Economia

Fattorie sociali, ecco le migliori d’Italia

Dal 2007 al 2011 sono passate da 105 a 245. Lo rileva l'Aiab. Una panoramica sulle esperienze più all'avanguardia

di Maurizio Regosa

Contrastare l'inquinamento, battersi per la qualità dei prodotti alimentari, realizzare posti di lavoro in modo particolare per le persone svantaggiate: obiettivi che alcune cooperative sociali hanno raggiunto creando vero sviluppo sostenibile.
Un fenomeno in decisa crescita: come ha rilevato l'Aiab, in Italia le fattorie biologiche sociali censite sono passate dalle 105 unità nel 2007 alle 245 del 2011.

Un boom dietro al quale c'è molta inventiva e tantissima creatività. Qualche esempio? C'è la cooperativa il Seme del consorzio Leonardo (in provincia di Pordenone) che gestisce alcuni appezzamenti di terra in cui realizza colture protette e non protette (dando così applicazione alla legge Basaglia). C'è poi l'impresa sociale il Ponte, una storia trentennale che tre anni fa ha creato una fattoria sociale, con una serra e un orto, dove dal 2011 si producono piante officinali a coltivazione biologica. Ancora qualche cooperativa che sfiorano l'agricoltura inserendola, come il La luna sul Raut, in un progetto di turismo sociale e di gastronomia, o all'interno di percorsi di housing sociale (come Abitamondo, che gestisce orti sociali).
Ma al di là di questi casi – tutti afferenti al consorzio Leonardo (15 cooperative, i soci sono oltre 750 e i dipendenti circa 100), che ha fatto una pubblicazione per inquadrare nella sua provincia il fenomeno – il Belpaese è pieno di esperienze interessanti. Ve ne sono nel Lazio (fra cui la cooperativa Agrocoltura di Roma), in Toscana (fra le quali la cooperativa Caldera di Pisa) e in Sicilia (L’Arcolaio di Siracusa). Tant'è che questi e altri protagonisti dell'agricoltura sociale hanno creato il Forum nazionale agricoltura sociale, che rappresenta numerose cooperative e associazioni che praticano l'agricoltura sociale, nonché reti come Aiab, Cnca, Alpa, Associazione delle bioattorie sociali – Veneto, Forum delle fattorie sociali della Provincia di Roma, Rete delle Fattorie Sociali Sicilia, nonché università come di Pisa e quella della Tuscia di Viterbo. «L’agricoltura sociale», come sottolinea Salvatore Stingo (che è il portavoce del Forum), «può rappresentare un esempio concreto di un nuovo modo di sviluppo e del buon vivere».
Uno strumento che dovrebbe essere sostenuto con iniziative di legge che stabiliscano una corretta definizione dell'agricoltura sociale, il loro valore all'interno del welfare e misure di sostegno (secondo alcune Linee guida formulate dal Forum che prevedono, oltre alle agevolazione fiscali e contributive, misure di sostegno per la promozione, percorsi di formazione e aggiornamento, istituzione di un osservatorio nazionale).
Idee che il portavoce ha presentato alla Commissione Agricoltura della Camera: «L’attenzione e l’interesse prestati dai componenti della Commissione sono un buon segnale per lo sviluppo e il consolidamento delle pratiche di agricoltura sociale, presenti su tutto il territorio nazionale», ha commentato Fiengo, «esperienze che rappresentano una forma particolarmente innovativa tanto dell’attività agricola che delle politiche di welfare».
 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.