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Fecondazione, (quasi) tutto da rifare
La Consulta accoglie alcuni ricorsi contro la legge 40, e in parte la svuota.
Nella giornata dominata dai colloqui del G 20 e dagli scontri a Londra, in Italia spicca un’altra notizia, il pronunciamento della Corte Costituzionale su alcuni punti della legge 40 sulla fecondazione assistita. Un tema delicatissimo, e già si delineano nuove battaglie di principio, in vista di nuove “linee guida”. Sullo sfondo l’iter non ancora concluso della legge sul testamento biologico.
La rassegna stampa oggi si occupa anche di:
“Fecondazione, colpo alla legge” così il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina. È il secondo titolo di giornata sotto la tragedia del G20 di Londra dove un manifestante è morto, pare, per un infarto. La notizia: «La Corte costituzionale ha bocciato una parte della legge 40 sulla fecondazione assistita. I giudici costituzionali hanno dichiarato l’illegittimità dell’articolo 14, comma 2 della norma, nel punto in cui si prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiore a tre!. Viola la Costituzione anche un altro punto dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». I ricorsi alla Consulta erano stati presentati dal Tar del Lazio, dal tribunale di Firenze e da una coppia di Milano con esostosi. Commenti e reazioni a pag 8 e 9. I politici: Mantovani (Pdl): «I sostenitori del Far West della provetta non cantino vittoria. È stata accolta solo una parte dei ricorsi». Franceschini (Pd): «Le sentenze vanno sempre rispettate, la materia è nuova e richiede regole graduali». Il sottosegretario Roccella: «Con questa sentenza non mi sembra che cambi molto, per eliminare ogni dubbio e contraddizione a questo punto sarà necessario intervenire al più presto con nuove linee guida». Ai radicali il CORRIERE dedica un articolo a parte. Parla il vicepresidente del Senato Emma Bonino: «In 5 anni questa legge ha fatto disastri. Ha favorito il turismo sanitario, costringendo le coppie che non potevano avere figli ad andare all’estero, naturalmente con la solita discriminazione tra i ricchi che possono e poveri che se lo sognano». A monsignor Sgreccia, intervistato dal vaticanista Gian Guido Vecchi, è affidata la posizione della Chiesa: «Si rischia di arrivare alla selezione eugenetica, che però la stessa legge in un articolo rimasto integro, continua a proibire! E poi: la Corte osserva che manca il riferimento alla tutela della salute della donna proprio mentre, con questa sentenza, viene messa in pericolo! Che senso ha?».
Il primo titolo di LA REPUBBLICA è dedicato alla decisione della Corte Costituzionale: “La Consulta boccia la legge sulla fecondazione”. Illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. Servizi alle pagine 10 e 11. Resta il divieto di distruzione, interpretazioni sul congelamento degli embrioni. Non sono esclusi altri ricorsi. La sentenza suscita polemiche da parte di monsignor Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, che in una intervista in appoggio spiega che «mette a rischio sia la salute della donne che dell’embrione». Aggiunge: «Per la Chiesa la fecondazione assistita è un atto non moralmente lecito, tuttavia la legge 40 aveva messo qualche paletto…». Diverso il parere del ginecologo Carlo Flamigni che parla di «de profundis della legge 40… non c’è più la regola secondo cui l’embrione non può essere distrutto o congelato. Il principio in base al quale l’embrione è uno di noi… La Consulta ha ribadito uno dei punti cardine della legge 194: prima la madre poi il feto». In appoggio, “E ora stop alla fuga delle coppie all’estero”: Caterina Pasolini riferisce le reazioni delle associazioni che plaudono la Consulta (in particolare della Warm, una di quelle che si sono costituite parte civile davanti alla Corte). Da parte del governo, Eugenia Roccella incassa («la legge nel complesso resta in piedi») e promette nuove linee-guida. Netto il commento di Stefano Rodotà, intitolato “Sconfitto lo stato etico”.
