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Fare volontariato? Per tre italiani su quattro è un fattore di cambiamento
I primi dati di un'indagine promossa dal Forum Terzo settore e dalla Caritas Italiana, in collaborazione con il dipartimento di Scienze della formazione di Roma Tre. La motivazione principale che spinge a fare volontariato? Poter dare un contributo alla propria comunità
di Redazione
I volontari italiani vogliono essere agenti di cambiamento. Percepiscono la loro azione come un importante fattore di cambiamento, tanto a livello sociale quanto personale. Il 54% di loro è convinto che la propria azione volontaria contribuisca a rendere migliori la cultura, gli stili relazionali, i modelli sociali e anche l’organizzazione dei servizi, per costruire comunità più giuste, inclusive e umane. In che modo? Innanzitutto, attraverso l’aiuto concreto e l’ascolto, ma anche attraverso l’innovazione sociale, l’attivazione di processi partecipativi, la promozione della cultura della solidarietà. La trasformazione, peraltro, riguarda anche se stessi: tre volontari su quattro (esattamente il 76%) sono convinti che fare volontariato abbia cambiato profondamente il proprio modo di pensare. Questi sono alcuni dei principali risultati emersi dalla ricerca “Noi+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato”, promossa dal Forum Terzo settore e dalla Caritas Italiana, in collaborazione con il dipartimento di Scienze della formazione di Roma Tre. Dopo aver indagato, lo scorso anno, le principali competenze agite dai volontari italiani su un campione di circa 10mila persone, l’impegno è proseguito con l’analisi qualitativa di oltre duemila risposte aperte date dai partecipanti.
Le forme del volontariato sono variegate e, accanto ai fondamentali interventi in caso di calamità e a quelli occasionali presenti da sempre nel nostro Paese, c’è un impegno, anche continuativo e a lungo termine, che punta a cambiare in profondità le cose. A cominciare da sè stessi. Nelle prossime settimane tutti i risultati della ricerca saranno presentati e discussi dagli enti promotori, con l’obiettivo di comprendere le traiettorie di sviluppo del volontariato e realizzare una sempre maggiore valorizzazione delle competenze.
In base ai dati di Noi+, la motivazione principale che spinge a fare volontariato è il voler dare un contributo alla propria comunità (considerata la più importante dal 63,7% del campione) seguita, con notevole distacco, dall’urgenza di far fronte ai bisogni (8,4%) e dall’aderire alla causa sostenuta dal proprio gruppo (7,3%). Tra i giovani assumono valori molto maggiori la possibilità di esplorare i propri punti di forza e mettersi alla prova (+18,2%) e l’opportunità di arricchimento professionale (+17,4%) mentre è percepita con meno intensità l’urgenza di far fronte ai bisogni (-10,6%). I giovani volontari, inoltre, sono maggiormente convinti, rispetto alla media, che fare volontariato contribuisca a cambiare la realtà (+6,5%) e che il volontariato cambi il loro modo di pensare (+4,6%).
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