Mondo
Fao: Mugabe all’Excelsior grazie ai soldi dei donatori occidentali
Il j'accuse del quotidiano inglese "Times"
di Paul Ricard
Il viaggio a Roma del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe sarebbe stato pagato da un fondo speciale della Fao, creato a favore delle delegazioni dei Paesi poveri e finanziato dai paesi occidentali. Lo riferisce il quotidiano inglese Times. Fonti delle Nazioni Unite non hanno voluto confermare la notizia ma hanno detto che Mugabe, in quanto presidente dello Zimbabwe, aveva il diritto di farsi finanziare. Il trust fund della Fao, grazie al quale Mugabe e la sua numerosa delegazione hanno soggiornato al lussuoso Excelsior di via Veneto, è stato istituito dalla Fao proprio per pagare alle delegazioni dei paesi in via di sviluppo l’albergo nei giorni del vertice di Roma. Un portavoce della Fao ha spiegato che il Fondo è stato creato grazie alle donazioni dei paesi ricchi, ma non ha voluto fare l’elenco di tutti i donatori anche se ha specificato che i pasei scandinavi sono stati i più generosi tra quelli europei. La notizia del soggiorno di Mugabe pagato dai contribuenti occidentali si aggiunge alle polemiche dei giorni scorsi, dopo l’arrivo del Presidente dello Zimbabwe a Roma, nonostante le sanzioni imposte nei suoi confronti dall’Unione europea. Da quattro mesi, infatti, dopo le ultime elezioni nel Paese, Unione europea e Stati Uniti hanno deciso di impedire a Mugabe l’ingresso nel proprio territorio per le continue violazioni dei diritti umani e il trattamento riservato agli oppositori politici. Un divieto che Mugabe ha già più volte aggirato partecipando a vertice di natura internazionale, per i quali le sanzioni non hanno effetto. La ”scappatoia” ha consentito a Mugabe, come ricorda il Wall Street Journal, di aggirare il divieto visto che qualunque paese in cui si tiene un vertice delle Nazioni Unite deve consentire l’ingresso a tutti i membri dell’Onu. Le sanzioni dell’Unione europea vietano a Mugabe e a 19 tra ministri e militari di viaggiare in qualunque paese dell’Unione e simili divieti sono stati imposti anche dagli Usa. Tutto ciò non ha impedito al presidente dello Zimbabwe di partecipare alla conferenza di New York sui minori il mese scorso, cosi’ come non hanno impedito a Augustine Chihuri, capo della polizia, di essere presente a una riunione dell’Interpol che si e’ tenuta in Francia, sempre il mese scorso. Le stesse sanzioni, riferisce ancora il Times, non hanno impedito al leader dello Zimbabwe, a sua moglie e ai suoi ministri di recarsi a Londra e in altre capitali europee, nel corso di diverse visite ufficiali. Certo la violazione più bruciante delle sanzioni, scrive il Times, appare proprio la presenza di Mugabe a Roma, al vertice Fao. Poprio lui che, con la sua politica di ridistribuzione delle terre, ha frammentato il 90% delle terre appartenenti ai coltivatori bianchi, ha ridotto alla fame un quarto della popolazione, come ricorda oggi il Wall Street Journal e ha rifiutato 10mila tonnellate di grano del valore di 6 milioni di dollari perché non era garantito che non fosse geneticamente modificato. Tuttavia, il Wall Street Journal fa notare che qualcosa si muove. La Gran Bretagna sta pensando di aumentare la lista dei personaggi dello Zimbabwe cui impedire l’ingresso e il presidnte del consiglio Berlusconi si è rifiutato di incontrare Mugabe.