“Fecondazione, stop della Consulta” è il titolo del SOLE24ORE, che spiega chiaramente i due punti della legge che la Corte Costituzionale contesta: il limite del 3 embrioni per impianto e i limiti alla crioconservazione, oggi in vigore solo per malattie gravi. Nel pezzo si dice che è nel mirino anche un altro passaggio della legge, ovvero la diagnosi preimpianto. Per ora però resta in piedi. In taglio medio, parla la Roccella che annuncia a questo punto linee guida per chiarire i «dubbi interpretativi»; a livello politico, si sottolineano i mal di pancia della maggioranza che teme adesso per il testamento biologico: la sentenza della Corte potrebbe infatti far pendere la bilancia a favore di chi alla Camera vuole modificare il testo uscito dal Senato virando verso una maggiore autodeterminazione del paziente.
Tre embrioni sono pochi. Per i giudici è illegittimo l’art. 14 comma 2, che prevede il limite massimo di tre embrioni. Disposizioni ritenute in contrasto con gli articoli 2,13, e 32 della Costituzione. ITALIA OGGI dedica gran parte dell’articolo alle dichiarazioni dei politici in merito ai due ricorsi dei radicali contro la legge sulla fecondazione. Per Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare:« La legge 40 con questo intervento è più oscura, ma non mi sembra che sia cambiato molto, per questo sarà indispensabile emanare al più presto nuove linee guida che possono eliminare qualsiasi contraddizione»; per Emma Bonino: «Gli articoli della Costituzione violati, sono gli stessi violati dal ddl Calabrò sul testamento biologico»; Dario Franceschini:«Le sentenze della Corte vanno rispettate»; per Antonio Di Pietro:«è la dimostrazione di quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero, che la legge 40 è una legge incostituzionale, ingiusta, crudele, oscurantista e illiberale»; Severino Antinori, presidente dell’ associazione mondiale della medicina della riproduzione : «da domani migliaia di coppie avranno più possibilità di avere figli e di ricominciare a gioire». Opinioni diverse nel centro destra. Per Rocco Buttiglione:«difficile non avere l’impressione che un gruppo ideologizzato stia cercando di sequestrare la Costituzione espropriando il parlamento della sua sovranità»; Per Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell’università europea di Roma: «si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri».
“Fecondazione, stop alla legge ” è il titolo de IL GIORNALE. La Consulta boccia il limite dei tre embrioni e la Roccella annuncia l’emanazione di nuove linee guida e considera «dubbi gli effetti della sentenza». A pag. 13 intervista a Giuseppe Palumbo, ginecologo e presidente commissione affari sociali in quota PdL che premette «Occorrerà leggere la motivazione altrimenti si rischiano giudizi affrettati. Se salta il limite dei tre embrioni non vedo come ciò sia conciliabile con il divieto di congelamento che invece resta». «La legge 40 così come è stata applicata sino ad oggi è una buona legge, ha evitato iperstimolazioni dannose per la donna. Questo però non significa che non sia giusto apportare qualche miglioramento».
“La rovina dei teocon” è il titolo del commento di Micaela Bongi in prima pagina de IL MANIFESTO dedicato alla bocciatura della legge 40 da parte della Consulta. «Era stato un ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, nell’udienza di martedì, a sostenere che la legge 40 sulla procreazione assistita andava difesa con i denti, altrimenti “la tutela dell’embrione sparirebbe, si darebbe piena espansione all’interesse della salute della donna». È stata la stessa Corte ieri, accogliendo alcuni dei ricorsi presentati, a spiegare al teocon Baldassarre e a tutti i cosiddetti pro-life che la salute della donna non può essere ignorata, anzi calpestata, come fatto dagli estensori della legge 40 in nome di quel fondamentalismo che spaccia il primato dell’embrione – non diversamente dall’obbligo del sondino – per difesa della vita». E continua «Per ora, il fronte teocon o teodem che dir si voglia, di maggioranza e di opposizione, subisce un sonoro schiaffo che vale per oggi e per ieri (…) Prevalse l’astensione. Ma non vinse, si dimostra ora, chi negava risolutamente che quella legge sarebbe stata smontata ricorso dopo ricorso». Il tema è poi sviluppato a pagina 9 con un articolo che si conclude con la reazione di Eugenia Roccella, sottosegretaria al Welfare riassunte nell’ultima frase dell’articolo «Un modo come un altro per annunciare l’imminente emanazione di “nuove linee guida”».
