Welfare
Fatevi misurare, vi conviene
Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, sottolinea sul numero in distribuzione come «imparare a rendicontare e a valutare l’impatto della propria azione è uno scatto importante di crescita e un test di maturità per tutto il Terzo settore». Un editoriale che anticipa una carrellata di esperienze di misurazione che ha visto protagoniste dieci associazioni
Imparare a rendicontare e a valutare l’impatto della propria azione è uno scatto importante di crescita e un test di maturità per tutto il Terzo settore.
È importante innanzitutto nei confronti del pubblico, che deve essere correttamente informato su come vengono destinate le risorse donate e sui frutti che generano. Siamo in una civiltà in cui il fattore competitivo, nolenti o volenti, è un fattore con cui si deve sempre più fare i conti, e in questo caso la competizione riguarda il fare il bene.
Quante volte abbiamo sottolineato che l’obiettivo è quello di “fare bene il bene”?
Ora rendicontazione e valutazione dell’impatto sono strumenti giustamente messi in campo dalla Riforma del Terzo settore e che rendono obbligatorio questo percorso. Ovviamente la competizione sana tra le non profit non potrà mai essere come la competizione esasperata che a volte riscontriamo a livello delle organizzazioni profit.
La competizione generata dalla misurazione dell’impatto è un elemento che stimola alla crescita complessiva dell’economia civile
La natura non profit prevede che la crescita del “know how” sia sempre collegata all’approfondimento di coscienza del “know why”: la competenza sul “come” fare è strettamente connessa con la consapevolezza del “perché”.
L'indice del secondo capitolo del numero di VITA in distribuzione
Tenuto conto di queste premesse, la competizione generata dalla misurazione dell’impatto è un elemento che stimola alla crescita complessiva dell’economia civile: accettare una gara per fare meglio è cosa importante che porta ad una maggiore incisività e a far sì che il Terzo settore abbia sempre più credibilità all’interno del sistema. Siamo oltretutto di fronte ad una situazione di risorse scarse ed è quindi necessario dimostrare a chi le dà, ma non solo a loro, che quelle risorse vanno a buon fine…
Per continuare a leggere clicca qui
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.