Famiglia

Fao: per Realacci il Vertice un’occasione persa

"Non è tollerabile una sorta di apartheid planetaria - insiste Realacci - dove i Paesi ricchi difendono i loro privilegi", ha detto il presidente di Legambiente

di Paul Ricard

Un’occasione persa. Che, di fatto, rischia di non produrre alcun risultato concreto. A bocciare senza appello il vertice FAO è Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente, che al Forum delle Ong sulla sovranità alimentare, in svolgimento al palazzo dei congressi,si ritrova a parlare di accesso al cibo per tutti e di qualità delle produzioni accanto a Vandana Shiva, leader internazionale dei movimenti che si oppongono ad una globalizzazione a senso unico. Piero Sardo, vicepresidente di Slow Food e Colin Hines, dell’International Forum on Globalizzation. “Non è tollerabile una sorta di apartheid planetaria – insiste Realacci – dove i Paesi ricchi difendono i loro privilegi. Perché questo rischia di aggravare i problemi dei Paesi poveri e, in prospettiva, di minacciare la sicurezza degli stessi Paesi ricchi”. Il presidente di Legambiente ne è sicuro. “L’uso delle biotecnologie non riuscirà a sfamare i poveri del mondo ma, al contrario, consentirà alle multinazionali di aumentare il loro controllo sui prezzi e sui prodotti, attraverso lo strumento dei brevetti e il controllo del mercato mondiale delle sementi. E’ la cosiddetta ‘filiera corta’ una delle chiavi del cambiamento: in questo senso il nostro impegno per una agricoltura che punti sulla qualità, sulla tipicità, sulla difesa agro-ambientale nei Paesi europei e’ ispirato dalle stesse motivazioni che ci spingono a provare, a costruire un’agricoltura piu’ equa e solidale a livello globale”. Per Vandana Shiva, “esistono esperienze locali molto positive che mostrano la possibilità di realizzare un’agricoltura realmente migliore, ambientalmente sostenibile, rispettosa delle culture e delle tradizioni locali, ma tutto questo richiede modifiche determinanti nelle politiche nazionali ed internazionali del commercio, nell’uso delle tecnologie e dei diritti di proprietà intellettuale”. In concreto, sottolinea Shiva, “è necessario investire nella localizzazione più che nella globalizzazione, nella sicurezza alimentare locale più che nell’esportazione, nel garantire la qualità ai cittadini più che agli interessi corporativi del commercio”. Anche Vandana Shiva non risparmia critiche al vertice FAO. “I capi di Stato dei Paesi Occidentali hanno deciso che l’alleanza internazionale contro la fame nel mondo non funziona e che va sostituita con una nuova alleanza internazionale per la promozione delle biotecnologie. Questa non e’ la strada per risolvere il problema”. Piero Sardo, parte da un nuovo termine, quello di “eco-gastronomia”, coniato apposta per “riassumere in modo preciso quel che pensiamo dei legami imprenscindibili tra il piacere del buon cibo e il rispetto per il pianeta, e con esso delle persone che lo abitano”. Per Colin Hines, infine, il vertice Fao “deve lanciare un dibattito sulla necessita’ di modello radicalmente differente di agricoltura locale. L’obiettivo di questo sarà garantire che i piccoli agricoltori dall’Inghilterra alla Polonia, dal Vietnam all’India, abbiano un futuro saldo, provvigioni salutari e cibo prevalentemente locale”.


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