E qual è il cuore?
Il problema, mi dispiace, non è la cocaina. Il problema non sono le sostanze. Il problema è perché le persone usane le sostanze. Il problema è il disagio dilagante nella nostra società, in particolare nel mondo giovanile. Saviano parla di una punta trascurabile di un iceberg gigantesco. Io voglio guardare l’iceberg, sono stufe di questi dibattitti sul nulla. Qui serve un grande lavoro culturale, un grande sforzo per capire e aiutare questi ragazzi. Altro che vendergli la droga
E come si può fare concretamente?
Intanto si potrebbe cominciare con l’evitare di fare dichiarazioni come quelle di Saviano. Poi si potrebbe smantellare questo continua comunicazione mirata a normalizzare le sostanze. Penso a giochi del linguaggio come Cannabis Light. Non c’è nulla di leggero nella cannabis. È una droga leggere, scientificamente, solo perché ha un peso specifico (il peso di un campione di materiale diviso per il suo volume ndr) più basso delle altre droghe. La leggerezza non c’entra nulla con la gravosità che è esattamente la stessa di quelle pesanti. Per questo trovo addirittura importante, in termini culturali, che la droga sia illegale
Perché?
Il fatto che chi vuole farne uso deve andare in strada, cercare un pusher e comprarla di nascosto, mette in chiaro che si tratta di qualcosa che fa male, che non è normale. Guai se i nostri ragazzi cominciassero a pensare che farsi di cocaina sia una cosa normale come prendere l’aspirina. E oggi i segnali di questo cedimento sono allarmanti
Può fare qualche esempio?
L’altro giorno guardavo la televisione. Un programma di motori. Intervistavano Alex Zanardi e la giornalista gli ha chiesto cosa prendesse per essere così in forma. Ormai è normale pensare che per stare bene bisogni ricorrere a qualche sostanza. È incredibilmente pericoloso
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