Non profit

Famiglie, con il mutuo sul collo

Il 5% (nel 2007) non ce la fa a pagare, allarme Bankitalia

di Franco Bomprezzi

Le manovre politiche per scongiurare una crisi al buio dominano le prime pagine dei giornali, e così una notizia che tocca direttamente le tasche delle famiglie rischia di passare in sordina, quasi ovunque. Gli italiani stanno facendo fatica a onorare i mutui per l’acquisto della casa. Secondo i dati resi noti dalla Banca d’Italia, infatti, il 5 per cento è insolvente. E questa cifra si riferisce al 2007, ossia prima dell’esplosione della crisi. Non esistono dunque certezze sulla situazione attuale, ma questo fenomeno è sicuramente allarmante. Ecco chi se ne è accorto e come.

Partiamo non a caso dal quotidiano di Confindustria. “La manovra parte dalla casa”: è il titolo di apertura del SOLE 24 ORE: «Parte a Roma la revisione delle rendite catastali, i valori base per Ici e imposte sulle compravendite, che coinvolgerà 235mila immobili, un decimo del totale. Nel mirino soprattutto centro storico, Prati, Parioli e Appia antica, cioè le zone in cui i valori del mercato si sono allontanati di più da quelli fiscali. Sono legate alla casa anche molte delle novità della legge di stabilità varata martedì. Un passaggio, sottolinea il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, «essenziale per dare il senso di un forte impegno per la stabilità finanziaria dell’Italia in un quadro perturbato come quello europeo». Con il varo della manovra è legge la proroga per il 2011 della detrazione fiscale del 55% sui lavori di riqualificazione per il risparmio energetico. Intanto aumentano le difficoltà degli italiani sul fronte dei mutui: secondo una rilevazione Bankitalia, il 5% delle famiglie italiane non riesce a pagare le rate. Il dato (riferito al 2007) è il più alto tra i paesi europei esaminati». A pagina 5 si entra nel dettaglio, in particolare sul fronte della detrazione fiscale del 55% per le ristrutturazioni per l’efficienza energetica, che viene rinnovata ancora per un anno: «La proroga al 31 dicembre 2011 lascia inalterate le regole base della detrazione, a partire dalla documentazione che deve essere inviata all’Enea , ma cambia la sua distribuzione nel tempo: il bonus sulle spese sostenute dal prossimo 1° gennaio si dividerà in dieci rate annuali, anziché cinque». L’allarme mutui trova spazio a pagina 39: “Record di insolvenze sui mutui degli italiani”, dove però si scopre che il dato è vecchio (quindi non si capisce perché spararlo nel titolo): «Un’indagine condotta da Silvia Magri e Raffaella Pico di Banca d’Italia già anticipata da Il Sole 24 Ore nella sua versione online (www.ilsole24ore.com) sostiene che una famiglia su 20 italiane non sia in grado di rimborsare il mutuo alle scadenze previste dal contratto, una quota del 5% che in Europa è superata soltanto dalla Spagna. I dati, ricavati dall’archivio statistico Eurostat sul reddito e condizioni di vita (Eu-Silc), risalgono però al 2007 (…) Se si osserva la tendenza di altri indicatori, il timore che la situazione sia peggiorata è però molto forte. I dati diffusi dall’Abi e dal ministero del Lavoro nel “rapporto sulla situazione finanziaria delle famiglie italiane” parlano di un tasso di sofferenza sui mutui pari all’1,26% nel primo trimestre del 2010. L’apparente differenza rispetto al 5% rilevato nel 2007 non deve però ingannare: la Banca d’Italia rileva chi non ha versato rate anche per meno di 90 giorni, che in genere è invece il limite temporale utilizzato dalle banche per dichiarare insolvente un debitore e rilevato dall’Abi. Il problema, semmai, è che quel tasso è in costante ascesa dal 2007, quando si trovava allo 0,87 per cento».

Il CORRIERE DELLA SERA relega la notizia nella sezione Economia, con un titolino a due colonne, mentre dalla prima parte un altro tema di grande peso per il futuro: “I giovani professionisti andranno in pensione con il 25% del reddito”, queste sono le stime dagli avvocati agli ingegneri. Uno scenario che riguarda almeno metà dei due milioni di professionisti. Il mondo professionale, ricorda il CORRIERE, è diviso in chi applica il sistema reddituale, chi è passato al sistema misto e le casse di più recente costituzione che hanno adottato il sistema contributivo. Negli anni le casse di previdenza hanno varato interventi per garantirsi la solvibilità. A quanto pare nessuno può garantire, a chi comincia, una pensione dignitosa. A pagina 45 così commenta Daniele Manca: “Le pensioni dei professionisti rischiano di essere molto magre in futuro: anche solo il 25% del reddito attuale di chi entra oggi nel mondo del lavoro. Un dato impressionante. Che nel dibattito generale sulla previdenza e sulle riforme che via via si sono andate attuando, spesso è stato ignorato. Esiste un tema generale che è quello della previdenza integrativa. E cioè è ancora troppo poco diffusa la consapevolezza che sia necessario, appena si entra nel mondo del lavoro, pensare a costruirsi una propria pensione oltre quella pubblica”.

