Volontariato

Fatturare 250mila euro nel deserto

A sud di Dakar, un progetto di sviluppo integrato dà lavoro a 350 persone. E ha permesso alla comunità locale di dotarsi di aule scolastiche e di un centro di salute.

di Emanuela Citterio

Fino al 1997 si moriva ancora di sete in questo lembo desertico di Sahel. Oggi una bouganville rosa intenso cresce davanti alle case tradizionali senegalesi che formano il nucleo del villaggio di Ndem. A due ore d?auto da Dakar, si è già nel Baol, una delle regioni più aride e inospitali del Paese. Rachel Marcos è un?eccezione da queste parti. Americana sposata a un senegalese, è una delle due donne bianche a far parte a tutti gli effetti della comunità. Sotto la tettoia di uno degli atelier artigianali, il progetto che ha trainato lo sviluppo di N?dem, Rachel mostra il lavoro di un gruppo di donne intente a immergere scampoli di tessuto in pozze di colore. «Vent?anni fa gli abitanti di questo villaggio e di altri 14 vicini hanno unito le forze per affrontare i molti problemi della popolazione. Innanzitutto quello della mancanza cronica di acqua. Con un piccolo fondo comune è nata l?Association des villageois de Ndem. Ma il vero motore del progetto è stato il centro artigianale». Oggi 350 artigiani lavorano in atelier specializzati, con un fatturato nel 2004 di 235.445 euro. Dalla falegnameria alla produzione di tessuti, ma anche abiti, oggetti in ceramica e in terracotta, articoli in pelle e cesti, fino ai monili tradizionali e ai giochi per i bambini. Tutte queste attività hanno permesso di finanziare i progetti sociali a favore della popolazione del distretto, in un?ottica di sviluppo integrato che si basa sul lavoro comunitario. A dare impulso al progetto è stata la locale comunità baye fall, attorno alla quale il villaggio di Ndem si è costituito. In Senegal, i baye fall si rifanno all?insegnamento di Ibrahim Fall, una specie di San Francesco dell?Islam che a fine ?800 fu stretto discepolo di Amadou Bamba, a sua volta fondatore della confraternita Mourid cui oggi appartiene quasi un terzo dei senegalesi. I baye fall sono musulmani ma non pregano cinque volte al giorno, non vanno in moschea e sono esentati da molti dei precetti coranici. Nella storia di Ndem la svolta è avvenuta trent?anni fa quando Babacar MBow, un discendente del fondatore del villaggio, ha deciso di tornare da Parigi. E di trasferirsi qui, dove non c?era né acqua né elettricità, con la giovane moglie francese, Aissa. Qui per tutti è ?serigne? Babacar, maestro. Nell?89 la comunità è riuscita ad aprire una scuola e, con gli utili del centro artigianale, un centro di salute. Un sistema goccia a goccia permette l?irrigazione di un orto. «Adesso gli atelier sono autonomi, basano la produzione su ordini che arrivano dai punti vendita qui in Senegal oppure dai nostri acquirenti del commercio equo e solidale», continua Rachel. «L?attività sta crescendo e sono nati diversi gruppi, che ora stanno pensando di organizzarsi in una federazione di atelier». L?esperienza degli artigiani di Ndem ha attirato l?attenzione della cooperazione italiana in Senegal. «Stiamo tentando di replicare anche in altre aree il modello di successo del centro artigianale», spiega Marta Cossato, cooperante del Cesvi. L?ong bergamasca promuove corsi di formazione a favore delle donne di un?altra regione del Senegal, Louga, con il contributo finanziario della Regione Lombardia e del ministero Affari esteri. «In questo momento ci sono 16 donne al lavoro, e 12 vengono da Louga», spiega Lamine Dioukhane, responsabile della formazione nell?atelier di tintura dei tessuti. Due aspiranti artigiane hanno appena finito di stendere il loro telo ad asciugare sulla sabbia, e la luce del sole fa attivare una reazione chimica che lo cambia in pochi minuti di colore. «Il corso dura tre settimane», continua il formatore. «I primi cinque giorni si apprende la creazione del colore, della tintura, della realizzazione batik. Usiamo tecniche tradizionali di questa regione dell?Africa, e le reinterpretiamo». Nei cinque giorni successivi le donne di Louga sono affiancate da altrettante artigiane di Ndem. Nella terza fase i formatori valutano quali sono i passaggi più critici, e quali invece sono stati assimilati. «Qui siamo praticamente nel deserto, queste donne invece provengono da quartieri poveri urbani», aggiunge Rachel, «l?adattamento non è scontato, molte non sono mai uscite dal proprio contesto famigliare e dalla loro comunità». All?atelier della concia delle pelli due formatrici sono diventate un punto di riferimento per le più giovani, «cerchiamo di ricreare la famiglia allargata», sorride Rachel. Il nocciolo duro dell?artigianato dà all?Association des villageois de Ndem un margine per avviare nuove attività produttive che qui, all?inizio, sono necessariamente in perdita. L?ultimo progetto è un forno per fare il pane che servirà anche i villaggi vicini. Fuori dal recinto del villaggio, l?arrivo di un camion carico di un grosso baobab a pezzi è l?evento del giorno, soprattutto per un nugolo di bambini in festa. «Era rinsecchito da tempo, abbiamo chiesto al comune di potere utilizzare la legna per il nostro forno», spiega Aissa, la moglie di serigne Babacar. Sguardo azzurro e mobilissimo, in un viso solcato da rughe incorniciato da un turbante, è lei l?ideatrice di molti dei progetti di Ndem. Non si è fermata un momento per tutta la giornata che, cominciata alle sei del mattino, finirà a mezzanotte. Racconta che quando arrivò qui nel deserto, alta, bionda e giovane, tutti pensavano che se ne sarebbe andata dopo una settimana. Ora c?è chi giura che è più senegalese dei senegalesi. Dall?Italia a Dakar La via dei prodotti e dei viaggi solidali L’artigianato di N’dem in italia Tessuti, copriletti, borse, tovaglie e vestiti confezionati a N?dem sono acquistabili nelle Botteghe del Mondo del commercio equo e solidale. Partner storico dell?associazione senegalese è la Cooperativa Chico Mendes, tel. 02.54107745 – www.chicomendes.it. Un altro importatore è Altromercato Ctm, tel. 045.8008081- www.altromercato.it. I punti vendita più forniti sono a Milano in Piazza Lima e in via San Gottardo. Per visitare N’dem Association Des Villageois de N?dem Senegal – tel. 00221.9733040 maamsamba2000@yahoo.fr In Senegal con il turismo responsabile Un modo alternativo per visitare il Senegal e conoscere progetti come quello realizzato a N?dem è il turismo responsabile. Viaggisolidali (tel. 011.4379468; www.viaggisolidali.it) propone un itinerario dal nord del Senegal con alloggio presso le famiglie locali alla Petite Côte, le spiagge più belle a sud di Dakar. Planetnoprofit (www.planetnoprofit.it) propone invece dal 31 luglio al 20 agosto un campo di animazione a Thiaroye, con i ragazzi che stanno uscendo dalla tossicodipendenza.


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