Salute
Farmaci: l’accordo sui generici slitta di una settimana
Gli Stati Uniti, che avevano bloccato il negoziato in dicembre, chiedono più tempo per convincere Big Pharma
L’accordo sui farmaci generici per i Paesi poveri non c’è stato. Il 10 febbraio, termine entro cui i Paesi membri del Wto dovevano accordarsi sull’applicazione del trattato di Doha, il chairmain del negoziato sui farmaci Eduardo Perez Motta ha annunciato il rinvio della decisione al 18 febbraio. Data prevista per la prossima riunione del Wto sulla proprietà intellettuale.
Le ragioni del rinvio? Gli Stati Uniti, che avevano bloccato l’applicazione dell’accordo sulla produzione ed esportazione di farmaci tra Paesi poveri in dicembre, hanno chiesto più tempo per riflettere e convincere le loro aziende farmaceutiche della non pericolosità dell’accordo.
Ma ieri c’è stato anche un brutto colpo di scena denunciato da Medici Senza Frontiere: il charmain dei negoziati sui farmaci ha chiesto ai membri del Wto di aderire a un suo documento che reinterpreta il paragrafo 6 della dichiarazione di Doha restringendo la possibilità di produrre ed esportare farmaci solo in casi di gravi emergenze nazionali.
Un’interpretazione che secondo Medici Senza Frontiere viola lo spirito e il contenuto dell’accordo di Doha. E che, soprattutto, potrebbe mettere in grave difficoltà i Paesi poveri che non hanno la capacità di produrre farmaci generici.
Msf ha inviato un documento a tutti i Paesi membri del Wto esortandoli a non firmare il nuovo documento che sarebbe un grosso passo indietro per la campagna sul diritto alla salute. Come pure l’accordo attualmente sul tavolo del negoziato: si è tornati a discutere sul testo che gli Stati Uniti avevano già bocciato in dicembre.
Dato il nuovo documento del chairman e il testo del negoziato, il rinvio è una buona notizia per la società civile che ieri temeva venisse siglato un accordo molto favorevole alle aziende farmaceutiche e dannoso per i malati dei Paesi poveri.
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