LA REPUBBLICA apre sulla politica e solo a pagina 15 si occupa dell’economia reale: “Mutui, il 5 per cento non riesce a pagare”. Elena Polidori riferisce dell’inchiesta di Bankitalia sui dati 2007 secondo la quale il 5% delle famiglie non riesce a pagare le rate; il peggior risultato in Europa. «È probabile», annota, «che da allora a oggi le cose siano cambiate: perché i tassi sono scesi e di conseguenza anche le rate; perché si è decisa tra l’altro una moratoria per sostenere i nuclei nei guai. Naturalmente è cambiato anche il panorama di riferimento, visto che la crisi ha spazzato via l’occupazione e i posti di lavoro continuano a essere cancellati». Lo studio oltre a mostrare le oggettive difficoltà anche di chi non perde il lavoro, sottolinea che con l’aumento dei rischi le banche sono diventate più prudenti.

Un piccolo richiamo in prima pagina de IL MANIFESTO segnala che ci sono «Sempre più italiani in crisi con le rate», l’articolo, in apertura di pagina 9 dedicata a «capitale e lavoro», è intitolato «Il tetto scricchiola sotto il peso dei mutui». Galapagos scrive: «Decine di migliaia di famiglie italiane vivono (o meglio: sopravvivono) con il fiato sospeso: rischiano, infatti, di vedersi sottratta la casa nella quale vivono perché non riescono a pagare le rate del mutuo. Già nel 2007, secondo uno studio di Bankitalia, il 5% delle famiglie italiane non riusciva a pagare le rate del proprio mutuo. Il valore era il più alto, insieme alla Spagna, fra i sette paesi europei presi in considerazione (…)». Dopo aver riportato i dati di uno studio di Adusbef e di Federconsumatori che è stato rilanciato ieri dalle agenzie a completamente dei dati di Bankitalia osserva: «Nonostante la caduta dei tassi di interesse ai livelli più bassi dal primo dopoguerra e la conseguente diminuzione dei costi dei mutui a tasso variabile, si consolida così il boom dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari. E questo, come accennato, perché l’insostenibile crisi economica, porta sempre più famiglie italiane a non poter onorare le rate dei mutui, impegno sempre più gravoso che mangia il 33% del reddito e si traduce, per almeno 350mila famiglie, in un rischio reale di insolvenza al punto che, secondo Adusbef, che ha raccolto i dati nei maggiori tribunali, le stime 2010 sul numero di pignoramenti ed esecuzioni, potrebbe salire complessivamente del 69,35%». La conclusione è affidata ai numeri: «Il boom di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari, nel 2010 dovrebbero aumentare del 54,8% a Torino; del 48,3% a Milano; a Genova del 46,8 %. Il problema della casa e dei mutui, infatti, esplode nelle grandi aree urbanizzate, dove, gli affitti sono saliti alle stelle e per molti la casa acquistata con il mutuo (…) diventa l’unica soluzione abitativa praticabile (…)»

Apertura in prima per LA STAMPA su “Bankitalia, allarme mutui”. Il 5% delle famiglie italiane non riuscirebbe – riporta il giornale di Torino – a pagare il mutuo. Se da un lato il numero delle famiglie che ricorrono al prestito per acquistare casa rimane inferiore rispetto a quello di altri Paesi (13,1%) il tasso d’insolvenza è, invece, alto: insieme a quello della Spagna, supera abbondantemente la percentuale di stati dell’Unione Europea come il Regno Unito e la Francia. A certificarlo è uno studio condotto da due economiste della Banca d’Italia, Silvia Magri e Raffaella Pico, su «L’incremento dell’uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia», utilizzando i dati dell’indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007, l’anno di avvio della crisi finanziaria che non è ancora finita. Quindi, l’Italia spicca con un tasso d’insolvenza dei mutuatari pari al 4,9%, tra i sette Paesi Ue analizzati intorno al 5% si colloca anche la Spagna (5,5%). Seguono a distanza l’Irlanda (3,5%), la Francia (3,3%), il Regno Unito (2,3%), la Finlandia (2,3%) e l’Olanda (1,1%). Lo studio di Palazzo Koch è visto con preoccupazione dai consumatori: per Adusbef e Federconsumatori il dato sul tasso degli insolventi rispetto al totale della popolazione (0,6%), significa che ci sono 360 mila mutuatari che rischiano di perdere la casa. Più in generale, per il Codacons sono mezzo milione le famiglie in difficoltà con le varie rate, oltre che con il pagamento del mutuo. Sullo sfondo un’intervista al ministro per l o Sviluppo, Polo Romani: «La crisi non è finita ma il Paese ha reagito bene».

