Famiglia

Fao: ci saranno anche le coop

Il ruolo della cooperazione nella lotta al sottosviluppo. Le esperienze di Confcooperative. A Forlì, giovani nigeriani coltivano la terra con l'aiuto del Credito cooperativo

di Giampaolo Cerri

Al vertice della FAO sull’alimentazione si parlerà anche di cooperative. L’incontro, come noto, si terrà a Roma, dal 10 al 13 giugno e vi prendereanno parte delegati di quasi 200 Paesi. È un appuntamento che interessa anche il mondo cooperativo, poiché all’interno ”Programma contro la fame” messo a punto dall’agenzia dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao) si afferma anche la neceessita di «sviluppare imprese di produzione, distribuzione e vendita di alimenti promuovendo cooperative e associazioni di piccoli agricoltori». È un riconoscimento importante del ruolo della cooperazione nella lotta al sottosviluppo e nel sostegno alla crescita della democrazia economica in tutto il mondo. Non e’ la prima volta che cio’ accade: basti pensare al discorso del segretario generale delle Nazioni Unite del luglio dello scorso anno, o anche, a livello europeo, al recente intervento del presidente Romano Prodi. Alcune cooperative aderenti a Confcooperative già da tempo si misurano in attività di sostegno allo sviluppo. È il caso, ad esempio, del “progetto Nigeria” realizzato dalla Banca di Credito Cooperativo e dalla cooperativa sociale Spazi Mediani di Forlì. Giovani studenti nigeriani si sono costituiti in associazione, (Young Christian Farmers Association) e sotto la guida di un sacerdote nigeriano, don Gordian Utu, si apprestano a creare una impresa cooperativa che dovrà gestire attività agricole destinate a rivitalizzare l’economia nella zona nigeriana di Ikot Ekpene.


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