Volontariato

Farmaci da scaffale? Niente paura

Nell’arco di due mesi 250 Coop allestiranno 30 corner ad hoc per la vendita di medicinali. «I consumi non aumenteranno e si potrà risparmiare fino al 50%»

di Christian Benna

Questa estate niente ferie per Aldo Soldi, il presidente della cooperativa consumatori di Legacoop. A lui e il suo staff toccherà piantare l?ombrellone in ufficio e fare gli straordinari per cogliere al volo l?opportunità lasciata aperta dall?ondata di liberalizzazioni promosse dal decreto Bersani. Il tabellino di marcia è di quelli tosti. E prevede che nel giro di 60 giorni, a inizio settembre, circa 250 punti vendita Coop siano in grado di ospitare altrettanti corner da 30 metri quadri per la vendita di farmaci da banco.

Vita: Si stima che ogni anno gli italiani spendano in farmacia circa 2,2 miliardi. Una bella somma. Ma gli effetti della riforma riguarderanno solo il 10% del mercato. Valeva la pena mettersi in gioco?
Soldi: Gli investimenti non saranno grandissimi. Giusto il costo degli allestimenti e del nuovo personale assunto. Infatti non capisco la ragione delle proteste. Si tratta di una quota minima sulla quale non è detto che la gente si sposterà in massa sulla grande distribuzione. Resta comunque un passo importante per consumatori che avranno a portata di scaffale prodotti da banco a prezzi ridotti, dal 20 al 50%.

Vita: La prossima mossa sarà l?Aspirina Coop?
Soldi: Ci sono catene nel Regno Unito che già usano il proprio marchio per i medicinali. È un?iniziativa a cui stiamo pensando seriamente, ma non prevediamo un vasto assortimento. Anche perché la procedura di autorizzazione è molto lunga e costosa. Ma è un tema interessante che vogliamo approfondire.

Vita: Del resto questo è il vero business, che consente una redditività ben più alta della vendita di farmaci da banco?
Soldi: Intendiamoci. Non si tratta di produrre per conto proprio, ma di acquisire prodotti e distribuirli con il marchio Coop. Un?esperienza che piace ai nostri clienti perché si fidano del nostro nome. Se si andasse verso questa direzione ci sarebbero grandi benefici per il consumatore con risparmi del 50% e un discreto margine anche per noi.

Vita: A questo punto il salto successivo sarà una catena di farmacie targata Coop?
Soldi: In realtà Legacoop già opera in questo settore con una Farmacoop che gestisce una ventina di farmacie. Quindi siamo piuttosto esperti in materia. Ma non credo ci saranno ulteriori sviluppi, almeno per il momento.

Vita: Da questa piccola rivoluzione non teme il rischio da ingordigia di farmaci, come è accaduto negli Stati Uniti?
Soldi: Il confronto non regge. Negli Usa la liberalizzazione ha portato al self service dei medicinali al supermarket, da noi invece si aprono solo nuovi canali di vendita, tutti rigorosamente seguiti da un farmacista per ogni corner. Ma il nodo della questione è un altro, ed è quello delle confezioni. In America si è diffuso il modello Mc Donald?s: più acquisti più risparmi. Una convenienza pericolosa se trasferita nel mondo della salute.

Vita: Allora è convinto che non ci sarà alcuno abuso?
Soldi: Non accadrà per due ordini di motivi: Il consumatore non è uno sprovveduto come tanti lo dipingono, ma una persona consapevole. La riforma porterà poi a un?operazione trasparenza: oggi non si conosce il costo di un medicinale se non alla cassa. Invece al supermercato sarà tutto più chiaro: si potranno paragonare prodotti con uguali principi attivi ma a costi diversi. Un vantaggio non da poco.

Vita: Le grandi catene internazionali sono dalla vostra parte, mentre Federconsumo – Confcooperative si è schierata contro l?iniziativa. Che ne pensa?
Soldi: Ci vogliono almeno mille mq per sostenere i costi di un corner farmaceutico. Perciò molti medi operatori non vedono di buon occhio questa operazione. Ma credo che dopo aver valutato bene la possibilità offerta dal decreto Bersani, saranno in molto a volerne beneficiare.

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