Famiglia

Fanno tutto le donne

In casa lavorano più degli uomini. Lo rivelano i dati Istat 2009 in occasione della Conferenza della Famiglia

di Redazione

I tre quarti del carico di lavoro familiare in una coppia poggiano sulle spalle della donna. La percentuale in sei anni si è ridotta di meno di un punto e mezzo: è passata dal 77,6% del biennio 2002-2003 al 76,2% registrato nel biennio 2008-2009 dall’Istat, per l’indagine statistica su «La divisione dei ruoli nelle coppie».

L’Istat fa notare una tendenza: «La durata del lavoro familiare cala di 15 minuti, ma tale tendenza non riguarda tutte le donne: esso si concentra sulle madri e in particolare sulle madri lavoratrici, per le quali il tempo di lavoro familiare scende da 5 ore e 23 minuti a 5 ore e 9 minuti. La riduzione del tempo dedicato al lavoro familiare si associa a una redistribuzione delle attività che ricadono al suo interno: cala di 14 minuti il tempo delle madri per il lavoro domestico e cresce, anche se lievemente, il tempo per la cura dei bambini fino a 13 anni». È comunque «stabile il tempo dedicato dagli uomini al lavoro familiare, 1 ora e 43 minuti, mentre diminuisce il numero di quanti in un giorno medio svolgono almeno una attività di lavoro familiare, dal 77,2% al 75,9%. Solo in presenza di figli e di una partner occupata si evidenzia un incremento di 9 minuti, passando da 1 ore e 55 minuti a 2 ore e 4 minuti del tempo di lavoro familiare, che riguarda soprattutto il lavoro di cura dei bambini». In sintesi, riassume l’Istat nelle sue conclusioni, «negli ultimi sei anni i cambiamenti nei tempi del lavoro familiare si sono dunque concentrati nelle coppie con donna occupata e con figli, ovvero nelle situazioni in cui l’onerosità del carico di lavoro complessivo che ricade sulle donne impone a queste una riorganizzazione dei tempi di vita. Anche in queste situazioni più gravose i mutamenti dei comportamenti maschili restano, però, lenti e limitati».

Ma come si dividono i compiti in famiglia? Le donne non possono esimersi dal cucinare: in un giorno medio tali attività sono svolte dal 90,5% delle occupate e dal 97,8% delle non occupate. L’impegno degli uomini in casa invece è più selettivo. Anche le attività di pulizia della casa impegnano l’82% delle occupate per arrivare al 94,8% tra le non occupate. Le attività di apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti sono svolte rispettivamente dal 66,3% e dal 76,3%. Il 35% delle occupate poi in un giorno medio della settimana lava o stira, quota che sale al 49,2% per le non occupate. Gli uomini di donne occupate, invece, in un giorno medio il 41,7% cucina, il 31,4% partecipa alle pulizie di casa, il 29,9% fa la spesa, il 26,6% apparecchia e riordina la cucina mentre quasi nessuno lava e stira i panni. Le attività svolte prevalentemente dagli uomini sono quelle della manutenzione della casa e dei veicoli (solo il 5,1% delle ore è svolto dalle donne) e della cura delle piante ed animali (il 70,3% delle ore è svolto dagli uomini). Rispetto ai figli (fino a 13 anni), l’asimmetria fra donne e uomini è più contenuta: se la donna lavora resta a suo carico il 65,8% del lavoro di cura, contro il 75,6% della madre che non lavora. L’85,9% delle madri e il 57,8% dei padri con almeno un figlio fino a 13 anni svolge in un lavoro medio un’attività di cura dei figli; tra i genitori, le madri vi dedicano mediamente 2 ore 13 minuti e i padri un ora 23 minuti. In genere le madri si dedicano a lavori di cura fisica (mangiare, vestire, sorveglianza) mentre i padri si occupano delle attività ludiche. La mamma che lavora dedica al gioco il 18,3% del tempo dedicato ai figli, il papà il 44,2%, se la mamma non lavora il 17,6% contro il 52,4% dei padri.

Per analizzare il grado di condivisione dei carichi di lavoro familiare nella coppia, l’Istituto nazionale di Statistica è ricorso al cosiddetto «indice di asimmetria» che misura quanta parte del tempo dedicato da entrambi partner al lavoro domestico, alla cura dei figli e all’acquisto di beni e servizi viene svolto dalla donna. Osserva l’Istat: «Persiste una forte disuguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner. L’asimmetria nella divisione del lavoro familiare è trasversale a tutto il Paese, anche se nel Nord raggiunge livelli più bassi. Le differenze territoriali sono più marcate nelle coppie in cui lei non lavora. L’indice assume valori inferiori al 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli e nelle coppie in cui la donna è una lavoratrice laureata».


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