Formazione

Fao: Berlusconi, 1% Pil per aiuti è «traguardo lontano»

Berlusconi ha sollecitato tutti i paesi industrializzati a "sollevare ogni barriera residua di protezionismo"

di Gabriella Meroni

L’Italia, come gli altri paesi industrializzati, “e’ ben lontana” dal quel traguardo di aiuti pari all’1% del pil, circa 16 miliardi di dollari, che ancora sono necessari per combattere la poverta’ nel mondo. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che, nel suo discorso di apertura al Vertice Fao, si e’ detto convinto che “bisogna fare di piu’, molto di piu'”. Berlusconi ha sollecitato tutti i paesi industrializzati a “sollevare ogni barriera residua di protezionismo” nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto nel settore agricolo “un esempio negativo” ha detto, e ha anticipato che al G8 di Kananaskis l’Italia si presentera’ con un modello di software per aumentare gli investimenti dei privati e, allo stesso tempo, “garantire la sicurezza degli investimenti”. “Credo – ha detto aprendo i lavori – che la liberta’ dalla fame venga prima di tutte le altre: un uomo affamato non e’ un uomo libero”. Berlusconi ha ricordato che a Barcellona l’Unione Europea si e’ impegnata ad arrivare allo 0,39% di aiuti per poi arrivare gradualmente all’impegno del G8 che prevede lo 0,70% del Pil. Parlando dell’Italia Berlusconi ha ricordato che il Paese ha destinato quest’anno 100 milioni di euro a un programma della Fao “per la sicurezza alimentare e gli investimenti nell’agricoltura”. “Abbiamo anche costituito – ha aggiunto – una specifica scuola internazionale per formare i giovani di questi paesi allo studio e alla tutela della agro-biodiversita’”. Inoltre l’Italia, ha continuato il premier, “nelle relazioni bilaterali sta convertendo i crediti in aiuti per progetti di sviluppo socio economico e ambientale”. “Ma – ha quindi spiegato Berlusconi – siamo consapevoli che tutto questo non basta e che bisogna fare di piu'”. “Per favorire il pieno inserimento dei paesi in via di sviluppo nel circolo virtuoso dell’economia globale tutti i paesi piu’ industrializzati debbono finalmente aprire i loro mercati”. Il presidente del Consiglio insiste molto su questo punto che definisce “prima forma di solidarieta’: rimuovere il piu’ possibile ogni residuo di politiche protezionistiche nei loro confronti” e, ha aggiunto, “proseguire sulla strada di Doha”. “L’agricoltura – ha detto con un riferimento indiretto alle recenti decisioni degli Usa – e’ l’esempio piu’ importante di questa realta’ ed e’ purtroppo l’esempio piu’ negativo”. Berlusconi ha quindi introdotto la proposta che l’Italia portera’ ai partner del G8 in Canada: “E’ indispensabile – ha premesso – ideare sistemi di intervento piu’ efficaci, piu’ concreti negli obiettivi e piu’ sicuri per coloro che ricevono i contributi”. In sostanza l’Italia presentera’ un modello di ‘software’ universale, applicabile in tutti i Paesi in via di sviluppo in 3-4 anni in tre fasi graduali: “Un modello – ha spiegato Berlusconi – informatizzato e digitalizzato che riguardera’ il sistema della pubblica amministrazione, la contabilita’, il sistema dei rilevamenti statistici, il sistema scolastico e sanitario”. “Siamo convinti – ha detto – che gli Stati che adotteranno questo modello universale (ma che si adatta alla specificita’ di ogni Stato), avrebbero conseguenze assolutamente positive”. “Si avrebbero – ha continuato – bilanci trasparenti e leggibili; con un livello crescente di democrazia e la garanzia dei diritti fondamentali dell’uomo”. “Uno sviluppo senza frontiere che incoraggerebbe i Paesi piu’ ricchi di fare di piu’, vanificherebbe l’alibi che tutti i Paesi che fanno poco avanzano: quello di non sapere se gli aiuti arrivano a destinazione o rimangono nelle tasche di alcuni”. “Il tempo delle prove – ha quindi concluso Berlusconi sposando in pieno le parole dette poco prima dal direttore generale della Fao Jacques Diouf – e’ finito, e’ il tempo di agire, di fare quello che vogliamo fare: eliminare la fame dalla faccia della terra”.


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