Cultura

Farmaci: gli Usa fagocitano la ricerca europea

La prevalenza dell'industria americana denunciata dall'ultimo rapporto dell'Efpia, associazione che rappresenta circa 2mila aziende del Vecchio continente, presentato all'annuale meeting in corso

di Daniela Romanello

Le aziende europee continuano a perdere terreno nei confronti di quelle farmaceutiche americane e continua a diminuire il tasso di investimenti in ricerca e sviluppo nel vecchio continente. Tuttavia l’industria farmaceutica rimane uno dei settori ad alta crescita tecnologica e con il miglior rendimento in Europa. Ancora tante le ombre sulla situazione dell’industria europea, nonostante lo sforzo imprenditoriale. Sono queste le linee principali tratteggiate dall’ultimo rapporto sull’industria farmaceutica dell’Efpia, l’Associazione che rappresenta circa 2mila aziende che operano in Europa. Gli industriali riuniti a Bruges in occasione del meeting annuale lanciano un nuovo allarme sulle condizioni del settore che rischia di annegare nello scontro con il gigante americano. Gli indicatori mostrano infatti che la posizione degli Usa, come luogo di innovazione e’ aumentata e confermano la vulnerabilita’ dell’industria farmaceutica in Europa rispetto alla sua principale concorrente americana. – Tra il 1990 e il 2001 l’investimento in ricerca e sviluppo negli Stati Uniti e’ aumentato di cinque volte, mentre in Europa e’ cresciuto soltanto di 2,4 volte. – Tra il 1990 e il 2000, il mercato americano e’ cresciuto dell’11,4% all’anno, molto piu’ avanti rispetto all’Europa che ha avuto una crescita media ponderata solo del 7,3%. – Nel 2000 la perdita di profitto sull’investimento in ricerca e sviluppo dovuta alla frammentazione del mercato farmaceutico europeo era pari a 3.500 milioni di Euro. Otto farmaci sui dieci più venduti sono made in Usa. Negli ultimi dieci anni le industrie che si trovano in America hanno aumentato notevolmente la loro quota per quello che riguarda i farmaci piu’ venduti al mondo. Sui dieci prodotti principali a livello mondiale, nel 2000, otto provenivano dagli Stati Uniti e soltanto due dall’Europa. Solo otto anni prima il rapporto era quasi invertito con sei farmaci del vecchio continente e solo due americani nella classifica dei piu’ venduti. Gli industriali europei condividono poi le preoccupazioni della Commissione europea che pochi mesi fa aveva lanciato un allarme sulla perdita di competitivita’. Negli ultimi dieci anni la ricerca e lo sviluppo in Europa sono crollati perche’ le nuove unita’ di ricerca tecnologica sono state trasferite dai grandi gruppi soprattutto negli Usa. Fino agli anni ’90 l’Europa era il leader mondiale per ricerca e sviluppo ma nel ’97 l’industria americana e’ riuscita a superare la controparte europea e fra il ’90 e il 2001 questo tipo di investimento negli Usa e’ aumentato di cinque volte, mentre in Europa soltanto di 2,4 volte. Il rivale americano resta saldamente in testa anche nella produzione di farmaci biotecnologici che rappresentano la nuova sfida tecnologica che le aziende europee devono affrontare. Un quinto delle nuove molecole lanciate sul mercato mondiale ogni anno derivano dalla ricerca biotech. Ma gli indicatori segnano ancora vittorie a favore degli Usa. Il fatturato in milioni di euro e’ pari a 23.750 per gli Usa contro gli 8.697 per le aziende europee. Tuttavia il numero di aziende impegnate in questo tipo di ricerca e produzione e’ maggiore proprio in Europa: 1.570 contro le 1.273 americane. Ma le aziende yankee vincono per dimensione e potenza di spesa: il numero di impiegati e’ pari a 162mila contro i 61mila circa dei dipendenti europei.


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