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FARMACI. Da Novartis un anticorpo salvavista a carico del Ssn

Via libera alla rimborsabilità di ranibizumab, l’anticorpo monoclonale indicato per i pazienti con Dmle neovascolare, grazie a un sistema di rimborso che garantisce appropriatezza prescrittiva e sostenibilità economica

di Redazione

La degenerazione maculare legata all’età (Dmle), patologia dovuta a un deterioramento progressivo della macula (la parte centrale della retina, responsabile della visione distinta) ha i giorni contati. È infatti disponibile da ora, a carico del Servizio sanitario nazionale, Ranibizumab, l’anticorpo monoclonale di Novartis sviluppato specificamente per uso oftalmico ed efficace anche nelle forma “neovascolare” della malattia, ossia la più grave.
Già raccomandato dal Nice, National institute for clinical excellence (ente britannico che esamina il costo-beneficio dei farmaci), Ranibizumab è il primo e unico farmaco anti-angiogenico che ha dimostrato di affinare la visione, prevenire l’evoluzione della malattia fino alla perdita della vista e, quindi, migliorare la qualità della vita. Gli studi clinici, su un campione di oltre 7.500 pazienti, hanno dimostrato che circa il 95% ha mantenuto la funzionalità visiva e nel 40% dei casi è stato possibile ottenere un miglioramento dell’acuità visiva pari ad almeno 15 lettere.
Ogni anno,  nel mondo, circa mezzo milione di persone perde la vista a causa della Dmle; in Italia si stima che 260mila persone sono affette dalla forma neovascolare, che registra 20mila nuovi casi all’anno. «Arrestando la formazione dei neovasi con il massimo rispetto della retina sana, ranibizumab migliora in una percentuale significativa, la funzionalità visiva del paziente, consentendo il recupero della propria autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana», spiega Filippo Cruciani del Dipartimento Scienze oftalmologiche dell’università La Sapienza di Roma. «L’innovativo modello di rimborso concordato con l’Aifa concilia il diritto dei pazienti ai farmaci più innovativi in un contesto di impiego attento delle risorse economiche pubbliche», aggiunge Mark Never, amministratore delegato di Novartis in Italia.
È stato infatti raggiunto con le Autorità un accordo che prevede il monitoraggio dell’intero percorso terapeutico, dalla diagnosi al trattamento e alla valutazione dei risultati ottenuti. «La sostenibilità economica delle terapie è strettamente legata al diritto dei pazienti di accesso alle cure», afferma Walter Ricciardi, direttore Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni Italiane e Istituto di igiene dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «Questo vale in particolare per i farmaci biotecnologici innovativi che spesso rappresentano un’importante alternativa terapeutica, se non l’unica, per alcune categorie di pazienti. Il modello di rimborso “payment by results” è volto a promuovere una più alta qualità delle cure e dell’assistenza sanitaria sulla base dei risultati e risponde all’annosa questione del gap tra i bisogni di salute e le risorse disponibili per soddisfarli». Una formula che, già adottata in campo oncologico, viene applicata per la prima volta anche in campo oftalmico, offrendo l’opportunità di utilizzare la pratica clinica come cura e allo stesso tempo come strumento di valutazione dei risultati, combinando così assistenza e ricerca.
Plaude all’iniziativa l’avocato Giuseppe Castronovo, presidente della Iapb Italia onlus (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità): «Questa decisione rappresenta uno straordinario passo in avanti per tutte le persone affette da degenerazione maculare senile, poiché garantisce ai malati la possibilità di accedere ai migliori trattamenti disponibili senza differenze legate al reddito, all’età e allo stato sociale».
In Italia il farmaco è soggetto a prescrizione medica ed è ora disponibile a carico del Ssn presso le strutture ospedaliere e/o strutture ad esse assimilabili in classe H Osp1, per i pazienti con degenerazione maculare neovascolare attiva e con acuità visiva con la migliore correzione >2/10.

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