Cultura

Fao: per fame basterebbe spesa europea per gelati e cosmetici

La ricetta del Programma Alimentare Mondiale, occorrono 11 miliardi di euro

di Redazione

Al summit della Fao, dopo il quadro drammatico uscito dalla prima giornata (gli obiettivi falliti e le promesse non mantenute), cominciano a profilarsi le ricette per dare soluzione al dramma piu’ increscioso del XXI secolo: la fame. La ricetta del Pam (il Programma Alimentare Mondiale dell’Onu) si chiama ‘school Feeding’, le mense nelle scuole. Perche’ a stomaco pieno si impara meglio e un bambino sfamato a scuola corrisponde ad un figlio in meno da nutrire a casa. James Morris, direttore generale del PAM, ha snocciolato le cifre del dramma. Alcune sono note: 300 milioni di bambini nel pianeta crescono senza cibo sufficiente e con un’istruzione inadeguata; ogni giorno muoiono 24.000 persone a causa della fame. Altri dati sono meno conosciuti: “Servirebbe pochissimo a sfamare tutti i piccoli del pianeta”, ha ricordato Morris, facendo appello alla generosita’ dei Paesi donatori. “Basterebbero 19 centesimi di dollaro, per ciascun giorno di scuola di ognuno di essi”. Una cifra irrisoria, l’equivalente di undici miliardi di euro all’anno, ovvero “quello che spendono gli europei ogni anno per il gelato e gli americani per i cosmetici”. Il Pam ha richiamato l’attenzione soprattutto su un’area di crisi: l’Africa meridionale dove vivono 13 milioni di persone. Siccita’ prolungata, inondazioni, cattiva amministrazione dei governi e l’Aids sono le cause principali di una decimazione nella produzione agricola, particolarmente grave in sei Paesi: Zimbabwe, Malawi, Zambia, Mozambico, Lesotho e Swaziland. “E’ vero che per far fronte al dramma della fame bisogna investire in agricoltura, varare riforme commerciali, migliorare la ricerca. Ma noi abbiamo il dovere di sfamare la gente ora, in questo momento, perche’ altrimenti chi oggi ha fame non sara ‘in grado di beneficiare di assistenza di lungo termine”. Il Pam attualmente si occupa dell’assistenza alimentare di 4.6 milioni di persone nell’area. Ma non basta ed i finanziamenti che ogni anno i Paesi sviluppati assicurano volontariamente all’agenzia Onu non bastano: i dati definitivi saranno noti solo tra un paio di settimane, ma le stime provvisorie del Pam dicono che servirebbero 4-500 milioni di dollari annui per evitare la catastrofe. La situazione e’ particolarmente grave in Malawi, dove il numero di bambini che entrano ed escono dagli ospedali, per malattie collegate alla malnutrizione, e’ impressionantemente alto. Ed e’ grave anche nello Zimbabwe: un Paese ricchissimo dal punto di vista delle risorse naturali, dove pero’ la produzione agricola e’ crollata del 50-60 per cento negli ultimi anni, in seguito al progetto governativo di espropriare le terre ai bianchi. Morris, che ieri ha incontrato il presidente, Robert Mugabe, ha ribadito che “il Pam non si schiera politicamente”, ma esige liberta’ di movimento: “Andremo ovunque ci sono persone che soffrono la fame, ma l’unica condizione richiesta e’ il libero accesso ai nostri operatori”.


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