Formazione

Fecondazione assistita, nasce il registro

Dal 2004 con le tecniche di procreazione assistita nati più di 5.400 bambini

di Redazione

Nasce il Registro italiano della procreazione medicalmente assistita, che censisce i centri autorizzati esistenti nel nostro Paese raccogliendo i dati sull’efficacia, la sicurezza e gli esiti delle tecniche utilizzate in questo settore. Sara’ l’Istituto Superiore di Sanita’, attraverso un sito web, a raccogliere, da maggio 2006, i dati di tutti i centri autorizzati italiani. ”Con un decreto del Ministero della Salute che attuava quanto previsto dalla Legge n*40 e’ stato possibile istituire uno strumento come il Registro nazionale sulla procreazione assistita che ci permette, oltre che di garantire un confronto dei dati di sicurezza ed efficacia a livello europeo, anche una migliore informazione a tutte le coppie che hanno problemi di infertilita’ – ha spiegato il Presidente dell’ISS, Enrico Garaci, presentando l’iniziativa – Cio’ significa che, a partire da maggio, tutti i centri dovranno inviarci obbligatoriamente le informazioni sulla loro attivita’, permettendoci cosi’ di pubblicare ogni due anni, l’intervallo di tempo utile ad analizzare questi dati, un resoconto sui risultati ottenuti applicando le tecniche di riproduzione assistita. Si tratta percio’ di uno strumento prezioso per garantire ai cittadini maggiore trasparenza e una migliore informazione in questo ambito cosi’ delicato in cui la valutazione della qualita’ e dell’efficacia delle prestazioni e’ sempre un’operazione molto complessa. La legge, infatti, con l’istituzione obbligatoria del Registro ci permette di fare chiarezza su chi attua le pratiche di riproduzione assistita in Italia, su quali tecniche vengono effettuate e con che risultati, assicurando uno strumento essenziale a fare chiarezza, in un Paese in cui, dall’applicazione di queste tecniche, soltanto nel 2004, sono nati piu’ di 5400 bambini”. Il registro, istituito presso il Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanita’ e coordinato da Giulia Scaravelli, avra’ un suo sito web, www.iss.it/registronazionalepma con una parte di pubblico accesso, sulla quale saranno divulgati i risultati e che sara’ dotato di un’area riservata a disposizione dei centri per l’immissione anonima dei dati, nel rispetto della legge sulla privacy. ”La raccolta dei dati di tutti i centri, riferiti ai cicli effettuati nel 2005, iniziera’ da maggio 2006 in modo di poter pubblicare l’elaborazione dei risultati entro il 2007 – ha detto Giulia Scaravelli, responsabile del Registro dell’ISS – nelle indagini pubblicate fino ad ora, compresa quest’ultima del 2004, infatti, disponiamo soltanto di dati raccolti su base volontaria, mentre adesso possiamo dire, finalmente, che oggi parte una raccolta dati nazionale completa che rendera’ pubblici, in modo ufficiale e istituzionale, i dati raccolti dai centri autorizzati e quindi i risultati della loro attivita”. Oggi all’ISS e’ stato reso noto anche l’ultimo rapporto sulla riproduzione assistita in Italia a distanza di quattro anni. ”L’ultima indagine, che prevedeva un’adesione volontaria era stata fatta nel 2000, questi ultimi dati che presentiamo oggi, ci dicono che in Italia sono circa 336 i centri in cui oggi vengono praticate le tecniche di fecondazione assistita. Di questi, in base alle nuove norme, ne sono stati ormai autorizzati circa 268, mentre 68, per la maggior parte nel Lazio e in Calabria sono attualmente in via di autorizzazione – spiega Scaravelli – Dai centri censiti risulta che, l’applicazione delle tecniche mediamente ha avuto una percentuale di successo del 20% nei casi di inseminazioni semplici e del 25,5% nei casi di fecondazioni in vitro, percentuale che si abbassa al 17% circa quando si tratta di fecondazioni eseguite con embrioni precedentemente crioconservati”. Il rapporto registra circa 4129 parti con circa 5400 bambini nati vivi, grazie alle tecniche di fecondazione assistita. ”Nel 2004 – prosegue Scaravelli – abbiamo documentato 3705 bambini nati grazie all’applicazione di tecniche di secondo e terzo livello, ossia di fecondazioni in vitro e 1711 bimbi nati, invece, grazie all’applicazione di tecniche di primo livello, cioe’ di inseminazioni intrauterine, in quest’ultimo caso per il 36% dei nati, i genitori si erano rivolti a un centro pubblico, mentre nel 63,9% dei casi si erano rivolti a centri privati o convenzionati. Il ricorso a strutture private resta maggiore – continua la ricercatrice – anche nel caso delle fecondazioni in vitro per le quali ai centri pubblici si e’ rivolto nel 2004 il 71,4% delle coppie che hanno avuto un bimbo con queste tecniche, mentre il restante 28,6% ha ottenuto la gravidanza in centri pubblici. Si tratta di informazioni che, pur ottenute su base volontaristica, offrono comunque un quadro abbastanza attendibile di cio’ che accade nel campo della riproduzione assistita in Italia, almeno come trend generale e dimostrano la volonta’ dei centri di collaborare per una migliore informazione sia alle istituzioni che ai cittadini. Nel 2007, comunque, avremo il primo resoconto completo di tutti i centri autorizzati – conclude la dottoressa -. I centri, infatti, che saranno forniti di un apposito software, dovranno inviare ciclicamente i dati in forma anonima e aggregata, in modo da permetterci di poterli elaborare e rendere pubblici sul nostro sito, accessibile a tutti gli utenti, a garanzia delle istituzioni e, soprattutto, di chi ha bisogno di accedere alle tecniche e di orientarsi in questo mondo cosi’ complesso”.


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