Sostenibilità

Fare Raccolta : rimettiamo al centro l’uomo

Omar Pivi ad e fondatore dell'azienda: «è l'unica strada per un vero cambio culturale in Italia»

di Lorenzo Alvaro

 

Fare Raccolta è un'azienda che permette di risparmiare attraverso una filiera virtuosa di riciclo. Un circuito cui partecipano imprese, cittadini ed enti locali. Tutto inizia con un gesto semplice: gettare i propri rifiuti in uno dei “cassonetti intelligenti” dell'azienda. Così parte un percorso che conviene a tutti e migliora il territorio. Vita.it ha intervistato ad Ecomondo Omar Pivi, ad e fondatore di Fare Raccolta

Il vostro impegno dimostra che è possibile operare un cambiamento culturale attraverso una filiera virtuosa…
Si, la dimostrazione parte dal presupposto che siamo stati abituati ad un sistema che prevede un consumo. L'impostazione contraria dove produciamo risparmio ridistribuendo vantaggio è fondamentale. Considerare il profitto non l'obbiettivo, ma la conseguenza delle azioni è possibile.  Portare le persone a fare scelte sostenibili anche per una convenienza significa innescare un meccanismo di sostenibilità economica virtuoso. Ma tutto questo è possibile solo rimettendo al centro l'uomo. 

È un'impostazione olivettiana la vostra? 
Mio padre è un artigiano e mia madre ha sempre curato la famiglia. Ho buone radici. Mi hanno sempre insegnato che  non è fondamentale quanto denaro hai ma come realizzi il profitto. Oltre a questo mi è sempre stato detto che le cose buone sono anche belle. La chiave di lettura in effetti è la stessa di Olivetti  

Per altro è un sistema che coinvolge indifferentemente singoli cittadini, realtà imprenditoriali e territori. Può essere un modo per superare quel periodo storico dell'industria italiana che da molti è indicata come la «generazione Ilva»?
È evidente che le tecnologie esistono ma che sono sempre state considerate un costo. Fare Raccolta permette di rendere sostenibile e quindi di capitalizzare la tecnologia. Che vuol dire produrre qualità, lavoro e profitti. Tutto in simbiosi e nel rispetto del territorio.

Questo cambiamento di cui siete attori trova resistenze?
No, attualmente creiamo vantaggio per chiunque. Le persone ritirano denaro sotto forma di risparmio, le aziende lo ricavano in termini di pubblicità e quindi di nuovi clienti, le amministrazioni comunali non devono spendere, le multiutility ricevono sperimentazione e innovazione. Abbiamo messo in campo una modalità di raccolta che non esiste al mondo 

Questo per quello che riguarda il territorio. Dal punto di vista dello Stato centrale invece?
I governi non hanno mai puntato su questo settore per un semplice motivo: non è per pochi. Non è lobbistico e non permette grandi guadagni per pochi. Queste lobby però le scardineremo con il mercato. È l'unica risposta possibile. 

So che per voi è molto importante la partecipazione ad Ecomondo. Come mai?
Mettendo al centro le persone abbiamo bisogno di incontrarle. Per questo per noi è fondamentale. In particolare Ecomondo è una fiera molto importante, una delle poche dove c'è una reale attenzione e interessi per questi temi.


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