Niente sul tema mutui ne IL GIORNALE, ITALIA OGGI, AVVENIRE.

E inoltre sui giornali di oggi:

TERZO SETTORE
IL SOLE 24 ORE  – “In corsa il privato sociale”. All’interno di uno speciale di Job24 sulle prospettive occupazionali per il 2011 approfondimento sul lavoro nel non profit: «Il privato sociale cresce. Cresce nel giro d’affari, cresce nei servizi offerti, cresce anche e di conseguenza nel numero degli occupati: erano poco meno di 150mila al dicembre del 2000 e saranno circa mezzo milione alla fine di questo 2010. «E anche per il prossimo anno prevediamo un aumento del numero dei lavoratori impiegati», sostiene Dario Canali, coordinatore nazionale delle cooperative sociali aderenti alla Cgil. Questo nonostante un rinnovo contrattuale ancora in stallo e una serie di problemi normativi rimasti aperti, a cui si aggiunge l’incertezza per le risorse destinate agli enti locali (…) Se gli enti locali taglieranno i finanziamenti destinati ai servizi e all’assistenza alla persona, il settore del privato sociale rischia un calo degli addetti, in caso contrario invece, se il taglio riguarderà consulenze esterne e sprechi, la tendenza alla crescita sarà confermata anche nel prossimo anno. Argomenti che fanno il paio con le prospettive di assunzione nel settore che hanno fatto registrare la performance migliore dal terzo trimestre del 2008: con una previsione netta sull’occupazione attestata a +11% (che scende al 9% con gli aggiustamenti stagionali), le intenzioni di assunzione da parte dei datori di lavoro sono migliorate di 6 punti percentuali da un trimestre all’altro e del 9% invece su base annua. Un incremento delle prospettive di impiego legato da un lato agli attuali bisogni degli individui, con un tasso di anzianità sempre maggiore, e dall’altro alla necessità di trovare nuove forme di assistenza alle persone che suppliscano alle carenze del settore pubblico».

WIKILEAKS
LA REPUBBLICA – Editoriale del direttore, Ezio Mauro: “Il ciclone Wikileaks e il bisogno di capire”. «Questa vicenda parla di tre cose: informazione, potere e democrazia al tempo di internet». «I mezzi ubiqui, veloci e contemporanei cambiano il concetto di segreto così come cambiano la nozione stessa di trasparenza». Ma il flusso di dati così imponenti richiama in causa il giornalismo: «250 milioni di parole sono una massa di dati non intellegibili. Si scopre, finalmente, che conoscere non è sapere, che guardare non è vedere, che ciò che conta è capire». «Internet apre la porta del potere, e trasporta nel suo flusso i materiali. Il giornalismo legge quei materiali e riesce a farli leggere perché opera per l’intelligenza degli avvenimenti».

IL MANIFESTO – L’apertura è dedicata al caso Wikileaks «Credito esaurito» titola il giornale sotto la foto della statua della libertà, una copia francese durante i lavori di pulizia. Nel sommario si legge «Mastercard e Visa bloccano i bonifici in sostegno di Wikileaks? Mentre un cablogramma lascia intravedere pressioni statunitensi, un attacco hacker prova a fare giustizia e manda in tilt i siti ostili ad Assange. A tre giorni dall’arresto, Washington studia la strategia per chiedere l’estradizione negli Usa» due le pagine (la 2 e la 3) dedicate al tema dove la parte alta delle due pagine è occupata da una grande foto di Assange lavorata come un disegno in cui la bandiera americana gli fa da bavaglio. «Wanted l’America lo vuole» è il titolo principale. «Washington studia la strategia per incriminare Assange e ottenere l’estradizione. Oltre alla violazione dell’Espionage Act, una legge del 1917 retaggio della Prima Guerra Mondiale, si valuta il reato di complotto o di traffico in proprietà rubate. Mentre il sito non si ferma e diffonde un file della diplomazia statunitense che tenta di agevolare gli istituti finanziari anti-Wikileaks» riassume il sommario.

