Non profit

Far ripartire l’Abruzzo con 2,3 milioni di euro

Volontariato come motore della ricostruzione sociale

di Antonio Sgobba

«Finora abbiamo pensato a mettere in piedi le case, ora è il momento di ricostruire le relazioni sociali». Per raggiungere questo ambizioso obiettivo arriva ora il bando per la progettazione sociale «Emergenza Abruzzo». Cristina De Luca, coordinatrice della commissione che ha elaborato il progetto, lo presenta così: «I fondi messi a disposizione vogliono essere un sostanzioso contributo alla ricostruzione del tessuto sociale, troppo spesso trascurato in favore della pur indispensabile ricostruzione materiale». Si tratta di 2 milioni 300mila euro, una parte dei fondi messi a disposizione dalle fondazioni di origine bancaria destinati al Fondo speciale per il volontariato.
Ad «Emergenza Abruzzo» possono concorrere tutte le organizzazioni di volontariato ai sensi della legge 266/91, con sede legale nella regione, che si siano formalmente costituite prima di quel tragico 6 aprile 2009. Per l’assessore regionale alle Politiche sociali, Paolo Gatti, bisogna ringraziare il mondo del volontariato «per il lavoro silente e concreto che ha svolto sin dai primi attimi successivi al sisma. Ora abbiamo un’occasione importante per aprire un tavolo di lavoro».
L’iniziativa è nata da un accordo tra l’Acri, il Forum terzo settore, CSVnet e la Consulta del volontariato della Regione Abruzzo. «Subito dopo il terremoto i Centri di servizio per il volontariato hanno deciso di dare il loro contributo per la ricostruzione», racconta la coordinatrice. Il vicepresidente Acri, Antonio Miglio sottolinea che «molta attenzione è stata data a questo territorio privilegiando quegli interventi che possono diventare da esempio e modello nel fronteggiare eventuali altre emergenze».
Dal 10 settembre il bando è online. «Prima di partire però c’è stata una lunga fase di analisi della realtà, per comprenderne i bisogni», dice la De Luca. Gran parte degli sforzi saranno orientati verso la zona del cosiddetto “cratere”, il punto più colpito dal sisma. Per la coordinatrice, «l’obiettivo è ricreare organizzazioni che aiutino le fasce di popolazione più fragili, come i giovani o gli anziani». Una volta conosciuti i bisogni, si è passati alla fase della progettazione. Chi parteciperà al bando avrà un vincolo importante: «Ogni organizzazione dovrà essere in partnership con altre realtà del territorio. Sia non profit sia profit», spiega la De Luca. I soggetti “partner”, quindi, potranno essere realtà del terzo settore ma anche soggetti aventi scopo di lucro, enti pubblici, esercenti di pubblico servizio e le istituzioni in generale. Per questo ci saranno sette incontri preparatori con le organizzazioni del settore. Un punto importante per gli organizzatori è proprio quello della collaborazione con altre realtà: «Per costruire una rete è necessario mettersi insieme, solo così si può creare un sistema che funzioni». I progetti finanziati avranno varia natura: si va da quelli per cui saranno stanziati 200mila euro a quelli da 20mila. «Abbiamo scelto questa soluzione», spiega la De Luca, «perché siamo consapevoli che sul nostro territorio esistono realtà di dimensioni diverse, così ciascuno potrà fare ciò che è più coerente con la sua storia».
Il bando, che finanzierà iniziative che durano da uno a due anni, sarà aperto per 45 giorni. Per partecipare c’è quindi tempo fino al 25 ottobre. «In questo mese e mezzo non lasceremo da sole le associazioni», conclude la coordinatrice, «ci saranno valutazione in itinere. Vogliamo mettere in atto un processo che sia l’esatto contrario delle distribuzioni di soldi a pioggia».

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