Volontariato

Fausto Casini: “Chiediamo il diritto di esercitare un dovere”

È con queste parole che il presidente nazionale dell’Anpas Fausto Casini ha concluso la Tavola rotonda sul ruolo del volontariato nell'affidamento dei servizi in sanità che si è svolta il 10 ottobre a Firenze, all'Auditorium del Consiglio Regionale

di ANPAS

Alla Tavola rotonda – promossa da Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e del Comune di Firenze – sono intervenuti il presidente nazionale Anpas Fausto Casini e il presidente di Anpas Toscana Romano Manetti, Maria Luisa Bianco della Regione Piemonte e Mario Moiso rappresentante di Anpas Piemonte oltre a rappresentanti di Regioni e di Anpas regionali.
 
Nell’affidamento dei servizi alle associazioni da parte delle aziende sanitarie regionali si riscontra, sul territorio nazionale, una difformità nei comportamenti della pubblica amministrazione e soprattutto – come ha ribadito Fausto Casini spiegando la decisione di promuovere la Tavola rotonda – esistono differenti modi di leggere la legislazione di materia. «Molto spesso le nostre associazioni – ha proseguito Casini – che hanno la funzione sostanziale di promuovere il lavoro gratuito e la coesione sociale, sono in difficoltà perché, non avendo un modello di riferimento univoco, si trovano a dover rincorrere la burocrazia. Da qui la necessità di uniformare i diversi sistemi esistenti oggi in Italia per l’affidamento dei servizi. L’obiettivo – ha aggiunto Casini – è quello di garantire ai cittadini un servizio di qualità. La presenza del volontariato è una grande risorsa perché, oltre ad abbattere i costi del servizio, porta sicurezza nella collettività».
 
Maurizio Ampollini della direzione nazionale Anpas – ha spiegato nella sua relazione introduttiva – come le modalità con cui vengono affidati i servizi sanitari concernenti il trasporto in Italia mostrino una situazione a macchia di leopardo che presenta «marcate difformità di trattamento sia tra regione e regione sia all’interno delle singole regioni».
Lo strumento della convenzione per l’affidamento dei servizi sanitari con rimborso delle spese effettivamente sostenute sembra essere la scelta vincente e soprattutto, quella maggiormente conforme alla legge quadro sul volontariato 266/91.
«Peraltro – ha continuato Maurizio Ampollini – anche dove esistono le convenzioni, le stesse non sono tra loro raffrontabili. In particolare potremmo sintetizzare l’esistenza di due modelli: quello piemontese-lombardo e quello ligure-toscano-marchigiano. Lo schema di convenzionamento del Piemonte e della Lombardia è quello su cui occorre riflettere perché più aderente alla logica della legge sul volontariato».
 
Il modello piemontese con la scelta dello strumento della convenzione, nato a metà degli anni novanta, è frutto di un accordo quadro regionale. Come ha sintetizzato la rappresentante della Regione Piemonte Maria Luisa Bianco nel suo intervento, l’accordo quadro è stato dettato da una vera e propria necessità perché le aziende sanitarie locali non erano strutturate per gestire in proprio i servizi di emergenza e ancora prima, i servizi di trasporto intraospedaliero.
«L’istituzione di un accordo regionale – ha continuato Maria Luisa Bianco – ha stabilito sia i contenuti normativi delle convenzioni sia i contenuti economici per i rimborsi. Il volontariato è una presenza forte nel tessuto economico sociale del Piemonte che ha la capacità di ascoltare i cittadini e di recepirne i bisogni.
«In Piemonte gli accordi – precisa Maria Luisa Bianco – sono frutto di una commissione tecnica che ha dei compiti ben precisi: propone il rinnovo dell’accordo regionale, procede annualmente all’analisi dei costi ed esprime, su richiesta delle parti, pareri di merito».
 
Infine anche Mario Moiso, rappresentante di Anpas Piemonte, ha ribadito l’importanza della rendicontazione economica nell’affidamento dei servizi. Anpas Piemonte, per garantire la trasparenza, ha inoltre istituzionalizzato un sistema esterno di revisioni e di consulenza presso le proprie associate per rilevare eventuali criticità. «Rendicontare i costi è una cosa banale – ha detto Mario Moiso – ma occorre la volontà di farlo e un accordo regionale che lo permetta».
 
A livello nazionale l’Anpas rappresenta 844 associazioni di pubblica assistenza e 177 sezioni, 100.000 volontari, 700.000 soci, 2.000 giovani in servizio civile volontario e 1.600 operatori professionali. Ha sviluppato grandi progetti di solidarietà internazionale ed è autorizzata per le adozioni internazionali in Bulgaria, Costa Rica, Venezuela, Gambia, Nepal, Armenia, Sri Lanka, Kenya, Isole Mauritius e Taiwan. www.anpas.org

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