Formazione

Fao: Diouf, 852 milioni di persone soffrono la fame

Il direttore generale dell'organizzazione delle Nazioni Unite lo ha detto stamattina durante le cerimonia per il 60esimo anniversario

di Redazione

La Fao deve saper “stare al passo con i tempi e adattarsi ai cambiamenti avvenuti dalla sua fondazione a oggi, riuscendo a cogliere le mutate esigenze e le nuove opportunita’”. Cosi’ il direttore generale dell’organizzazione delle Nazioni Unite, Jacques Diouf, ha aperto stamattina la cerimonia ufficiale per la celebrazione del 60esimo anniversario della Fao. Diouf ha espresso la volonta’ di riformare la Fao, in modo da “permettere all’organizzazione di giocare un ruolo sempre maggiore nell’eliminazione della fame, nello sviluppo agricolo sostenibile, nel raggiungimento della sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, nella lotta contro le infestazioni e le malattie transfrontaliere di animali e piante, oltre che nei negoziati sul commercio estero, perche’ sia piu’ equo”. Ad ascoltare le parole di Diouf, c’erano numerosi capi di Stato, tra i quali il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva, quello venezuelano Hugo Chavez, oltre al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Angelo Sodano. Il direttore generale della Fao ha presentato alcune cifre relative all’attivita’ dell’organizzazione, ricordando che dal 1960 ad oggi la percentuale di persone che nel mondo soffrono la fame e’ passata dal 35 al 13 percento. Diouf ha poi sottolineato l’importanza della Fao come “foro neutrale in cui i Paesi possono incontrarsi per affrontare questioni agricole e alimentari”. Malgrado questi successi, tuttavia, secondo Diouf, la Fao non e’ riuscita a dare una risposta a tutte le aspettative dei suoi fondatori. In un mondo di “abbondanza e nuove tecnologie” 852 milioni di persone continuano a soffrire la fame; inoltre – ha messo in evidenzia il direttore generale dell’organizzazione – alcuni sistemi di produzione agricola intensiva non sonosostenibili e hanno conseguenze negative sul piano ambientale, economico, sociale e culturale. “Nel XXI secolo sono due le questioni centrali che la Fao deve affrontare – ha proseguito Diouf – innanzitutto rendere piu’ efficaci le attivita’ svolte insieme ai Paesi membri per l’eliminazione della fame, in linea con il ‘Primo obiettivo di sviluppo del millennio’. Inoltre, deve riuscire ad assicurare il soddisfacimento del fabbisogno mondiale futuro di cibo e di prodotti forestali senza compromettere la sostenibilita’ delle fragili risorse naturali del pianeta e il suo clima”.


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