Non profit
Fare welfare senza assistenzialismo: questione di metodo
Una sperimentazione di gestione del welfare a livello locale in cui cooperazione e terzo settore sono i veri protagonisti
Ecco una sperimentazione di gestione del welfare a livello locale in cui cooperazione e terzo settore sono i veri protagonisti. La base dell?esperienza è il progetto Equal, promosso dalla Comunità Europea e avviato nel luglio dello scorso anno da Agenzia di cittadinanza, associazione di sviluppo territoriale che raccoglie decine di attori del non profit e opera su sei aree (97 comuni su 189) della provincia di Milano.
Migliorare la qualità dei servizi alle categorie a rischio e trovare da sé i finanziamenti: questi i due obiettivi principali da raggiungere per l?Agenzia. Il tutto attraverso la creazione di sei ?laboratori di zona?, uno per ogni area, in cui gli enti coinvolti puntano all?autofinanziamento offrendo opportunità lavorative alle fasce deboli della popolazione. Il punto della situazione, a due terzi del cammino (il progetto termina a fine 2007), è stato fatto nel convegno Sostenibilità del welfare locale, tenutosi lo scorso 27 novembre a Milano.
«Stiamo lavorando nella giusta direzione», dice Riccardo Imberti, direttore dei laboratori del progetto. «Di questo passo, al termine degli incentivi europei molte delle realtà locali sorte con questo progetto andranno avanti con le proprie gambe». Attività di fund raising, partecipazione a bandi, contributi di Comuni e fondazioni: queste le forme di finanziamento degli enti coinvolti. «Con la forte crisi di risorse destinate dal settore pubblico al welfare», prosegue, «ogni ente sta aumentando la sua professionalità nel guadagnare l?autonomia».
Gli esempi non mancano: nel laboratorio Ticino est, la cooperativa sociale Massimo Ventura riesce a dare lavoro a ex tossicodipendenti e disabili; la coop In cammino è capace di realizzare e mantenere un hospice per malati terminali di Aids. Ancora, nel laboratorio Brianza est, sono nati gli spazi Crescere insieme, per bambini, e Casa e cura, per malati psichiatrici, mantenuti attivi tramite finanziamenti comunali, di fondazioni e di singole coop come Aeris.
Per tutti, la marcia in più rispetto al passato è il metodo. «Il terzo settore non si pesta più i piedi come una volta», dice il direttore dei laboratori. «C?è molta più sinergia, più volontà di agire in rete». Partenariato e progettazione partecipata, legate a concrete politiche sociali, rappresentano le fondamenta della stessa Agenzia di cittadinanza, il cui presidente è don Virginio Colmegna, direttore della Casa della Carità di Milano. «Fin dalla sua nascita, nel 2001, l?Agenzia mira al superamento dell?assistenzialismo, e crede nella lotta alle disuguaglianze come criterio di sviluppo», dice don Colmegna. Il progetto Equal ha dato la possibilità agli enti iscritti all?Agenzia di far emergere il loro ruolo di imprese sociali. «Ora sono attori stabili nelle politiche di welfare del territorio, protagonisti nell?evoluzione della comunità in cui operano», aggiunge don Colmegna.
Info: www.agenziadicittadinanza.it
tel. 02.26300707
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.