Famiglia

Febbre suina a Roma, due scuole chiuse

Quattro studenti si sono ammalati dopo un viaggio di istruzione a New York

di Gabriella Meroni

Chiusura, immediata per 7 giorni, delle due scuole romane Convitto nazionale Vittorio Emanuele II e Liceo scientifico Dante Alighieri, dopo i nuovi casi di influenza A/H1N1 confermati ieri sera per quattro liceali dei due istituti. Lo ha annunciato il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, in via precauzionale, per limitare al massimo la diffusione del virus. I quattro ragazzi sono tornati da un viaggio di studio a New York il 19 maggio, e il giorno successivo hanno avvertito i primi sintomi e sono andati in ospedale. È la prima volta che si dispone la chiusura di istituti scolastici, in attuazione del piano messo a punto dal ministero del Welfare contro l’emergenza nuova influenza A. Sempre a Roma si è in attesa dei risultati delle analisi relative a un altro caso sospetto, una donna di giovane età ricoverata al Policlinico Gemelli. Si tratterebbe, se confermato, del 15° caso in Italia, dopo i 4 degli studenti di ieri e quello di una 21enne rientrata in Italia il 15 maggio da un viaggio negli Usa: la ragazza, una studentessa di Pordenone ricoverata a Udine, sarà dimessa lunedì dopo la terapia.

I quattro liceali romani risultati positivi all’influenza A «facevano parte di un gruppo di 400 studenti italiani che ha raggiunto altri 10 mila studenti di diversi Paesi a New York», ha precisato il viceministro Fazio. «Stiamo rintracciando tutti i 400 ragazzi, per verificare se sono andati a scuola al rientro in Italia. Com’è noto, l’influenza è leggera – ribadisce Fazio, evitando allarmismo – ma le misure di contenimento sono fondamentali e con esse siamo riusciti a controllare l’epidemia. Continuiamo dunque con tali misure: tutte le persone a rischio di contagio – spiega – verranno individualmente rintracciate, controllate e isolate, se necessario». Dopo la chiusura delle due scuole a Roma, decisa perchè si sono verificati casi confermati, potrebbero essere chiusi altri istituti. «Se alcuni ragazzi risulteranno positivi e sono andati a scuola – sottolinea il viceministro – valuteremo, d’intesa con il ministro dell’Istruzione Gelmini, i provvedimenti del caso».

Ha intanto superato quota 11mila il numero dei casi umani segnalati all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): i casi sono 11.034, 791 in più rispetto a ieri. I Paesi colpiti sono 41 e i decessi sono ora 85, secondo l’ultimo aggiornamento reso noto dall’Oms. I Paesi più colpiti sono gli Stati Uniti che hanno segnalato 5.710 casi (di cui 8 mortali) con un aumento di 241 infezioni rispetto a ieri, seguiti dal Messico con 3.892, di cui 75 letali ed un rialzo di 244 casi rispetto a ieri. In aumento anche le infezioni in Canada (719 in totale, un decesso ed un rialzo di 223), in Giappone (259 casi, 0 decessi, 49 in più rispetto a ieri). Segue il Regno Unito con 109 casi (7 decessi). La mortalità tuttavia si mantiene bassa: finora si aggira attorno allo 0,8% a livello mondiale.


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