Non profit
Farmacie, bollini di qualità e video: la guerra totale del CSI al doping
Presentati tre progetti contro l’uso di sostanze dopanti nella pratica sportiva dilettantistica. «Quando leggo che qualcuno è stato trovato positivo al doping mi appare strano, perché la parola positivo deve avere un’altra valenza e richiamare i valori veri», ha sottolineato il presidente Vittorio Bosio
di Paolo Biondi
«Le persone che si avvicinano all’attività sportiva lo facciano in modo corretto evitando scorciatoie»: è il monito lanciato dal presidente del Centro sportivo italiano (Csi) Vittorio Bosio in occasione della presentazione di tre progetti contro il doping nella pratica sportiva dilettantistica.
Il primo progetto prevede la produzione di video che, «partendo da sei valori chiave (balance, respect, compassion, joy, enlightenment, love) facciano fare un viaggio nello sport, attraverso il racconto di testimonial ed esperti, per mostrare ai giovani che lo sport e il doping non sono compatibili», dice il Csi.
Il secondo progetto pilota, per ora sperimentale a Roma e provincia ma che si spera di esportare presto, è una campagna d’informazione e prevenzione al doping in alcune farmacie. «Le farmacie sul territorio sono già formate per dare un contributo, ma noi vogliamo fare qualcosa di più con corsi formativi specifici in modo da dare risposte certe e sicure», ha detto Alfredo Procaccini, presidente del Sistema farmacia Italia di Federfarma, la federazione nazionale che rappresenta oltre 16mila farmacie private in Italia. Le farmacie aderenti al progetto saranno riconoscibili perché esporranno un volantino dal titolo «Inizia la tua gara in questa farmacia» e forniranno informazioni utili per un’educazione alimentare sana e sull’uso di integratori idonei all’attività sportiva praticata.
«Green Seal» è invece il bollino verde simbolo del progetto biennale (è iniziato a gennaio e finirà al termine del 2019) cofinanziato dal programma Erasmo Plus dell’Unione europea che certifica la qualità negli ambienti sportivi che rispettano il codice etico. Green Seal è promosso in Belgio, Croazia, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna e realizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e Aepsad (agenzia spagnola per la protezione della salute nello sport). Jesus Garrido, ex giocatore di pallavolo della nazionale spagnola che ha militato per tre anni anche in squadre italiane e che oggi è direttore del Dipartimento educazione e ricerca dell’Aepsad, ha spiegato che si ha l’intenzione di «disseminare questo progetto nei centri sportivi e farlo accogliere soprattutto dalle istituzioni statali. Per questo il progetto con questo programma biennale è solo agli inizi».
«Quando leggo che qualcuno è stato trovato positivo al doping mi appare strano, perché la parola positivo deve avere un’altra valenza e richiamare i valori veri che vedono la persona al centro anche dell’attività sportiva sia essa professionistica e, soprattutto, quella non professionistica», ha sottolineato Vittorio Bosio alla presentazione nella sede del Csi di Roma, ricordando che al centro di tutte le campagne illustrate c’è «una corretta informazione a tutela della salute nello sport».
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