FAO: NUOVA ‘VIA AFRICANA’ PER ATTIRARE SVILUPPO / ANSA
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15 CAPI STATO AFRICANI: BUONGOVERNO GARANZIA PER CAPITALI ESTERI (di Fabio Govoni). (ANSA) – ROMA, 11 GIU – Le speranze dell’Africa di risollevarsi dalla situazione di continente piu’ disastrato della terra sono legate solo alle garanzie di buongoverno e di buona amministrazione economica che sapra’ dimostrare, necessarie per attirare non solo aiuti, ma anche investimenti esteri. Questa l’idea – totalmente nuova per l’Africa – che sostiene la Nepad (New Partnership for Africa’s Development), sigla nata pochi mesi fa su iniziativa di quattro paesi (Senegal, Sudafrica, Nigeria e Algeria) e ora estesa a 15 paesi africani. Oggi a Roma i capi di stato e di governo di questi 15 paesi si sono riuniti a porte chiuse, a margine del vertice mondiale della Fao sull’alimentazione, per darsi una struttura ed un piano d’azione credibile. L’obiettivo della Nepad e’ quello di creare una partnership con il G8, e tutto – statuto, obiettivi, piano d’azione – dovra’ essere pronto e approvato dai 15 capi di stato africani per poterlo presentare al summit di Kananaskis, in Canada, il mese prossimo, dove il G8 ha invitato cinque dei Paesi membri della Nepad. I poveri d’Africa non compiranno pero’ il loro pellegrinaggio sulle Montagne Rocciose canadesi per chiedere ai ricchi l’elemosina, ma si sposteranno in Canada per presentare un piano d’azione credibile di buona e trasparente gestione finanziaria per attirare investimenti. Il lavoro da fare per raggiungere gli obiettivi dovra’ riguardare le emergenze piu’ pressanti, come la lotta alla fame, la salute, la distribuzione dell’acqua e la scuola. Ma si dovra’ parallelamente procedere a migliorare gli standard di democrazia politica, di certezza del diritto, di ordine pubblico, la trasparenza e l’efficienza del mercato e – per quanto possibile – il sistema delle banche e del credito. La Nepad prendera’ a modello il Piano Marshall, che nell’immediato dopoguerra, grazie a massicci investimenti statunitensi, risollevo’ l’Europa devastata creando, di fatto, una partnership economica oltre Atlantico. I fautori sperano che l’iniziativa coinvolga l’intero continente e che l’Africa possa, in futuro, arrivare a presentarsi di fronte ai suoi interlocutori con una sola voce e una sola linea. L’adesione sara’ volontaria ma comportera’, per i paesi sottoscrittori, il rispetto di criteri che la stessa Nepad dovra’ certificare. ”La Nepad ha acquisito credibilita’ come autentica iniziativa africana non solo nel nostro continente, ma anche fra i membri del mondo sviluppato”, ha dichiarato oggi a Roma ai suoi colleghi il presidente del comitato fondatore dell’organismo, il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo. Presentatosi in forma embrionale con la sigla New African Initiative al vertice del G8 di Okinawa nel 2000 – sull’isola giapponese c’erano i presidenti algerino Bouteflika, quello sudafricano Thabo Mbeki e lo stesso Obasanjo – riscosse subito l’approvazione dei ‘grandi’. La Nepad vera e propria e’ nata nell’ottobre del 2001. L’ultimo summit, prima dell’approdo capitolino, quello di Durban, in Sudafrica. In quell’occasione Mbeki, facendo gli onori di casa, spiego’ ai suoi partner che la poverta’ e la cattiva amministrazione sono le due componenti di un circolo vizioso. ”I leader africani si renderanno presto conto che gli investimenti stranieri si dirigeranno solo verso quei paesi che osserveranno i principi della buona amministrazione”. Nell’anno 2000 l’Africa ha beneficiato solo di 11 miliardi di dollari, pari solo all’1% del totale degli investimenti diretti ai Paesi in via di sviluppo.
