Politica

Famiglia: Prodi, il Governo farà di più

Così stamattina a Montecitorio, alla presentazione dell'Indagine conoscitiva sulla condizione delle famiglie italiane.

di Redazione

“In Italia la politica di aiuto alle famiglie e’ pressoche’ inesistente, sia dal punto di vista fiscale che degli aiuti diretti. Per questo motivo stiamo impostando una politica sistemica di aiuto alle famiglie”. Di cosa si trattera’, il presidente del Consiglio non lo ha precisato ma il messaggio di Romano Prodi e’ chiaro: aiuteremo i nuclei familiari piu’ numerosi e gli anziani meno abbienti. Il governo ci sta lavorando, ipotizzando “la necessita’ di aiuti diretti alle famiglie”, e preannunciando misure di “fiscalita’ positiva”. Il tema-famiglia balza ancora una volta in primo piano, anche per la presentazione, stamattina a Montecitorio, dell’Indagine conoscitiva sulla condizione delle famiglie italiane. E l’impegno preso dal premier, ha rassicurato il ministro Rosy Bindi e ha portato il presidente della Camera Fausto Bertinotti ad auspicare un confronto sereno in Parlamento. “Stiamo impostando una politica sistemica di aiuti. Il quoziente familiare -ha osservato ancora Prodi- ha un’applicazione positiva, ma che non aiuta le famiglie piu’ povere. Quindi stiamo lavorando in due direzioni: o una fiscalita’ positiva, oppure si deve pensare alla possibilita’ di aiuti diretti alle famiglie. Questo e’ l’orientamento sul quale si sta lavorando”. Intanto si sta cercando di “tenere conto di dove si annidano le fasce di poverta’: le famiglie numerose, gli anziani e le periferie. E’ doveroso intervenire su questi capitoli: sono i piu’ delicati”. Soddisfatta il ministro Bindi. “I lavori che si sono svolti oggi alla Camera -ha affermato- sono un grande contributo per l’azione del governo e per la prossima conferenza nazionale che si terra’ a Firenze dal 24 al 26 maggio, ‘Cresce la famiglia, cresce l’Italia’ e sono un grande contributo per rafforzare l’impegno gia’ avviato con questa finanziaria”. Le risorse per la famiglia, ha infatti ricordato Bindi, non sono contenute solo nella Finanziaria per il 2006 e non dovranno necessariamente essere messe solo a bilancio nella prossima manovra economica ma “le chiedo anche a partire dall’extra-gettito”. “Mi consolano le parole del presidente del Consiglio, che ancora una volta ha sottolineato la necessita’ di intervenire a favore delle famiglie con figli e dei nuclei di anziani con pensioni basse. Cosi’ come ha ribadito l’importanza di politiche fiscali che tutelino davvero la famiglia al di la’ della propaganda che si fa intorno al quoziente familiare, senza valutarne fino in fondo le conseguenze. Una parte dell’extra gettito -ha proseguito Bindi, replicando ai rilievi della Commissione Ue che ha raccomandato all’Italia di utilizzare l’aumento delle entrate fiscali alla riduzione disavanzo- dovra’ essere destinata a ripianare il deficit ma credo anche che una parte debba andare alla famiglie italiane che hanno pagato i prezzi piu’ alti dell’indebitamento”. La presentazione dell’indagine non ha nulla a che fare con l’imminente manifestazione delle associazioni cattoliche sul Family day. Il ministro ha voluto spazzare via il campo dalle polemiche. “Sostengo che non ci deve essere la propaganda, ne’ da una parte ne’ dall’altra. In un paese democratico tutti hanno il diritto di scendere in piazza. Chi ha uno spirito autenticamente democratico -ha insistito Bindi- sa bene che le manifestazion piu’ efficaci sono quelle caratterizzate dalle proposte e non da un atteggiamento contro qualcosa o qualcuno. Confido che dal Family day vengano proposte importanti, da discutere insieme, cattolici e non cattolici, alla conferenza nazionale che, e’ bene ricordarlo, e’ stata indetta molto prima del family day”. “C’e’ un effettivo bisogno delle politiche sociali per la famiglia. Se c’e’ una parte del paese che le chiede -ha continuato il ministro- che fa proposte, trovera’ Parlamento e governo pronti ad ascoltare. Se invece il Family day si limita a dire di no a questo o quel ddl, allora credo che un’iniziativa cosi’ importante finisca con il privarsi di una grandissima opportunita’. La Costituzione pone al centro i diritti della persona, definendoli inviolabili, e vede nella famiglia la prima e fondamentale comunita’ nella quale i diritti individuali possono svilupparsi, crescere ed essere rispettati”. “La famiglia -ha detto ancora Rosy Bindi- non e’ contro la persona. Anzi, la famiglia e’ il modo attraverso il quale la persona si realizza ma, al tempo stesso, non puo’ mai diventare fonte di discriminazione dei diritti individuali e fondamentali. In questo senso credo che il lavoro fatto dal Parlamento sia prezioso, perche’ individua delle politiche famigliari che tengono conto dell’evoluzione registrata in Italia e sono indirizzate a rispettare i diritti delle persone nell’ambito familiare, a prescindere dalle scelte che le persone fanno”. “Nessuno di noi, almeno credo, negherebbe l’asilo nido a un bambino figlio di una coppia di fatto; nessuno di noi, almeno credo, negherebbe l’assistenza a un anziano non autosufficiente perche’ e’ il genitore di due persone non sposate. Per cui credo che le politiche sociali debbano essere attente ai diritti delle persone e debbano tenere conto del contesto familiare a cui si riferiscono. L’asilo nido -ha concluso il ministro per la Famiglia- e’ certo un diritto del bambino ma e’ anche un grande ausilio ai nuclei famigliari. L’assistenza e’ un diritto dell’anziano finalizzata a salvaguardarne l’autonomia e la salute ma, allo stesso tempo, e’ una risposta ai bisogni della famiglia chiamata da sola a sopportare il costo sociale di un anziano non-autosufficiente”. ”Una buona politica della famiglia -ha sostenuto il ministro- e’ un mix tra politiche fiscali e una rete di servizi accessibile per tutti. Serve un regime fiscale piu’ amico delle famiglie”.

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