Non profit
Famiglie affidatarie o collaboratori?
La Finanza contesta a una cooperativa i rimborsi spesa concessi a chi accoglie un bambino. Ma è in errore
di Redazione
Facciamo parte di una rete di circa 20 famiglie affidatarie che fanno riferimento a una cooperativa sociale che svolge un’azione di coordinamento. Tale cooperativa ha subìto una verifica della Guardia di Finanza che ha contestato le procedure di rimborsi spese a noi famiglie. La Finanza sostiene che tali somme in realtà sono compensi a collaboratori coordinati e continuativi (con conseguente evasione delle ritenute d’acconto). Il nostro impegno come famiglie affidatarie è ritenuto un lavoro! Si sostiene che non siamo famiglie affidatarie, ma un servizio della cooperativa e che questi rimborsi sono “redditi” da denunciare. È plausibile?
Raffaele C. – Ass. Querce di Mamre (Bg)
Risponde Salvatore Pettinato
La Finanza è fuori strada (cosa tutt’altro che episodica, quando si tratta di gestire fattispecie del non profit), anche se la situazione resta delicata. Le famiglie non svolgono alcun affidamento lavorativo e l’imponibilità teorica delle somme “girata” andrebbe valutata ai sensi dell’art. 81 del Tuir (redditi diversi), la cui unica fattispecie teoricamente invocabile è quella della lett. e) in cui si menzionano i “redditi derivanti… dall’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”. La formula è estesissima, ma resta chiaro che i pagamenti devono assumere pieno connotato di remunerazione e non di sussidio-sovvenzione (non parliamo di rimborso spese: un concetto ambiguo e pertanto inutile). Si tratta di resistere: o con una memoria che induca gli uffici a ripensarci, magari con un contemporaneo interpello alla Direzione entrate regionale, o con adeguati ricorsi in contenzioso incentrati giuridicamente sull’inconfigurabilità di reddito nel caso. È materia da tributaristi specializzati (meglio se avvocati) e non da commercialisti.
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