Salute

Farmaci, Lula lancia la sfida

Oggi sono 75mila i pazienti che ricorrono al prodotto della Merck. Ma le proiezioni dicono che il numero è destinato a raddoppiare. La cura è tutta a spese dello Stato brasiliano...

di Paolo Manzo

Il 4 maggio 2007 è stata una data storica per la diffusione dei farmaci generici in Brasile: il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha firmato un decreto che stabilisce la prescrizione obbligatoria del farmaco anti Aids, Efavirenz. Una misura che equivale alla ?quebra de patente?, ovvero la rottura del brevetto di questo medicinale prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Merck Sharp & Dohme e usato oggi da oltre 75mila brasiliani sieropositivi attraverso il sistema sanitario pubblico.

Naturalmente, con la prescrizione obbligatoria da parte dei medici, il numero di questi pazienti è destinato in breve tempo ad aumentare e, secondo le stime del ministero della Sanità brasiliano, ad arrivare a 150mila entro fine 2007.

Scadenza nel 2012
Già nel 2003, con il Kaletra prodotto dalla Abbott, Lula aveva minacciato di infrangere il brevetto di una casa farmaceutica ma l?allora ministro della Sanità, Humberto Costa, non era riuscito a far passare la dichiarazione di ?pubblica utilità? del farmaco in questione, necessaria per la prescrizione obbligatoria. Questa volta, invece, l?Efavirenz è stato dichiarato di ?interesse pubblico? e Lula ha fatto appello alle norme stabilite dal Wto, l?Organizzazione mondiale del commercio attraverso gli accordi sulla proprietà intellettuale (Trips) per rompere il brevetto della Merck, che scadeva nel 2012. Le norme del Wto, infatti, prevedono che i farmaci salvavita – e questo è il caso dell?Efavirenz – possano essere sostituiti dai governi con generici di costo minore.

Il risultato concreto è che, da oggi, il Brasile potrà acquistare generici che sostituiranno il medicinale della Merck, prodotti sia all?interno del Paese che importati da altri Stati, leader nella produzione. L?India, maggior produttore di generici al mondo, naturalmente si è già fatta avanti presso il governo di Lula con tre grosse imprese nazionali – Ranbaxy, Cipla e Aurobindo – ed è quasi certo che sarà un laboratorio di Delhi a sostituire la Merck sul mercato brasiliano.

Secondo l?attuale ministero della Salute del governo Lula, José Gomes Temporão, farmaci contenenti gli stessi principi attivi dell?Efavirenz saranno acquistati dall?India a un prezzo di 0,44 dollari Usa per compressa. Un quarto rispetto a quanto la Merck vendeva sino all?inizio di maggio l?Efavirenz, ovvero 1,65 dollari.

Dopo la firma del decreto, Lula ha voluto spiegare la decisione con un discorso, destinato ad avere un?importanza storica nella intricata battaglia dei brevetti. «Stiamo facendo un passo importante con questo farmaco, ma la stessa cosa sarà fatta per altri», ha detto il presidente brasiliano. «Se non ci sarà un giusto prezzo saremo costretti a replicare questa decisione. Non è possibile che qualcuno si arricchisca con le disgrazie degli altri… Non è solo una bassezza dal punto di vista etico, ma è anche una mancanza di rispetto totale dal punto di vista politico-economico. Il Brasile non può essere trattato come un Paese che non merita rispetto».

La clausola del Wto
Sono 200mila i brasiliani che già oggi usufruiscono di trattamenti anti Aids gratuiti grazie al sostegno del governo verdeoro, che è stato indicato non a caso dalle Nazioni Unite come modello nella prevenzione e cura di questa pandemia.

Al di là del mancato accordo con la casa farmaceutica statunitense, che non aveva accettato nelle scorse settimane di ridurre il prezzo dell?Efavirenz, l?importanza del decreto firmato da Lula è data dal fatto che questa è la prima volta in cui il Brasile fa ricorso alla procedura della ?prescrizione obbligatoria?, appellandosi agli accordi Trips del Wto.

Dopo la Thailandia, la cui giunta militare qualche mese fa aveva fatto la stessa cosa, è dunque arrivato il momento di un Paese ben inserito nel panorama economico e finanziario internazionale, come dimostra il fatto che il 15 maggio il Brasile abbia iniziato le procedure per entrare a pieno titolo nell?Ocse. L?Ocse infatti è l?organizzazione che ha come obiettivi l?integrazione economica e finanziaria tra i maggiori Paesi dell?Occidente.

Oltre ad avere manifestato il suo disappunto per il decreto, la Merck Sharp & Dohme al momento non ha manifestato l?intenzione di ricorrere alla giustizia come, per esempio, ha fatto di recente la Novartis in India. L?unico timore, al momento, è quello del disinvestimento progressivo dal Brasile della casa farmaceutica statunitense. Sull?altro versante, oltre alle associazioni dei malati di Aids, anche le ong locali hanno celebrato la rottura del brevetto dell?Efavirenz con manifestazioni di appoggio al decreto Lula in tutto il Brasile.

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