“Fecondazione. Un ferita dalla Consulta” titola AVVENIRE in prima pagina (anche se l’apertura spetta al tema della crisi/G20), dedicando le due pagine 8 e 9, più una terza nell’inserto “è vita”. La sentenza di ieri apre delle «contraddizioni» nella legge 40, in contrasto con il suo spirito, che era quello «di contenere il fenomeno della procreazione artificiale e renderlo leggibile nel quadro di una tutela dell’embrione. Ora la tutela diventa, diciamo così, differenziata. Non più omogenea per tutti gli embrioni, perché è rimessa a casi variegati». Tuttavia, rimanendo il divieto della crioconservazione, la Consulta «non stravolge» la normativa: «resta da verificare qual è il nuovo senso che si intende attribuire alla normativa. È l’opinione di Aldo Loiodice, docente di Diritto costituzionale all’Università di Bari, intervista da Gianni Santamaria. Il timore, secondo l’accademico, è che avendo tolto il limite dei tre embrioni si rischia di aprire un mercato «occulto». Perché se ne vengono creati in eccesso il problema si porrà: congelarli (cosa attualmente vietata) o lasciarli morire? Comunque sia invita alla prudenza nell’esprimere un giudizio e definisce l’atteggiamento della Corte molto equilibrato. «Ora, ripeto, vanno lette le motivazioni per capire come ricostruire il nuovo senso della legge». Un piccolo box è dedicato ai numeri del Registro nazionale sulla Pma gestito dall’Istituto superiore della sanità: dall’entrata in vigore della legge 40 sono progressivamente aumentate le coppie che si sono rivolte alla procreazione assistita (da 43.024 nel 2005 a 55.437 nel 2007) e il numero dei nati vivi (da 4.940 a 9.137). Segno, secondo Eugenia Roccella, che la legge funziona. Viceversa, i centri privati lamentano che i limiti della legge avrebbero prodotto il «turismo procreativo», anche se su questo fenomeno non ci sono dati verificabili. E, mentre la stessa Roccella evidenzia la necessità di linee guida che, a fronte di un nuovo quadro normativo, riorientino sul piano delle pratiche l’attività dei centri di Pma, Livia Turco ribatte invece che «le linee guida non hanno alcun potere interpretativo, ma sono solo uno strumento tecnico».
“Fecondazione, via i limiti” titola oggi in prima pagina ma in taglio medio LA STAMPA. La pagina dedicata alla sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 si apre con un pezzo di cronaca in cui sono riportate anche le diverse posizioni dei costituzionalisti. Secondo Valerio Onida, ex presidente della Consulta «le sentenze della Corte modificano la legge riscrivendola, perché fanno immediatamente decadere i concetti contenuti nell’articolato», invece secondo la costituzionalista della Statale di Milano Mariella D’Amico la sentenza «non ha messo in discussione la legge, ma ha corretto le incostituzionalità che conteneva» e quindi il fatto di riscrivere le linee guida della legge, come proposto da Eugenia Roccella, sarebbe un modo per scavalcare la Corte. Due interviste affiancate completano la pagina: a Maria Antonietta Coscioni (Pd) e a Eugenia Roccella (Pdl). La prima (titolo “Ora finiranno i viaggi della speranza all’estero”) plaude alla sentenza, sottolineando i rischi per la salute delle donne che la legge 40 comporta. La seconda (titolo “Sarà indispensabile rivedere le linee guida”) dice che «gli effetti della sentenza sono poco chiari», «mi pare che non muti l’impianto della legge e i suoi principi improntati alla tutela fondamentale della salute della donna e dell’embrione». Per quanto riguarda il limite dei tre embrioni, il sottosegretario alla salute evidenzia che «rimane inalterato il comma 1 dell’articolo che stabilisce il divieto della crioconservazione e la soppressione degli embrioni, nonché la selezione genetica», ma nello stesso tempo sottolinea la necessità di «meglio definire» le linee guida perché non sia oscura l’interpretazione della legge».