LIU XIAO BO
LA STAMPA – “Contro Liu Xiaobo Pechino inventa il premio Confucio”. «Il popolo cinese e la grande maggioranza dei popoli del mondo si oppongono alla scelta del Comitato del Nobel per la pace». È quanto ha detto questa mattina la portavoce del ministero degli esteri cinese Jiang Yu. Alla vigilia della cerimonia a Oslo che consegnerà il premio Nobel per la Pace al dissidente cinese Liu Xiaobo, il regime della Repubblica Popolare intensifica la pressione sui Paesi “amici” perché disertino l’evento e torna a tuonare contro l’attribuzione del prestigioso riconoscimento all’attivista per i diritti umani. La «stragrande maggioranza» degli abitanti del pianeta è contraria alla decisione del comitato di assegnazione, sentenzia la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Jiang Yu.

IL GIORNALE – Al Comitato norvegese, che ha assegnato il Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo, la Cina risponde lanciando il «Premio Confucio per la Pace» e conferendolo all’ex vicepresidente di Taiwan Lian Chen. Si tratta di una breve a pagina 13.

ADOZIONI
AVVENIRE – A pagina 13 nell’articolo “Adozioni internazionali. Rimborsi più adeguati” ricorda che oggi sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il decreto voluto dal sottosegretario Giovanardi che innalza fino al 30 e al 50 per cento, sulla base del reddito, i contributi per le spese sostenute dai genitori. Ma sullo sfondo del crollo spaventoso di richieste del 2010 resta la scure della Finanziaria sul fondo per le politiche per la famiglia. Il taglio è stato drastico. Se nel 2008 il Fondo poteva contare su 346,5 milioni, nel 2010 la cifra si è ridotta a 185 milioni e sia nel 2011 che nel 2012 riceverà solo 52,5 milioni di euro.

AMBIENTE
LA STAMPA – “Bollino verde per le eco-navi”. Ennesima idea del vulcanico Richard Branson, il fondatore di Virgin e sognatore di viaggi interstellari con la Virgin Galactic. Questa volta il ragazzone del 1950 ha finanziato e sta per rendere disponibile a tutti, gratuitamente, un archivio elettronico con le caratteristiche energetiche di circa 60mila navi cargo, corrispondenti a tutta la flotta commerciale mondiale. Questo per monitorare i viaggi, ma soprattutto il consumo energetico e quindi sull’impatto ambientale del colossi che solcano i mari.

5 PER MILLE
IL SOLE 24 ORE – “Sul 5 per mille via ai rendiconti”. A pagina 34 una guida per la rendicontazione delle spese effettuate con gli introiti del 5 per mille: «Arrivano a destinazione i fondi del 5 per mille del 2008 e, quasi in contemporanea, vedono la luce anche le istruzioni per rendicontare l’impiego delle somme (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Il ponte dell’Immacolata porta, così, in dote all’associazionismo no profit qualche certezza in più, per lo meno sul passato. Per l’edizione 2011, infatti, continua l’attesa di un ripescaggio del finanziamento “pieno” (400 milioni) nel decreto milleproroghe di prossima emanazione, dopo il drastico taglio (solo 100 milioni di copertura) operato con la legge di stabilità. L’accredito degli importi per il 2008, per le organizzazioni di volontariato, è in corso già dallo scorso mese di settembre e, ad oggi, ha interessato la grande maggioranza dei beneficiari. Diversi enti restano in attesa e contano di avere il saldo almeno entro la fine dell’anno. (…) Le linee-guida chiariscono la portata della rendicontazione e le sue criticità. Il ministero rammenta che l’obbligo parte dalla terza edizione (anno 2008) del 5 per mille, e che coinvolge tutte le organizzazioni iscritte alla lettera a) delle leggi e dei decreti che hanno regolato di anno in anno la materia. Vi si ricomprendono, quindi, anche le organizzazioni che in un secondo tempo vi sono state incluse per effetto di proroghe dei termini di iscrizione. Viene proposto un fac-simile di documento, che può essere scaricato dal sito del ministero, o da quello dell’Agenzia per le Onlus.