ALZHEIMER: ROMA, 10MILA ORE ASSISTENZA GRATIS PER 100 FAMIGLIE = INIZIATIVA AL VIA DAL 21 SETTEMBRE Roma, 11 giu. – (Adnkronos/Adnkronos Salute) – Diecimila ore di assistenza gratuita per 100 famiglie della capitale che hanno un parente affetto dal morbo di Alzheimer. Ad offrirle e’ il progetto ”Cento ore per cento famiglie” promosso e presentato oggi all’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina dall’Associazione Alzheimer Roma. ”L’iniziativa e’ finanziata al 95% dalla Fondazione Nando Peretti e per il resto da noi – spiega Giacomo Salmucci, presidente dell’Associazione Alzheimer Roma – Intendiamo partire il prossimo 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale che celebra questa malattia, con una fase sperimentale che prevede due tipi di intervento, sanitario e sociale, e due modalita’ di assistenza, una della durata di due mesi con 22 ore di supporto settimanale e un’altra che durera’ invece un mese con 8 ore di assistenza tre volte a settimana”. La selezione del personale assistenziale, che appartiene alle varie cooperative operanti in questo campo, si e’ conclusa a maggio ed e’ gia’ iniziato il periodo di formazione. La selezione delle famiglie si svolgera’ invece entro luglio fra quelle che si rivolgono regolarmente all’Associazione Alzheimer Roma o che siano state segnalate dalle Unita’ valutative delle Asl. L’esecuzione del progetto e la parte organizzativa e’ stata affidata alla Fondazione internazionale Fatebenefratelli e la parte scientifica all’Associazione Fatebenefratelli biomedica e sanitaria
MINISTRO AGRICOLTURA RILANCIA POSIZIONE AMERICANA (ANSA) – ROMA, 11 GIU – Le biotecnologie e l’utilizzo degli Ogm possono costituire un contributo importante per risolvere il problema della fame nei paesi piu’ poveri del mondo. A rilanciare la posizione di apertura all’utilizzo delle biotecnologie e’ stato il ministro dell’Agricoltura Usa, Ann Veneman, nel corso di un incontro sull’incremento della produttivita’ agricola organizzato dalla delegazione statunitense presente al World Forum Summit della Fao. ”E’ importante – ha detto la Veneman – guardare a un approccio multiplo per alleviare il problema della fame nel mondo”. Secondo il rappresentante dell’amministrazione Bush il primo obiettivo e’ quello di aumentare la produttivita’ agricola e, in questo senso, ”le biotecnologie rappresentano un enorme potenziale proprio per aumentare la produzione agricola specie nelle aree del mondo in cui il cibo non e’ sufficiente per tutti”. La Veneman ha inoltre sottolineato come le biotecnologie possono essere applicate a un numero elevatissimo di prodotti con risultati eccellenti. In questo senso ha portato l’esempio del riso. All’incontro ha preso parte anche Ian Johnson, vice presidente dell’area sviluppo sostenibile della Banca Mondiale. Dobbiamo – ha detto Johnson – riconoscere i rischi delle biotecnologie, ma anche riconoscerne i benefici per questo e’ necessario collocarle in un contesto responsabile”. Il rappresentante della banca mondiale ha inoltre sottolineato come nei prossimi 30-50 anni sara’ necessario raddoppiare la produzione alimentare del mondo. Per questo sara’ indispensabile pensare all’accesso al mercato per tutti. ”Sara’ necessario dunque – ha detto – produrre piu’ beni ma anche servizi, informazione, trasporti. Tutti elementi complementari rispetto alle nuove tecnologie”. Tecnologie che devono essere il risultato di una ricerca utilizzabile concretamente. Nel corso dei seminari e’ intervenuto anche il biologo Norman Borlaug, gia’ premio Nobel in questo settore nel 1970. L’ottantottenne scienziato ha posto l’accento sugli eccessivi allarmi legati al cambiamento e alla situazione ambientale. Ha ricordato che l’ambiente non sta peggiorando come si crede e che la dimostrazione che la scienza ha prodotto benefici e’ riscontrabile in una vita media dell’uomo che si e’ molto allungata. ”Credo – ha detto Borlaug – che il contributo delle tecnologie in questi anni sia stato grande. E per cio’ che riguarda le biotecnologie credo che ne abbiamo bisogno per produrre meglio, per avere prodotti agricoli piu’ resistenti, per usare meno pesticidi”.
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