Non profit
FAO. I prezzi dei cereali calano, ma non nei paesi poveri
È la denuncia del nuovo rapporto su prospettive dei raccolti e situazione alimentare
Nonostante il calo dei prezzi cerealicoli internazionali, i prezzi alimentari rimangono alti nei paesi in via di sviluppo e in molti altri continuano ad aumentare, con conseguenze gravi per la sicurezza alimentare di vasti settori di popolazione vulnerabile. E’ quanto segnala la Fao nel suo nuovo rapporto su prospettive dei raccolti e situazione alimentare. In Afghanistan, Eritrea, Etiopia e Senegal i prezzi degli alimenti di base sono il doppio rispetto ad un anno fa. In Europa ed in Nord America, in diversi paesi grandi produttori le semine invernali di grano sono state più ridotte, conseguenza dei prezzi internazionali più bassi e di previsioni di una minore domanda a causa della crisi economica mondiale e per l’alto costo degli input. In Africa australe, dove la situazione alimentare è abbastanza critica a causa dei raccolti scarsi in molti paesi e di prezzi alimentari sostenuti, l’inizio tardivo della stagione delle piogge 2008/09 e minori semine in Sudafrica, il maggiore paese produttore, potrebbero avere conseguenze negative sulla produzione 2009. In Africa occidentale si è registrato nel 2008 un raccolto record, in particolare nei Paesi del Sahel dove si stima che la produzione aggregata sia aumentata di un terzo rispetto al 2007. Questo riflette buone condizioni climatiche e misure di sostegno alla produzione.
Malgrado le migliori prospettive per la produzione cerealicola a livello globale per il 2008/09, si stima che 33 paesi avranno bisogno di assistenza alimentare esterna come conseguenza di raccolti scarsi, conflitti, disordini civili, insieme a prezzi alimentari sostenuti a livello nazionale. In Zimbabwe, dove il numero delle persone senza cibo è stimato intorno a 5,1 milioni, la recente epidemia di colera ha posto un’ulteriore e grave minaccia alla salute ed alla nutrizione della popolazione vulnerabile. Nella Repubblica popolare democratica di Corea, si stima siano 8,7 milioni – il 40 per cento della popolazione – le persone che hanno bisogno urgente di aiuti alimentari. In Africa orientale, la stagione delle ”piccole piogge” che va da ottobre a dicembre è stata molto favorevole per le zone pastorali ed agro-pastorali della Somalia centrale e meridionale, del Kenya nord-occidentale e dell’Etiopia sud-orientale, dove milioni di persone hanno sofferto gravi problemi per il susseguirsi di stagioni magre.
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