E inoltre sui giornali di oggi:
CINQUE PER MILLE
SOLE24ORE – Tempo fino al 20 aprile per iscriversi negli elenchi del 5 per mille riservati alle onlus: è quanto trapela sul contenuto del Dpcm e che viene pubblicato oggi dal Sole24Ore. Il decreto, che come anticipato da Vita.it dovrebbe essere approvato domani in Consiglio dei ministri, prevede infatti questa scadenza per entrare nelle liste dei beneficiari. Una scadenza «fuori tempo massimo» visto che le dichiarazioni dei redditi si possono già presentare, e che non era mai stata tanto posticipata nei tre anni in cui il 5 per mille è stato in vigore. A conti fatti, visto che di norma le Entrate pubblicano gli elenchi provvisori degli aventi diritto dieci giorni dopo il termine delle iscrizioni (dunque subito dopo il 1° maggio), e visto che poi servono altri dieci giorni per inviare al fisco le eventuali correzioni di errori commessi, gli elenchi definitivi si avranno per la metà del mese di maggio (ovvero quando la metà delle dichiarazioni saranno già state presentate…).
DIRITTI UMANI
CORRIERE DELLA SERA – Dopo il no di Bush, la nuova amministrazione Obama intende entrare nel Consiglio dei diritti umani dell’Onu: si è perciò candidata alle elezioni del 15 maggio a uno dei 47 seggi, revocando dunque il boicottaggio da parte del precedente governo repubblicano che aveva accusato il consesso di essere «antiisraeliano».
G20
IL MANIFESTO – Foto e titolo di apertura sui disordini di Londra con il titolo “Finanza creativa”. IL MANIFESTO buca la notizia del morto di ieri nella City. «Assedio alla City di Londra, assalti alle banche, scontri con la polizia. Esplode la rabbia contro la grande finanza alla vigilia del G20. Che si apre oggi con i “grandi” divisi: Usa e Gb da un lato, Francia e Germania dall’altro», è il richiamo ai servizi che occupano le pagina dalla 4 alla 7.
LA STAMPA – Ampio spazio sul summit che si svolge a Londra. Ecco i principali titoli. “Merkel e Sarkozy contro Obama: ‘Cambia piano'”: i leader di Francia e Germania hanno fatto squadra contro le bozze dell’accordo del G20 e contro Gordon Brown e Barack Obama, spingendo per interventi più decisi contro i paradisi fiscali e nuove regole finanziarie. “Svolta sullo scudo per aprire a Mosca”, un articolo che riferisce gli obiettivi dei colloqui bilaterali di Obama con Russia e Cina, ovvero un patto con Mosca su disarmo e crisi regionali e l’intesa con Pechino sulla crisi economica, i colloqui si sono chiusi con gli annunci di due summit, a Mosca in luglio e a Pechino in autunno. “Le regole? Ci penseremo noi al G8” Berlusconi annuncia che dal vertice de La Maddalena a luglio uscirà un nuovo codice per la finanza. “Il sangue accende gli scontri”, LA STAMPA riferisce gli incidenti durante le manifestazioni a Londa contro il G20 e parla dell’uomo morto di infarto a pochi metri dalla City.
IMMIGRAZIONE
IL MANIFESTO – “Una spia in ospedale” è questo il titolo dedicato al caso napoletano di una donna ivoriana “clandestina” denunciata dopo il parto dai medici del Fatebenefratelli di Napoli. «Kante Kadiatu ha ventiquattro anni, nel 2007 è fuggita dalla guerra civile. È lei la prima, inconsapevole vittima, di una legge che ancora non c’è, quella che prevede la possibilità per i medici di denunciare i “clandestini”. All’ospedale Fatebenefratelli di Napoli, quartiere “bene” di Posillipo, evidentemente hanno risentito del clima securitario e hanno chiamato la polizia per identificare la donna, andata in ospedale a partorire (…)». Una brutta storia: la donna è una richiedente asilo, è in atto un ricorso contro il rigetto della domanda. L’avvocato della donna osserva: «Nell’attesa dell’identificazione non le è stato possibile allattare il bambino, che ha potuto abbracciare solo al momento della dimissione. Probabilmente l’ospedale ne aspettava l’espulsione per dare in adozione il bimbo», insinua.