ONU
IL GIORNALE – “L’ultima dell’Onu: è lecito uccidere un gay”. Titolo da effetto per il giornale di Vittorio Feltri che in prima lancia l’articolo di Fiamma Nirenstein. L’assemblea del Palazzo di Vetro infatti elimina “l’orientamento sessuale” dai motivi di condanna internazionale per violazione dei diritti umani. Quasi 80 Paesi, per lo più africani e islamici, hanno votato a favore della risoluzione. Ed ecco nel dettaglio: «Il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha discusso alcuni emendamenti a una risoluzione già esistente sulle esecuzioni extragiudiziali, arbitrarie e sommarie. La risoluzione afferma i doveri dei Paesi membri di proteggere il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, con speciale enfasi sulla richiesta ai Paesi di investigare le uccisioni a base discriminatoria. Nella risoluzione si prende, anzi, si prendevano in considerazione parecchi casi di questo genere. Per esempio venivano inclusi i bambini senza fissa dimora, gli attivisti di diritti umani nei Paesi autoritari, i membri di comunità etniche, religiose e linguistiche minoritarie. Per gli ultimi dieci anni la risoluzione aveva incluso anche l’orientamento sessuale, ricordando che non è raro che gli omosessuali siano condannati in vario modo a morte. Ma oggi questo punto non è più incluso nella risoluzione contro gli assassinii dovuti alla discriminazione, perché una maggioranza di 79 Paesi contro 70, 17 astenuti e 26 assenti, ha votato un emendamento presentato dalla piccola nazione africana del Benin, che l’ha presentato da parte del raggruppamento africano dell’Onu, che proponeva di stralciare le minoranze omosessuali dal gruppo dei cittadini che si devono proteggere. Già in passato l’Uganda aveva tentato di introdurre un simile emendamento, ma senza successo».

CARCERE
AVVENIRE – “Carcere modello per mamme” è il titolo dell’inchiesta di AVVENIRE a pagina 6 sulla casa per mamme detenute con figli piccoli “in libertà”. Due storie controcorrente nell’Italia dell’emergenza permanente: l’esempio dell’Icam di Milano, più una “casa famiglia” che un carcere e di quello di Cuneo, dove si punta sul lavoro per favorire il reinserimento e cambiare vita.

CALCIO SOSTENIBILE
IL MANIFESTO – «Il gioco pulito della Spal» è il titolo del richiamo posto nella parte bassa della prima pagina rinvia all’articolo a pagina 14 «Spal, un posto al sole» dedicata al “calcio sostenibile” che nasce dal fatto che la squadra di Lega Pro si autofinanzierà con la creazione di un parco fotovoltaico. «Un altro calcio è possibile. O, quantomeno, c’è qualcuno che sta provando a modificarne in maniera assai singolare abitudini e vizi. È il caso della Spal che, partendo dal basso dell’attuale terzo posto in Prima Divisione Lega Pro, ha presentato una iniziativa talmente lungimirante da apparire rivoluzionaria: dal 2011 il club ferrarese attuerà un progetto di autofinanziamento realizzato attraverso la costruzione e l’entrata a regime di un parco fotovoltaico che, allo stesso tempo, riqualificherà il sito di una ex discarica nella periferia cittadina, immetterà nel mercato energia pulita proveniente da fonte rinnovabile e garantirà per almeno 25 anni il futuro economico del club. (…) Un progetto per la città, per la comunità e per la società calcistica: l’investimento del club per la costruzione dell’impianto sarà sostanzialmente ripagata attraverso l’accesso ventennale ai contributi del Nuovo Conto Energia del GSE, mentre l’utile ricavato dall’immissione nel mercato dell’energia prodotta servirà appunto a garantire il domani della gestione ordinaria della Spal. (…) Il discorso può senz’altro essere allargato anche alla serie B: Mantova, Rimini, Arezzo e Perugia sono solo alcuni dei più recenti esempi di società che non sono riuscite a scampare al fallimento la scorsa estate, così come negli anni passati era capitato anche a Pisa e Treviso o a società di grandissima fama, seguito e tradizione come Fiorentina, Napoli e Torino». L’articolo si conclude ricordando la storia ultracentenaria del club e le vicissitudini degli ultimi anni passate da un fallimento e dalla perdita dello storico marchio.

HAITI
AVVENIRE – Apre sugli scontri ad Haiti, in fiamme dopo il risultato del voto. Gi Stati Uniti contestano il conteggio delle schede. Al ballottaggio Manigat e Celestin si sfideranno il 16 gennaio. Sul fronte del colera, che dilaga, AVVENIRE riporta un’intervista al virologo Henrys che non esclude colpe dell’Onu e sostiene: «Qui il colera non può che essere stato importato. Il ceppo viene dall’Asia, non ci sono mai stati prima casi e i sistemi immunitari dei pazienti sono deboli». 


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