SICUREZZA
LA REPUBBLICA – “Csm, no a ronde e Centri d’espulsione”. sono entrambi a forte rischio incostituzionalità, dice il Csm, specialmente le prime perché non c’è scritto da nessuna parte che «non devono avere né natura né finalità di ordine politico» (cosa vietata dalla Costituzione). E poi la formula che vieta le armi è troppo generica: c’è spazio per le armi improprie. Quanto ai centri d’espulsione, si tratta di «vera e propria detenzione amministrativa» disposta dal solo giudice di pace e non da un tribunale ordinario. Reazioni negative dalla maggioranza, con Roberto Cota che definisce «improvvida» l’uscita del Csm.
CRISI
LA REPUBBLICA – Intervista a Paul Fitoussi: “Questa è una rivolta popolare la gente si è sentita presa in giro”. L’economista francese si riferisce ai disordini del G20, a Londra. «L’attuale crisi va esaminata nella sua triplice dimensione: economica, finanziaria e intellettuale. Contrariamente a quello che si pensa, il vero ostacolo per una ripresa è l’ultimo aspetto: quello intellettuale. La crisi proviene da una grande menzogna…. Si diceva che il mercato del lavoro fosse stato governato dalla regola secondo la quale nuovi posti si potevano creare soltanto in relazione alla loro produttività marginale. I lavoratori insomma dovevano essere pagati in proporzione al loro apporto produttivo. Eppure scopriamo oggi che la classe dirigente di molte imprese non veniva pagata con questa regola. Anzi ha avuto una produttività negativa, continuando a incassare remunerazioni astronomiche».
AVVENIRE – “Lettonia a picco”. In vetrina a pagina 6 il quotidiano fa un affondo sulla crisi all’Est. Fino al 2007 il piccolo paese baltico è stato protagonista di un boom eccezionale, con un tasso di crescita del 10%. L’inflazione era compensata dagli aumenti degli stipendi (cresciuti del 40% fra 2006 e 2007) e per accendere un mutuo non servivano garanzie. Ora, la doccia fredda, con tagli (stipendi ridotti del 15% a gennaio 2009) e licenziamenti in massa. Il capo di governo 37enne (il più giovane d’ Europa) Valdis Dombrovskis afferma: «Taglieremo ancora gli stipendi degli statali del 20%, ci saranno proteste ma non è il momento della popolarità per gli uomini politici».
ISRAELE
LA STAMPA – “Lieberman choc: la Road Map non ci interessa”. Da Tel Aviv un pezzo che racconta le uscite di ieri del leader della destra radicale: il ministro ripudia l’intesa di Annapolis che prevedeva uno Stato palestinese. Lieberman ha anche contestato il ruolo di mediazione degli Stati Uniti dicendo che il processo avviato a novembre del 2007 da George Bush ad Annapolis per creare le basi della realizzazione della formula “due stati per due popoli” non ha validità, «perché il nostro governo non l’ha sottoscritta», dichiarazione che ha lasciato sbigottita Tzipi Livni, il ministro degli esteri uscente, lei ricordava infatti che il governo israeliano convalidò quella conferenza nel dicembre 2007.
GHEDDAFI
IL GIORNALE – Curiosa la lettera di Vittorio Sgarbi al colonnello Gheddafi “Caro Gheddafi un uomo vero rispetta i patti” è l’incipit. Prosegue a pag. 17 spiegando che gli accordi sono quelli sugli immigrati. «Con Lui l’Italia non ha più debiti. Adesso c’è in ballo la vita di centinaia di disperati». «I rais deve garantire la sicurezza di chi rischia di rimanere vittima della miseria».
RUSSIA
LA STAMPA – Ieri la morte misteriosa di un altro giornalista, Leo Ponomariov, che lavorava per un piccolo giornale d’opposizione. “La mattanza dei reporter russi” titola LA STAMPA l’articolo che ripercorre le uccisioni degli ultimi anni di giornalisti scomodi nella Russia di Vladimir Putin. Il reporter in questione era stato aggredito a percosse il giorno prima e, secondo i famigliari, sarebbe morto a causa delle ferite riportate. Invece fonti della polizia parlano di overdose.
ABBADO
IL GIORNALE – E’ solo una foto notizia in copertina delle pagine milanesi. Ma che notizia! Abbado pare stia tornando alla Scala. Vuol dire che Milano ha ceduto e pianterà 20 mila alberi?
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